LaPresse/Elisa Contini

In difesa di piante e animali

Adriano Sofri

Animalisti o cacciatori, ottimisti o pessimisti climatici, state a sentire

Animalisti o cacciatori, ottimisti o pessimisti climatici, state a sentire. Che sia stata un’estate dura ve ne siete accorti. Be’ lo è stata enormemente di più per animali e piante. Siccità e incendi si sono combinati con un’estensione e una durata enormi. Territori di centinaia di km, soprattutto nel centrosud, ne sono usciti con perdite che avranno bisogno di molti anni per essere risarcite, ammesso che gli anni a venire siano meno inclementi o criminali di questo. Animali di ogni genere sono stati decimati, e i superstiti, per terra e per cielo, sono estenuati, affamati e soprattutto assetati. Le raccolte d’acqua, decisive per l’abbeverata della fauna stanziale e migratrice, si sono ridotte drasticamente fino a scomparire. La biomassa vegetale è fortemente pregiudicata, la produttività delle piante, frutti, bacche, che nutrono gli animali, insetti compresi, gravemente ridotta. Le poche zone illese da siccità e incendi sono trasformate dalla caccia in trappole inesorabili. Che non si corregga drasticamente il calendario venatorio in questa situazione è, prima che immorale, imbecille. Un paese che non abbia a cuore i suoi animali, le sue piante, le sue acque, è un paese che vuole perdersi, con il fottuto carniere pieno.

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