Quelle donne sfregiate con l'acido che rischiano di non fare più notizia

Adriano Sofri

In India si moltiplicano le violenze. E le misure più severe contro gli assalti restano decisamente inefficaci

Ho visto un paio di notizie dall’India. La prima era sul Guardian ieri, illustrata dalle fotografie di donne nelle situazioni più ordinarie con una faccia di mucca. La maschera è molto ben fatta e fa pensare a certe divinità di due nature. È opera di un artista di Calcutta, Sujatro Ghosh, il quale rivolge attraverso le sue collaboratrici volontarie la domanda: le donne sono meno protette delle mucche? Domanda che sarebbe rivelatrice comunque e lo è molto di più in un tempo in cui si moltiplicano le aggressioni e i linciaggi dei fanatici induisti contro le minoranze.

 

La seconda notizia era di domenica e l’avevo letta due volte per essere sicuro di non aver capito male. Si intitolava “Donna indiana al quinto attacco con l’acido nonostante la protezione della polizia”. È successo a Lucknow, capitale dell’Uttar Pradesh, in un rifugio che accoglie la signora, una madre di 35 anni. C’era un poliziotto di guardia giorno e notte ma gli era vietato entrare nella casa-rifugio. L’assalitore invece ha scalato un muro ed è arrivato a versare il suo acido addosso alla donna che stava prendendo l’acqua a una fontana. Ustionata sul viso e sulle spalle, lei è per un’ennesima volta in ospedale. Nel 2008 la signora, di cui non è stato fatto il nome, era stata vittima di uno stupro di gruppo e sfregiata con l’acido da due aggressori, che punivano così i rivali in una disputa patrimoniale. Gli stessi aggressori erano tornati a sfregiarla con l’acido nel 2012 e nel 2013 per forzarla a ritirare la denuncia nei loro confronti o vendicarsene. Lo scorso marzo la donna era in treno con una delle sue bambine e i due aggressori la raggiunsero e la costrinsero a bere dell’acido. Furono arrestati e rilasciati su cauzione in aprile, il mese dopo. Il resoconto della France-Press ricorda che sono state adottate in India misure più severe contro gli assalti con l’acido, restate decisamente inefficaci. Riprendo qui la storia perché è iperbolica e per così dire inimmaginabile e perché minaccia di non far più fare notizia agli uomini che sfregiano le donne con l’acido. Una sola volta? Ci sarà un’attenuante? Un’esimente, come con la tortura nella traduzione italiana? E quando una donna intrepida, come abbiamo imparato a conoscerle, vorrà denunciare che cosa le è successo, non racconterà più di un giorno terribile della sua vita ma di tanti giorni, come la reduce di una guerra mondiale senza fine di cui porta le ferite di tante battaglie campali.

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