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Beppe Grillo non prende l'Atac

Andrea Giuricin

Il leader del M5s, sul blog, parla dei successi della Raggi a Roma e include inezie sull'Atac. Che è rimasta sempre la stessa e anzi peggiora

Che il leader del Movimento Cinque Stelle non prendesse l’ATAC ne avevamo il legittimo dubbio, ma dopo le dichiarazioni sul blog personale nelle quali ha sostenuto che il sindaco di Roma sta rilanciando il trasporto pubblico romano con nuovi denari pubblici, ne abbiamo la certezza.

 

ATAC è l’azienda pubblica controllata direttamente da Roma Capitale che fornisce il servizio di trasporto pubblico. Un pozzo senza fondo, dato che la compagnia ha ricevuto dal 2009 al 2015 circa 5 miliardi di contributi pubblici e nonostante questa montagna di soldi, nello stesso periodo ha perso oltre 1,26 miliardi di euro. Si può ben dire che l’azienda sia costata oltre 6 miliardi di euro e nonostante questo, i mancati investimenti hanno portato ad una situazione sempre più critica.

 

Il contratto di servizio, che servirebbe a regolare il rapporto tra Comune e azienda non viene ormai rispettato per problemi di gestione del personale e di materiale troppo vecchio. Ad esempio la Metro A e la Metro B non hanno raggiunto i servizi richiesti e firmati nel contratto con Roma Capitale: di fatto il servizio è stato inferiore di quasi il 20 per cento rispetto a quanto programmato. Quale è la motivazione? Per la Metro A, il servizio limitato è dovuto principalmente a fattori legati al personale (scioperi), mentre per l’altra linea di metro, per il materiale rotabile che ha quasi 20 anni di età media. I costi per vettura chilometro di ATAC sono già superiori di circa il 50 per cento rispetto al caso milanese e questo fatto è dovuto ad una grande inefficienza aziendale. Il costo del personale incide per circa il 51 per cento dei costi di produzione e l’azienda avrebbe bisogno di un serio piano di licenziamenti.

 

Grillo ha sostenuto che con il Sindaco Virginia Raggi siano stati stanziati nuovi fondi per ATAC, ma come abbiamo appena analizzato, sarebbe meglio dare meno soldi all’azienda e che queste risorse pubbliche fossero spese meglio. Mettere più soldi nell’azienda di trasporto pubblico romano non solo non dovrebbe essere un vanto, ma una vergogna.

 

Tuttavia questa affermazione non è corretta poiché il nuovo contratto di servizio è stato affidato ad ATAC con la delibera numero 273 della Giunta Capitolina del 6 Agosto del 2015. Il nuovo contratto ha validità dal 1° Agosto del 2015 fino al 3 Dicembre del 2019. Come è evidente è qualcosa che è avvenuto prima dell’arrivo della Raggi. C’è da chiedersi piuttosto se tale nuovo contratto fosse stato un bene o se forse non fosse l’ennesimo spreco di risorse pubbliche dei cittadini. Per il contratto del 2015, il corrispettivo cresce fino a 559 milioni di euro, pari a 117,3 milioni di euro in più rispetto al 2013, pur in presenza di un’offerta di superficie identica (99,8 milioni di vetture chilometro) e un leggero incremento dell’offerta metropolitana (entrata in funzione della linea C).

 

Nel complesso, mentre l’offerta cresce di solo l’8 per cento (attivazione della metro C), i contributi pubblici da contratto di servizio aumentano del 26,6 per cento. Ancora una volta uno sperpero di risorse pubbliche dovute all’incapacità di volere affrontare i problemi della Capitale e dell’incapacità di fare una gara per l’assegnazione per il servizio di trasporto pubblico.

 

L’assurdità di Grillo è quella che invece di volere fare efficienza (licenziare non è mai facile come insegnava la vecchia DC) e di non buttare al vento le risorse pubbliche nell’ennesimo spreco, si intesti un contratto che costerà molto caro ai cittadini. Si ricorda infatti che ogni anno esiste una tassa ATAC occulta che costa ai cittadini romani quasi mille euro a famiglia.

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