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Oggi no domani forse. Il valzer delle alleanze tra Lega, Grillo e Fratelli d'Italia

Redazione

Il MoVimento 5 Stelle ribadisce: "Nessun accordo. Non siamo né di destra, né di sinistra". Ma Meloni ammette: "Col proporzionale potremmo essere costretti a governare con loro"

Insieme mai, o forse sì, no neanche per sogno, dipende. La legge elettorale con cui l'Italia tornerà alle urne è ancora un mistero. C'è attesa per la decisione della Corte Costituzionale e per molti, alla fine, si andrà verso un sistema proporzionale. Il che pone, oltre ad un possibile problema di governabilità, anche diversi interrogativi su quali potranno essere le alleanze possibili tra le forze politiche.

E se a sinistra rispunta il miraggio del "nuovo Ulivo", a destra il caos è totale. Soprattutto dopo che alcuni quotidiani, sulla scia delle ultime dichiarazioni (smentite) di Beppe Grillo su Donald Trump e Vladimir Putin, hanno cominciato a parlare di una grande alleanza tra il fronte "sovranista" composto da Lega e Fratelli d'Italia e il MoVimento 5 Stelle.

 

L'ipotesi, lanciata da Repubblica, ha scatenato la reazione furiosa del MoVimento. Che in un post sul blog di Beppe Grillo prima ha attaccato la campagna di diffamazione, poi ha inviato un messaggio a Lega e FdI: "Salvini, Meloni, mangiate tranquilli. Il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze con quelli che da decenni sono complici della distruzione del Paese". Anche Roberto Fico non ha lasciato spazio a dubbi: "Non faremo alleanze né prima né dopo il voto". Mentre il leader, stamattina, è tornato nuovamente sull'argomento: "Il MoVimento 5 Stelle non è di destra né di sinistra, non è né un po' più di destra né un po' più di sinistra, non c'entriamo nulla con queste categorie ideologiche".

 

Sul fronte "opposto" da registrare la presa di posizione del leghista Roberto Maroni: "Un accordo Lega-M5s? Noi siamo diversi:
abbiamo un progetto e abbiamo ben chiara la direzione di marcia. Sono contro le alleanze per vincere le elezioni; lo abbiamo già fatto con Berlusconi nel 1994 e il governo è durato otto mesi. Bisogna fare un'alleanza su un progetto e il nostro è un progetto di società molto diverso rispetto a quello dei grillini. Quindi non vedo questo questa possibilità". E anche Giorgia Meloni, intervistata da Repubblica, non sembra troppo convinta: "Per noi sarebbe difficile un'intesa politica con loro, soprattutto se le posizioni rimanessero quelle di oggi".

 

Insomma vietato parlare di alleanze. Anche se poi, scavando, ecco spuntare i primi dubbi. La più netta è Meloni: "Vogliamo una riforma che prevede un premio di governabilità per non trovarci di fronte a situazioni di questo tipo. Col proporzionale, in un sistema tripolare, ti potresti trovare dopo il voto a governare al fianco di gente del fronte opposto". E ancora, "a queste condizioni oggi non farei" un'alleanza, "poi, per carità, tutti si possono ricredere, le condizioni possono mutare".

 

Anche Fico, in realtà, aveva lasciato spazio a possibili accordi "giorno per giorno, tema per tema". Spiegando che non solo la Lega avrebbe potuto votare i punti del programma grillino ma anche Sel. Sarà, ma l'impressione è che l'intesa sia lì, a portata di mano.