Le vacanze intelligenti

Andrea Ballarini

Su di loro si è già detto tutto. Ma non è una buona ragione per non ribadire l’ovvio. Ecco alcune dritte di pronto impiego

• Concetto ormai definitivamente usurato. Per segnalarsi come intellettuali eccentrici fuori dal coro, deplorare la sottovalutazione  delle vacanze idiote.

 

• In vacanza non fare mai nulla di quello che fanno tutti gli altri. Il massimo è non andare in vacanza del tutto.

 

• Aborrire la vacanza. Adorare la villeggiatura. Chic.

 

• Frequentare i musei fondamentalmente per incontrarvi giovani intellettuali dell’altro sesso, contando su una concorrenza molto meno spietata che in discoteca.

 

• Paragonare la guida elettronica che illustra le opere d’arte dei musei alla radiolina che i fidanzati degli anni Settanta tenevano all’orecchio la domenica pomeriggio quando portavano fuori la fidanzata. Rabbrividire.

 

• Ammettere sfrontatamente che si visitano chiese e palazzi storici solo per non passare da ignorantoni, suscita l’immediata – e tacita – solidarietà del prossimo. Di seguito parlare della necessità di rivalutare la gita al centro commerciale. Lasciare il dubbio che non si stia scherzando.

 

• Interrogarsi su quale debba essere la quantità di tempo da trascorrere in ammirazione di opere d’arte o monumenti per suggerire una natura sensibile: troppo poco e si passa da superficiali, troppo e si fa la figura dei pedanti. Con la pratica si affina l’opportuna sensibilità.

 

• In un museo tendere l’orecchio per cogliere i commenti goffi di altri visitatori. Non appena se ne individui uno, lanciare uno sguardo d’intesa alla ragazza su cui si cerca di far colpo, ad accomunarla alla vostra superiore cultura.

 

• Ricordarsi sempre di stigmatizzare l’esterofilia dei connazionali che girano il mondo ma non conoscono il nostro bellissimo paese. Arabescare.

 

• Non partire per le vacanze fino a che non si è assolutamente certi che tutti gli amici siano rientrati. Ricordarsi di dire che a quel punto si spende un terzo e senza oceani di turisti ti trattano infinitamente meglio.

 
• Detesto il concetto di vacanza intelligente, che recentemente ha avuto gran successo; mi pare presupponga che l’anno sia tutto idiota, eccetto quei quaranta giorni (Giorgio Manganelli)

• A ogni visita a mostre o a un musei d’arte contemporanea citare a memoria interi dialoghi di Alberto Sordi e della buzzicona alla Biennale di Venezia.

• Nutrire da anni il segreto desiderio di trascorrere due settimane in un Club Med cinque stelle superior all inclusive, ma non osare farlo per timore di rovinarsi la nomea – costruita in anni di vacanze faticosissime – di veri viaggiatori.

• Sostenere che il turismo è la vera industria pesante dei nostri tempi e che per questo ogni meta, per quanto esotica sia, ha solo due o tre anni utili per essere visitata, poi viene snaturata per sempre.

• Lo splendore sociale si raggiunge se si riesce a visitare una cattedrale ignorando il ciclo di affreschi universalmente celebre, preferendogli un’oscura cappelletta sempre chiusa – ma che si riesce a far aprire previo congrua mancia al sacrestano – ove è possibile ammirare un’opera minore di un fondamentale, ma a tutti ignoto, tranne a voi, maestro del Quattrocento. Evitare di farsi beccare a ripassare il nome del maestro.

• Il vero viaggio si fa da soli, tutto il resto è turismo e, pertanto, da aborrire.

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