Beppe Grillo (foto LaPresse)

Ora per Grillo il garantismo non è più un gargarismo

Redazione

L'avviso di garanzia "non comporta alcuna automatica valutazione di gravità", recita il nuovo Codice di comportamento grillino

Dopo i casi giudiziari di Quarto, Livorno, Roma e Parma, che hanno coinvolto amministratori del M5s, ora il Movimento di Beppe Grillo si riscopre garantista, in vista del voto online di domani sul "Codice di comportamento del MoVimento 5 Stelle". Alla voce "Casi di coinvolgimento in vicende giudiziarie", il testo pubblicato sul blog di Beppe Grillo recita: "La ricezione, da parte del portavoce, di 'informazioni di garanzia' o di un'avviso di conclusione delle indagini' non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso, sempre salvo quanto previsto al punto 5".   

 

  

Il giudizio, continua l'articolo, è rimesso nelle mani del Garante e del Collegio dei Probiviri ed è quindi affidato a una valutazione caso per caso. E' scritto nel Codice che "è sempre rimessa alla discrezionalità del Garante e del Collegio dei Probiviri o del Comitato d'appello (e non comporta alcuna automatica presunzione in tal senso) la valutazione della gravità di fatti che configurano i c.d. reati d'opinione ipotesi di reato concernenti l'espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale".

 

 

"I portavoce, quando ne hanno notizia, hanno l'obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito, con comunicazione da inviare al link www.movimento5stelle.it/contattaci.php, dell'esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato o imputato nonché di qualsiasi sentenza di condanna o provvedimento ad essa equiparato ai sensi del punto 4". 

 

"Lasciatemi indovinare: è arrivato il primo avviso di garanzia della sindaca di Roma?". E' sarcastico il commento di un iscritto M5S che in Rete critica il nuovo codice di comportamento per i 5 Stelle. Il popolo pentastellato non ci sta. C'è chi scrive: "Ok probiviri e garante, ma dov è finita la democrazia diretta (consultazione degli iscritti)?". E chi sottolinea: "Ma vi rendete conto che razza di democrazia è questa? Alla fine decide Grillo, o il voto su un sito gestito dallo stesso. Onestamente vi siete bevuti il cervello". Un attivista punta il dito contro quella che chiama "deriva autoritaria del Movimento che prende forma. Da movimento del popolo al Movimento di Uno - attacca - che schifo. Siete diventati di destra, estremisti razzisti e detentori di una verità che, toh guarda il caso, cambia in funzione delle circostanze. Negare la vostra follia è il sintomo primo della vostra psicolabilità. Caro Grillo torna a fare il comico. Di dittatore ne abbiamo già avuto uno nella storia e ci è bastato".

 

"Grillo vara codice Salva-Raggi come Berlusconi approvò la legge Salva-Previti: no automatismi se indagata e iscritti tagliati fuori da decisioni", ha commentato su Twitter il deputato del Partito democratico, Michele Anzaldi. Su Facebook anche Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, ormai fuori dal Movimento 5 Stelle, ha criticato il cambiamento di rotta di Grillo: "Quando il Movimento 5 Stelle mi aveva sospeso illegittimamente mancava un regolamento sulle sospensioni e uno sul codice di comportamento. Nelle controdeduzioni che mi erano state chieste lo feci notare: impossibile e illegittimo sospendermi se mancano i regolamenti per farlo. Da parte dei vertici silenzio assoluto, lo stesso da parte del direttorio, ora rottamato senza neppure una spiegazione. Oggi, a distanza di ben sei mesi, è arrivata la conferma di quanto ho sempre fatto notare". "Il punto è semplice - spiega Pizzarotti - chi fa notare le incongruenze e i gravi errori di una forza politica non è un traditore, né un infiltrato, ma una persona che con onestà intellettuale dice le cose esattamente come stanno, proponendo giuste soluzioni e senza aver paura delle conseguenze di tenere la testa alta. Chi tace, piega la testa e non sa formulare un benché minimo pensiero critico è solo uno yesman. E oggi continuo a vedere molti yesman, ma pochi politici con una loro coerenza e una loro autonomia", conclude.

 

Le critiche arrivano anche sul punto 5 del Codice che prevede l'obbligo, per l'eletto, di informare il gestore del sito dell'eventuale esistenza di procedimenti penali in corso. E cioè la Casaleggio associati. "Obbligo di informare il gestore del sito? Ma daiii, ragazzi! - attacca un iscritto 5 Stelle - ma ci vogliamo proprio far ridere dietro? È a dir poco bambinesco, oltre che distante freddo e distaccato. Occorre una procedura più professionale e soprattutto che faccia sentire il rappresentante, che deve denunciare, membro di una comunità". E un altro sostiene perentorio: "Chi è eletto, e quindi è figura costituzionalmente pubblica, NON PUO' E NON DEVE rispondere politicamente ad un'azienda PRIVATA che risponde ad un Codice diverso. Dobbiamo come Movimento creare ed eleggere un organo/collegio responsabile che gestisca la giustizia all'interno del Movimento stesso". Altre perplessità vengono espresse da chi mette in luce una eccessiva vaghezza: "Questa vi sembra una "legge uguale per tutti"? A seconda del caso... A seconda della gravità... Il garante e i probiviri faranno le loro valutazioni in totale autonomia... Decideranno se... Decideranno come... Decideranno chi... Ma che ca... state dicendo? Le leggi e i regolamenti devono essere uguali e chiari per tutti, inequivocabilmente! Nessuno può decidere in libera autonomia a seconda della gravità, del caso, dell'umore o dell'aria che tira. Ma siete fuori di testa?".

 
Ma nel mondo della Rete, c'è anche chi plaude alle nuove regole che saranno in votazione domani, online e dalle ore 10:
"Questo Codice di Comportamento, finalmente, va nella giusta direzione. Voterò convintamente a favore" scrive un follower.
"Bellissimo constatare che il Movimento cresce e si dà delle regole che sia da un punto di vista legale, che soprattutto morale, lo rendono di un altro pianeta rispetto ai partiti del "terzo grado di giudizio"... e questo senza conflitti col principio della presunzione di innocenza. Ben fatto, bravi" aggiunge un altro. E ancora, c'è chi sostiene che "questo provvedimento è a
difesa di chi potrebbe essere vittima inconsapevole di una semplice denuncia. È una difesa dell'inconsapevole, sono molto
d'accordo".

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