L'abbraccio tra Levante e Francesca (foto Facebook X Factor)

A X Factor il solito copione di talenti mischiati a soggetti da Corrida

Simona Voglino Levy

La seconda puntata delle audizioni del talent di Sky Uno regala davvero poco. E i casi umani, grazie alla cattiveria imbarazzata dei giudici, tengono in piedi le quasi due ore di trasmissione

La premessa, per chi si accinga alla lettura delle seguenti righe, è che non ci troverete nulla di sensazionale. Non che da una puntata di X Factor, gioiello prezioso di Sky Uno, ci si debba aspettare molto oltre alle performance di giudici e concorrenti aspiranti cantanti che “da grande vorrei vivere di musica”. Però, l’appuntamento mandato in onda ieri sera ha regalato davvero poco.

Giusto il solito avvicendarsi sul palcoscenico di talenti mischiati a soggetti da Corrida. Ma senza Corrado.

  

 

Una su tutti: Tian. Un po’ italiana, un po’ cinese e pure irlandese e per ¼ inglese, lei si è palesata – apparecchio fisso cangiante - in un vestituzzo pied de poule dalla forgia modesta. “Più che cantare, ho presenza scenica”, ha spiegato. Quindi, ha attaccato con un brano di… Mina. L’esposizione al pubblico ludibrio è stata inevitabile. Ma lei, meno male, rideva.

Fra i talenti, divertente Cindy Lauper nel corpo acerbo di Eleonora Noemi Rao, bruttarella con portamento e studentessa di arti performative. Che vuol dire: canto, ballo e recitazione. “Praticamente Amici, ma una scuola seria”, ha suggerito Fedez. Maria De Filippi, ringrazia.

  

E poi c’è stato Alex De Franco dalla provincia di Crotone che col suo inedito intitolato “La mediocrazia”, voleva raccontare la mediocrità che ha intrappolato la musica di questi tempi mosci e, invece, ha fatto inviperire i giudici: “La tua supposta superiorità rischia di fare la fine di tutte le supposte”, gli ha rimproverato Manuel Agnelli. 4 no, nemmeno a dirlo, e una discreta figura di palta da portare a casa.

 

Inutile, a questo punto, dirvi che la puntata si è svolta secondo un copione non scritto, con la consueta sfilata alternata fra talenti e casi umani che poi, a dir la verità, sono quelli che - grazie alla cattiveria imbarazzata dei giudici, veri protagonisti del talentone - tengono in piedi le quasi due ore di trasmissione.

C’è stato Edoardo Aiello con la sua “Non mangio carne, ma solo vegetale”, versione reggae. Poi una giovanotta burrosa che s’è messa a difendere la categoria inerme delle “curvy”, canticchiando: “Vado matta per il lardo”. E poi: Rossella, anni 46, acchittata più per Uomini e donne a dire il vero, che nella vita ha un bar, “ma non ci vado mai, giusto per prendere l’incasso”. Lei ha portato Il mare d’inverno, toccando picchi inediti di auto-umiliazione.

 

 

E ancora: Davide Mohire, dal Rwanda. Non parla italiano, né lo capisce. Però ha portato una canzone di Fabri Fibra, pur dichiarandosi fan di Fedez. E ancora, per restare in quota “Corrida senza Corrado”, Lucilio da Caserta, il quale, interrotto a metà performance, si è giustificato, sicuro: “i fischi sono per l’80% di maschi”.

 

Meno male, Lorenzo da Ragusa (“sono un tenore, mi diverto con la musica classica e non”), belloccio in smoking ha tirato su il morale con una versione swing di Like a Prayer di Madonna, davvero ben interpretata. Novello Michael Bublè.

Francesca, che ha iniziato a suonare da sola e ora ha 16 anni, ha portato Your song di Elton John. Completamente struccata, apparecchio fisso su bretelle rosse lasciate morbide sopra a forme ancora incerte - la chitarra appesa al collo - ha fatto emozionare persino dal divano. Domenico, figlio di un pianista, si è esibito in una versione “totalmente mia di Kiss di Prince”. Eccezionale.

 

I Belize, fan dichiarati degli Afterhours, un po’ troppo indie per il palco pop di X Factor, sono stai perfettamente compresi. Carolina, mezzo veneziana e mezzo brasiliana, ha portato Israele con Asaf Avidan: piano e voce per un’esibizione potente. Andrea, invece, s’è portato Napoli. Pizzaiolo di professione, voce da storia a lieto fine, ha dimostrato quanto vasta possa essere l’incongruenza tra ciò che siamo e quel che sembriamo.

 

La quota revanchismo è di Gabriele, scartato l’anno scorso ai bootcamp per decisione di Arisa. Quest’anno, ha proposto un suo inedito, Limits. Che aspettiamo di poter scaricare.

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