Sarri, ti odio

Maurizio Crippa

Lo spregio dell'estetica dell'allenatore del Napoli e il suo scorrettismo da bar dello sport. Però va riconosciuto il merito. Non so se calcistico – ci sono dei top commentatori napoletani che dicono “uguale a Mazzarri”, e non è un complimento.

Maurizio Sarri è come Vincenzo De Luca: c’è chi gli piace, e chi no. Io no. Il punto divisivo non è il bel gioco, o la bella politica: è lo spregio dell’estetica. Detesto il suo scorrettismo da bar dello sport. Inoltre ha sulla coscienza il fatto che – con quel suo famoso insulto, fu causa scatenante della crisi psicotica del Mancio. Col risultato che, saltati i nervi, gli saltò la squadra e pure la panchina. Così che ora, noi Orfani, siamo lì alle prese col Tulipano Grigio. Sarri, ti odio. Però va riconosciuto il merito. Non so se calcistico – ci sono dei top commentatori napoletani che dicono “uguale a Mazzarri”, e non è un complimento. Del resto è uno che fa commenti così: “Noi abbiamo avuto quattro palle gol, loro soltanto due”. Che fa, gli schemi col pallottoliere? Però sabato sera, dopo tutto quel bordello ridicolo sull’odio di un’intera città per il traditore Pipita, l’uomo serio che c’è sotto la scorza ruvida ha detto una cosa lodevole: “Higuain resta un figlio, sono sicuro che anche tra dieci anni continueremo a sentirci”. Poi ha bastonato l’Insigne fantasista di Frattamaggiore: “Che giochi bene o male, deve accettare le decisioni e stare zitto. Ci chiariremo ma non deve rispondere all’allenatore”. Il De Luca del pallone.

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  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"