Profughi in fuga da Kirkuk (foto LaPresse)

Il signore dell'usignolo

Adriano Sofri

Continuano le atrocità commesse da membri delle milizie Hashd al-Shaabi dopo l’occupazione di Kirkuk e delle altre aree “contese” in Kurdistan

Come si fa con le medicine amare racconto prima una piccola storia, anche lei drammatica ma a suo modo ironica, per addolcire le notizie che vengono dopo. E’ un uomo curdo di Tuz Khurmatu che dice al telegiornale: “Mi hanno incendiato la casa, lo capisco, perché io sono curdo. Ma perché hanno bruciato anche il mio usignolo (bulbul)? Lui non era curdo”.

 

Fra le denunce sulle atrocità commesse da membri delle milizie Hashd al-Shaabi dopo l’occupazione di Kirkuk e delle altre aree “contese” in Kurdistan, ce n’è una che riporto perché è accompagnata dai nomi. Nella provincia curda di Garmiyan lo scorso 20 ottobre un gruppo di quei miliziani avrebbe violentato una ragazza di sedici anni, Samia Said Saleh. Il comitato contro la violenza sulle donne di Garmiyan aggiunge che la ragazza e i suoi genitori, Sanna Ahmad Omar e Said Saleh Wali, si sarebbero suicidati andando a sbattere con la loro auto. Ieri anche il responsabile del governo di Erbil per le organizzazioni internazionali, Dindar Zebari, ha diffuso ai consolati, all’Onu e alle Ong un dettagliato rapporto sulle violazioni commesse dalle milizie nella zona occidentale di Mosul e del Tigri. Ne cito alcuni capi. “Molti affiliati dell’Isis potrebbero essere stati integrati nelle Forze della Mobilitazione Popolare (Hashd al-Shaabi). Queste ultime coprono l’87 per cento delle forze centrali di polizia, di cui indossano le uniformi perché sono detestate dalla popolazione civile della provincia di Ninive. Appartengono a Hashd anche il 94 per cento delle forze speciali irachene. Molti degli ufficiali in comando sono iraniani e non parlano arabo”. Il rapporto menziona alcuni episodi di abusi. Due rapiti e uccisi a Zummar (Abdul Aziz Muhammad Hamada al-Jaburi, Jassem Alyas al Rashidi, il 12 novembre). Un ucciso, Hussein Humaid al-Tharabi, nel villaggio di Jarzuniya, saccheggiato e svuotato degli abitanti il 25 ottobre. Saad Darwish Shammari, a Rabia, rapito e rilasciato con gambe e mani spezzate dietro pagamento di 35 mila dollari. Altri episodi di case invase e saccheggiate, e gli abitanti sunniti bastonati e ammoniti a lasciare i loro villaggi. Il rapporto elenca 20 gruppi componenti delle forze Hashd coinvolti in quella zona.

 

Le violenze più numerose e gravi si sono avute a sud di Kirkuk, a Tuz Khurmathu, dove case, scuole e moschee sono state date alle fiamme o fatte esplodere e persone uccise, i corpi trascinati come trofei. Il signore dell’usignolo era di lì.

 

P. S. Avevo appena scritto quando arriva la notizia che un’autobomba in un mercato di Tuz Khurmathu ha fatto almeno 20 morti e 70 feriti, nel pomeriggio di ieri, martedì.

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