Paola Taverna

Non farmi vincere, no

Maurizio Crippa
Sì, per forza. Certo che c’è subito venuto in mente, come a tutti: le scie chimiche. C’è qualcuno che le sparge nel cielo, e provocano danni che non ti immagini: sia cerebrali, sia alla democrazia diretta. Le scie che spaventano Paola Taverna, senatrice, “chi può escludere che esistano?”.

Sì, per forza. Certo che c’è subito venuto in mente, come a tutti: le scie chimiche. C’è qualcuno che le sparge nel cielo, e provocano danni che non ti immagini: sia cerebrali, sia alla democrazia diretta. Le scie che spaventano Paola Taverna, senatrice, “chi può escludere che esistano?”, e che adesso sono arrivate fin sotto al Campidoglio: per fregare i grillini, che altro? C’è venuto in mente per forza, come a tutti: il complotto planetario. Perché la teoria del complotto, del mondo che non sapete com’è né cosa diventerà, ma noi sì, è il brodo di coltura in cui galleggiano i ragazzi di Grillo e Casaleggio. E la cittadina Taverna, che pure passa per una tipa sgamata, la Gianna Letta dell’uno vale uno, alla scie chimiche che vogliono avvelenare i Cinque stelle ci crede. Da sempre.

 

Ma poi no, davvero non basta a spiegare il fatto. E’ andata a Radio Cusano Campus (che così, dal nome, non sembra un posto che ti facciano dei trappoloni come alla Zanzara), e ha detto: “Ho pensato che potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il Movimento cinque stelle a Roma”. C’è stato il complotto per far fuori il Cav., c’è quello per azzoppare Renzi, il complotto di Pizzarotti (Pizzarotti è un complotto, no?) e pure quello per far perdere il Napoli. Va bene. Ma per far vincere gli avversari? Invece Taverna, illuminata come una abat-jour: “La scelta di Bertolaso mi ha lasciato perplessa tanto quanto quella di Giachetti. Diciamocelo chiaramente, questi stanno mettendo in campo dei nomi perché non vogliono vincere Roma”. Già, quelli vogliono perdere, e a fare il sindaco metterci il Cinque stelle, “per togliergli i fondi e fargli fare brutta figura”. Che, se fosse, è l’evoluzione della famosa tattica vai avanti tu che a me viene da ridere.

 

[**Video_box_2**]Ma poi no. Non è questo. Sarà pure un lapsus rivelatore, che smaschera la follia. Ma è anche altro. E i casi sono questi. O al M5s la sanno veramente lunga (mah). O, assaliti dalla realtà, scottati dal caso Quarto, a bagnomaria sulla libertà di coscienza, in bilico sul blog, se la fanno talmente sotto perché  hanno capito che amministrare Roma non è come stare al Senato a saltare la Cirinnà col canguro. Qui è sangue e merda (o Atac e Fori, che è anche peggio). E loro ancora non riescono a trovare il candidato, sono ancora al web casting tra 49 nomi, tra presunti negazionisti e autentici ortodermisti. E l’unica cosa che sanno è il Programma: trasparenza, rifiuti e trasporti. E sono tre concetti così banali, che forse persino la cittadina Taverna riesce a pronunciarli senza confondersi. A meno che una scia la porti via.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"