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La pulizia etnica delle vacche olandesi in Turchia

Adriano Sofri

“Non abbiamo bisogno di bestiame olandese – ha proclamato il loro capo, Bülent Tunç, in un empito di fierezza nazionale – abbiamo i nostri valorosi bovini turchi”

La Turchia minaccia di revocare il fulgido contratto con l’Europa sul trattenimento dei profughi nei propri confini. Intanto, per il caso che non l’abbiate già letta, riassumo la notizia sulla deportazione in Olanda di 40 bovini frisoni del Holstein – giusto un anticipo dell’intera pulizia etnica – da parte dell’associazione di produttori di carni rosse della Turchia. “Non abbiamo bisogno di bestiame olandese – ha proclamato il loro capo, Bülent Tunç, in un empito di fierezza nazionale – abbiamo i nostri valorosi bovini turchi”. Il primo rimpatrio, da un allevamento della provincia di Çanakkale, è avvenuto nel giorno delle elezioni nei Paesi Bassi. Non so se gli sciovinisti di Wilders abbiano preparato accoglienze patriottiche delle povere bestie mansuete, il cui destino è comunque segnato. “Se l’Olanda non dovesse accettarle – ha annunciato il boss degli allevatori turchi – le macelleremo e distribuiremo in giro i tagli”. Piuttosto che commentare, vorrei allegare un’immagine delle creature in questione.

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