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Ecco quali sono le eccellenze dell'Italia. Un'inchiesta del Foglio

Claudio Cerasa

Cosa sa fare il nostro paese e i prodotti di cui andare orgogliosi in tutto il mondo

Che cosa sa fare l’Italia? In uno splendido volume uscito pochi mesi fa per Laterza, il direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, e una professoressa di Politica economica di Roma Tre, Anna Giunta, hanno raccolto una serie di spunti per raccontare la storia recente dell’Italia attraverso le cose che il nostro paese sa fare. Un popolo, un paese, scrivono Rossi e Giunta, è in larga parte ciò che sa fare e raccontare ciò che il nostro paese sa fare può essere un modo utile per capire qualcosa di più su quello che l’Italia è.

 

L’idea del libro ci è piaciuta da matti e per questo abbiamo deciso di fare un passo in avanti per completare il cerchio e provare a raccontare qualcosa di più: non solo, come fanno Rossi e Giunta, quali sono le dinamiche di successo del nostro paese ma anche quali sono i prodotti in cui eccelle l’Italia. Da mesi, i principali dati che fotografano lo stato di salute dell’economia italiana ci dicono che, seppure a velocità non sempre soddisfacenti, la nostra produzione industriale si sta rafforzando, il numero degli occupati sta crescendo e il trend della nostra crescita sta migliorando (nel secondo trimestre 2017, ha comunicato ieri l’Istat, il prodotto interno lordo ha segnato un aumento dello 0,4 per cento sul trimestre precedente, registrando la crescita tendenziale più alta degli ultimi sei anni). Ma nessun dato ci dice quali sono le piccole, medie e grandi eccellenze che riescono a spingere la nostra economia con una forza neppure lontanamente paragonabile a quella che può derivare dalla spinta della politica.

 

Per capire quali sono i prodotti in cui l’Italia eccelle a livello mondiale abbiamo chiesto un aiuto a Marco Fortis e ai nostri amici della fondazione Edison, che hanno elaborato per noi un formidabile indice delle eccellenze competitive nel commercio internazionale, incrociando dati Eurostat, Istat, numeri sul commercio internazionale dell’Onu e classificazione economica delle merci stabilita a livello mondiale dal Comitato di cooperazione doganale. I risultati sono da leccarsi i baffi. In base a questo indice, l'Italia è risultata prima, seconda o terza al mondo per surplus commerciale con l’estero in ben 844 prodotti, per un valore complessivo di 161 miliardi di dollari. In particolare, l’Italia figura prima al mondo in 210 prodotti, per un controvalore di 51 miliardi di dollari di surplus con l’estero. Seconda in 344 prodotti, per un controvalore di 68 miliardi. Terza in 290 prodotti per un controvalore di 42 miliardi di dollari. Tra i prodotti più di successo ci sono storie che riguardano ambiti di ogni genere: rubinetteria, macchine per imballaggio e industrie alimentari, macchine utensili per metalli, piegatrici e raddrizzatrici, macchine per la carta, yacht a motore, elicotteri, navi da crociera, calzature in cuoio, maglioni, pullover, borsette in pelle, portafogli, pelletteria, occhiali da sole, trucchi e make-up, piastrelle, ceramiche, divani, vini, cioccolata, caffè, prodotti da forno, pomodori preparati o conservati. E la storia di questi prodotti ci aiuta a capire cosa è successo nel nostro paese negli ultimi vent’anni. A partire dal settore dell’industria meccanica arrivando ai settori più tradizionali della moda.

 

Esiste un’Italia che non funziona, che corre meno di quanto potrebbe, che si muove meno di come dovrebbe, e poi esiste un’Italia che invece non solo ce la fa ma che rappresenta un esempio per tutto il mondo. La prima Italia la trovate raccontata ogni giorno su tutti i giornali. La seconda Italia la troverete raccontata da oggi in poi sulle pagine del Foglio. Una breve storia ogni giorno di un’eccellenza italiana di cui andare orgogliosi in tutto il mondo. Non sarà un bagno di ottimismo, come qualcuno potrebbe credere, ma sarà un bagno di realismo, che come ricorda Fëdor Dostoevskij ne “L’Idiota”, pur essendo realtà, spesso appare come qualcosa di inverosimile: “Ogni fatto reale, per quanto obbedisca a proprie, immutabili leggi, ci appare quasi sempre incredibile e inverosimile. E quanto più è reale, tanto più talora ci appare inverosimile”. Si comincia oggi. La prima scheda la trovate qui. Buona lettura.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.