Jalal Talabani (foto LaPresse)

Quel pranzo tra Berlusconi e Talabani nel 2006

Adriano Sofri

Berlusconi si diceva preoccupato di perdere le elezioni. Talabani cercò di tirarlo su ricordandogli che anche Churchill, che pure era l’eroe della vittoria sul nazismo, aveva subito dopo perso le elezioni

In una colazione fra veterani della politica curda ieri a Suleymaniah un signore gentile, già capo di gabinetto di Jalal Talabani all’epoca in cui era presidente dell’Iraq, ha raccontato un pranzo romano con Silvio Berlusconi, allora presidente del Consiglio, nel 2006, alla vigilia delle elezioni politiche italiane.

 

(Del menu posso riferire che “Mam Jalal”, lo zio Jalal, come qui chiamano il prestigioso vecchio leader curdo, era poco contento della pasta ma fu entusiasta del gelato, che Berlusconi garantì fatto in casa, e avrebbe voluto chiederne un supplemento da portar via).

 

Berlusconi si diceva molto preoccupato di perdere le elezioni. Talabani cercò di tirarlo su ricordandogli che anche Churchill, che pure era l’eroe della vittoria sul nazismo, aveva subito dopo perso le elezioni. Berlusconi scosse la testa e disse: “Io non ho mai voluto essere un eroe, io voglio essere il presidente del Consiglio”. Fin qui l’aneddoto. Berlusconi poi perse le elezioni, ma di poco, vinse l’Unione di Prodi. Si votava con la legge porcata.

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