Matteo Salvini (foto LaPresse)

La responsabilità pelosa

Redazione

Il fronte del No ha vinto, ora faccia ciò che deve. Se ne è in grado

Hanno chiesto agli italiani di votare No per mandare a casa Renzi? L’hanno ottenuto? Ora tocca ai leader del fronte del No proporre un piano d’azione agli italiani, al Parlamento e al presidente della Repubblica, per uscire dal pantano istituzionale in cui siamo ora. Non possono costoro pretendere che Matteo Renzi si lasci logorare dalla ricerca di un accordo sulla legge elettorale, dentro e fuori dal suo partito. Certo, il Pd ha la maggioranza alla Camera e senza il Pd non c’è maggioranza possibile al Senato, ma Renzi deve evitare che Grillo, Salvini, Brunetta e la sinistra dem giochino con lui al gatto col topo, o usino contro di lui la retorica “palazzo vs popolo”.

Renzi ha raccolto intorno al Sì 13 milioni di voti, la Grande Accozzaglia 18 milioni: popolo è quello del Sì e popolo è quello del No, quest’ultimo è la maggioranza e tocca dunque ai fautori del No mettere le carte sul tavolo. Non hanno e non possono avere una linea unica e proveranno dunque a scaricare la patata bollente su Renzi.

A oggi esistono solo due maggioranze possibili capaci di adottare una legge elettorale decente: un Nazareno bis con il Cavaliere o l’attuale maggioranza parlamentare con Alfano e Verdini. Entrambe sono ad alto rischio di impazzimento della sinistra del Pd. Il presidente del Consiglio dimissionario tutto questo lo sa e l’ha già detto: non tocca a lui tessere la tela della legge elettorale, lui aveva proposto al paese un grande e coraggioso piano di riforma della Costituzione, ora spetta a chi ha vinto il referendum assumersi le proprie responsabilità. Lo spauracchio del voto anticipato con il Consultellum indurrà molti a chiedere a Renzi “senso di responsabilità”. Il fiorentino se ne stia lontano: se fa lui il mediatore, prima o poi lo fregano.