The big sick

di Michael Showalter, con Kumail Nanjiani, Zoe Kazan, Holly Hunter, Ray Romano, Anupam Kher

Mariarosa Mancuso

Le circostanze costringono a precisare una sensazione avuta al Festival di Locarno, dove il film era presentato in anteprima (sulla scia di commosse recensioni e ottimi incassi, 40 milioni di dollari negli Usa, altri 10 in giro per il mondo, ne avranno spesi al massimo cinque per girarlo). La Love Story – in maiuscolo perché non è un amore qualunque, ricorda lo strazio di Ryan O’Neal davanti alla malatissima Ali MacGraw – viene scandita dagli spettacoli del comico pakistano Kumail Nanjiani, nato a Karachi e ora provvisto di passaporto americano. Sua è la storia del film, garantita vera e sceneggiata insieme alla consorte – e allora fidanzata – Emily V. Gordon: dalla misteriosa malattia è guarita, sta benissimo, recita nella serie “The Deuce” accanto a James Franco. Lieto fine, grande amore, tenera dedizione e sacrificio (mentre, come si racconta nel film, i genitori di lui procuravano fanciulle musulmane da sposare e i genitori di lei non avevano neppure il sospetto che esistesse un fidanzato, meno che mai esotico). Ma gli inserti di stand up comedy “alla Louis C. K.” non fanno ridere. Nonostante la benedizione del produttore Judd Apatow, che già aveva notato e lanciato Lena Dunham, rallentano e appesantiscono il film. E’ un tipo di comicità che sanno fare solo pochi americani, o gli inglesi come Eddie Izzard, dovremmo tenerceli cari almeno quanto i panda (purtroppo anche Sarah Silverman ha avuto un cedimento sull’amico di 25 anni, e quasi cognato: quando non era nessuno ebbe una storia con sua sorella Laura Silverman). Punto debole a parte, “The Big Sick” è una commedia romantica con scontro di culture, abbastanza per dare il brivido senza schiacciare mai il pedale della satira. Kumail fa l’autista per Uber, quando non sale sul palcoscenico della cantina sperando di essere notato, o quando non corteggia la biondina Zoe Kazan facendole vedere film dell’orrore. A differenza della famiglia di lui, che vorrebbe il figlio medico o ingegnere, ed è caricaturale, la famiglia di lei – grazie a una bravissima e sempre furiosa Holly Hunter, sposata con Ray Romano – è disegnata come l’arte della sceneggiatura comanda.

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