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Cosa succede al "centro di riabilitazione" di Bartalla, dopo che l'Isis ha perso Mosul

Adriano Sofri

Nel campo ci sono 170 famiglie (imparentate con aderenti allo Stato islamico) sfollate dalla città liberata dal controllo jihadista

Secondo Human Rights Watch gli iracheni hanno installato un “campo di riabilitazione” per almeno 170 famiglie sfollate da Mosul imparentate con aderenti all’Isis. Il campo si trova a Bartalla, un centro già popolato da cristiani a est di Mosul. Secondo l’associazione, il campo è in realtà un luogo di detenzione e di punizione collettiva. Le famiglie di cui si parla comprendono mediamente un numero alto di membri, vicino alla ventina. Il rapporto scrive: “Operatori sanitari del campo dichiarano che almeno 10 donne e bambini sono morti nel viaggio per il campo o al suo interno, soprattutto per disidratazione”. I servizi di sicurezza iracheni evocano la necessità di impedire le vendette contro i parenti degli affiliati all’Isis.

 

Amnesty International ha a sua volta pubblicato il suo rapporto complessivo sulle conseguenze della battaglia per Mosul ovest sui civili, lo si legge in rete: “At Any Cost. The Civilian Catastrophe in western Mosul, Iraq”. Vi si legge fra l’altro che “La vera cifra totale dei morti per la battaglia di Mosul ovest è probabilmente destinata a non essere mai conosciuta. Una solida attribuzione di responsabilità per gli attacchi si è rivelata ardua per i gruppi che documentano le perdite civili a Mosul ovest. Tuttavia secondo Airwars, uno di questi gruppi, fra il 19 febbraio e il 19 giugno 2017 attacchi lanciati da forze irachene e della coalizione possono aver causato la morte di 5.805 civili”.

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