Romano Prodi e Pier Luigi Bersani in un'immagine di archivio (Foto LaPresse)

Il "giovane Prodi" tra Bianca Berlinguer e la carica dei 101

Redazione

L'idea lanciata da Pier Luigi Bersani scatena il totonomi: il Corriere parla dell'ex direttore del Tg3. Ma nel grande caos della minoranza Pd forse non tutti vogliono un altro Professore

"Qualcuno può escludere che in giro ci sia un giovane Prodi?" Pier Luigi Bersani l'ha buttata lì due giorni fa, mentre ribadiva che il Pd del futuro, se vuole rinascere dalle ceneri renziane, deve tornare alla vecchia e cara divisione tra segretario e candidato premier. E se per il primo ruolo l'ex leader sembra puntare su Roberto Speranza (cui ha riservato un entusiastico "lo stimo"), per il secondo ecco spuntare "il giovane Prodi". È bastato evocarlo perché si scatenasse l'inevitabile totonomi. Sul Corriere della Sera, Maria Teresa Meli, indica due dei papabili: l'ex direttore del Tg3, Bianca Berlinguer, e l'ex ministro dei Beni Culturali, Massimo Bray.    

 

 

Ma la ricerca del "giovane Prodi" è un esercizio che merita qualche altra considerazione. In questo momento la minoranza pd è quanto di più vasto e variegato possa esistere nel panorama politico. Una vera e propria armata Brancaleone tenuta insieme, per ora, dallo spirito antirenziano. Dalemiani, bersaniani, governatori come Michele Emiliano, lettiani più o meno critici, qualche popolare tendenza Marini. Un insieme di fazioni tutt'altro che omogenee. Tra di loro, racconta la storia ufficiosa del Pd, ci sarebbero anche una parte dei 101 che nell'aprile 2013 fermarono la corsa di Romano Prodi. Quella ufficiale, invece, dice che tra loro ci sono quelli che, lo scorso dicembre, si sono schierati convintamente a sostegno del No al referendum costituzionale. Per la cronaca l'ex presidente del Consiglio e della Commissione Ue ha dichiarato che avrebbe votato sì. Proprio sicuri di volere un "giovane Prodi"?