Paolo Putti

Le faide interne spaccano il M5s anche a Genova

Redazione

Il capogruppo Paolo Putti, grillino della prima ora ed ex candidato sindaco, rompe con Grillo e lascia il movimento in polemica con le scelte verticistiche del gruppo

A Genova, la città di Beppe Grillo, si è consumato un nuovo "caso" di defezioni e litigi interni al Movimento 5 stelle. I consiglieri comunali Emanuela Burlando, Mauro Muscarà e, soprattutto, il capogruppo Paolo Putti intendono lasciare il gruppo consiliare pentastellato per formare un nuovo gruppo separato. A darne notizia in una nota sono stati gli altri due consiglieri comunali di Genova del M5s, Andrea Boccaccio e Stefano De Pietro. Putti in particolare non è uno qualunque nel movimento pentastellato: fu tra i primi ad aderire al M5s nel 2012, per poi candidarsi a sindaco della città e diventare capogruppo. Putti è anche considerato alfiere del movimento "dal basso", dell'attività sul territorio a stretto contatto con i cittadini.

 

In quella che è solo l'ultima querelle interna ai grillini, che nella dinamica e nei toni usati dai suoi protagonisti ricorda molto il caso Parma di Federico Pizzarotti, a essere messa in discussione, neanche a dirlo, è il sistema verticistico del movimento e le sue venature autoritarie. La frattura interna era nota da mesi ma ieri la defezione è stata ufficializzata dallo stesso Putti. "Siamo partiti che dovevamo promuovere la consapevolezza dei cittadini, oggi sembra ci venga richiesto di raggiungere il consenso che dà il potere, privilegiando una comunicazione da televendita a scapito dei contenuti e della necessità di capire e approfondire", sono state le parole rilasciate dal capogruppo.

 

Oggetto del contendere è il voto amministrativo nella città, dove il M5s ha aumentato i consensi: una ghiotta opportunità che però rischi di rimanere ostaggio delle consuete faide interne al movimento. Quando lo scorso ottobre la plenaria M5s di Genova doveva decidere il candidato sindaco per la prossima primavera, sono emersi gli scontri tra Putti e la sua rivale, Alice Salvatore. Il primo, almeno da ottobre, chiedeva che il candidato venisse scelto dal basso, nel rispetto delle regole più ortodosse del movimento. Salvatore, sostenuta invece da decine di altri rappresentanti locali del M5s, si è opposta chiedendo che la scelta arrivasse dall'alto, e in particolare direttamente da Beppe Grillo che, dicono dalle parti di Genova, vede nella Salvatore la sua prediletta.

 

Sempre a ottobre, Putti si era permesso di rivolgere a un'altra rappresentante del M5s di Genova, Alice Salvatore, in merito alla vicenda dei lavoratori delle Riparazioni navali e allo spostamento dei suoi impianti a cinque chilometri dalla città per motivi di tutela ambientale proposto dalla Salvatore. Una posizione che però aveva portato allo scontro aperto con i sindacati, con i lavoratori e con una parte dissidente del movimento stesso, guidato da Putti. "E' l'effetto della politica del selfie", era stata la frecciata rivolta dal capogruppo alla collega. E in campo è dovuto scendere Beppe Grillo in persona che ha preso le difese di Alice Salvatore al punto da spingere Putti a sfidare il leader del movimento. "Cacciami tu allora", è il virgolettato che lo scorso ottobre, Repubblica ha riferito al capogruppo.

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