Un monumento che raffigura Franz Kafka, a Praga

Quanto Kafka c'è a Praga

Adriano Sofri

Viene da chiedersi a quanto ammonti il contributo di Kafka al pil ceco

Franz Kafka guardava fuori dalla finestra e non di rado pensava di buttarsi giù. Una volta immaginò che si potesse, più che buttarsi, versarsi fuori dalla finestra. Praga fa pensare a un’alluvione che si sia versata fuori da quella finestra e che abbia continuato a crescere, sulla quale galleggi anche la moltitudine di visitatori, allegramente. Nella via Pařížská, già Niklasstrasse, dove Kafka guardava dalla finestra quando scriveva Il verdetto e La metamorfosi e la cosiddetta America, la sfilata montenapoleonica di grandi firme induce a chiedersi a quanto ammonti il contributo di Kafka al pil ceco. Si può anche andare a visitare – è tutto lì, a due passi – la sede della Società Franz Kafka, Společnost Franze Kafke. C’è una modesta libreria che continua in una biblioteca dignitosa di libri su Kafka, un cortiletto, e un piccolo edificio nel cui scantinato è ricostruita la biblioteca dei libri che Kafka possedette o ebbe in lettura. Pochi scaffali attorno a un tavolinetto. Sconsiglio di andarci, naturalmente. E’ come se l’alluvione si pentisse, le acque allegre venissero richiamate e rifluissero nel piccolo scantinato senza finestra, fino all’asciutto del tavolinetto e ai libri che Franz Kafka si procurava, nelle edizioni economiche.

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