Sieranevada

Regia di Cristi Puiu, con Mimi Brănescu, Judith State, Bogdan Dumitrache, Dana Dogaru

Mariarosa Mancuso

Il complottista rumeno è gemello del complottista grillino. Compulsa ossessivamente internet, dove trova ciccia per ogni suo delirio. Gli attentati che cadono sempre l’undici del mese, i terroristi che lasciano la carta d’identità sul luogo dell’attentato, sigle e controsigle che rivelano la trama segreta del mondo. Indottrina la famiglia, a portata di mano durante una commemorazione funebre, 40 giorni dopo la morte: passaggio obbligato perché all’anima del capofamiglia defunto si spalanchino le porte del paradiso. Ma il prete tarda, e non ha neppure avvertito. Gli antipasti sono già in tavola, guai a mangiarli prima del tempo (il resto della pantagruelica cena sta nel forno). Nell’appartamento si ritroveranno in sedici, ognuno con il suo contenzioso, magistralmente governati da Cristi Puiu, regista rumeno che si era fatto notare con “La morte di Mr Lazarescu”.

 

Il film, deprimente e ridanciano, manteneva quel che il titolo prometteva: un vecchietto sballottato di pronto soccorso in pronto soccorso. Non è un bel biglietto da visita, per un film di quasi tre ore nel chiuso di un appartamento. Eppure “Sieranevada” (con l’errore, non significa nulla, il regista lo ha scelto perché rimanesse identico in tutte le lingue) ha una non comune capacità di attrazione. Basta un po’ di complicità all’inizio, sarà ampiamente ripagata da una sceneggiatura che mette a fuoco i personaggi con incredibile bravura, un dettaglio dopo l’altro, fino all’esplosione finale. Se però non vi interessa passare tre ore con una famigliola rumena piuttosto litigiosa – una figlia sta sempre a singhiozzare, oltre al complottista c’è la signora con filo di perle e cappello anche in casa, nostalgica del comunismo che ha costruito le case popolari e portato l’elettricità – non ci sentiamo di darvi torto. Sappiate comunque che c’è più soddisfazione in uno solo di questi litigi (e in “Sieranevada” si accumulano) che in tutti i film italiani sentiti celebrare come capolavori negli ultimi mesi. Per non parlare della scioltissima recitazione e della magnifica regia: porte che si aprono, porte che si chiudono, tra la sala da pranzo, la cucina, la stanza da letto, il bagno che serve da confessionale.

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