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Agosto

Andrea Ballarini

È tornato. Una volta all’anno è doveroso fare qualcosa. Che se ne abbia voglia o meno è irrilevante. Per questo, meglio portarsi avanti e sapere cosa dire in questi trentun giorni

• Non ci sono più quei bei mesi d’agosto di una volta dove era tutto chiuso davvero e si dovevano fare dei chilometri per andare a comprare il pane. Rallegrarsene.

 

• Il peggior momento per fare le vacanze: c’è un sacco di gente ovunque, costa tutto tantissimo e ti trattano col culo. Arabescare a soggetto.

 

• Perché i ghiaccioli sono spariti da molti bar e quando li chiedi il barista ti guarda vagamente sdegnato e ti dice: “Ma noi non abbiamo ghiaccioli!”. Di seguito far partire un pippone sulla decadenza dell’Occidente.

 

• “Bollino rosso.” Espressione in uso esclusivamente negli studi televisivi. Qualora qualche sconsiderato la usasse anche nella vita normale, bandirlo.

 

• Ci si qualifica come uomini di mondo dicendo di non poterne più di mesi senza la erre perché si ha una gran voglia di ostriche. Di sottecchi osservare la reazione dell’uditorio.

 

• Neanche il delitto dell’estate è più quello di una volta. Ormai, al massimo, si ha diritto al delitto della settimana. Tuonare contro il consumismo esasperato.

 

• Poesia del centro storico deserto e/o del parcheggio facile. Evitare. Usurata.

 

• Al dieci del mese cominciare a sentire fortissima la nostalgia dei cappotti e dei maglioni con il collo alto.

 

• Se anagraficamente attrezzati, rievocare con nostalgia le partenze intelligenti di quando si era bambini: l’unica occasione di vedere sorgere il sole.

 

• Provare sempre un certo imbarazzo allo domanda: “Quando parti?” Rispondere che si resta volentieri in città perché si deve scrivere una cosa. Meno si specifica cosa, maggiore è l’effetto.

 

• Trovare commovente lo scambio di sguardi di solidarietà dei milanesi superstiti che si incrociano all’Esselunga davanti al banco del pesce.

 

• Se se ne possiede uno in città, provare l’ebbrezza di uscire nudo sul terrazzo.

 

• Se si è in vacanza con moglie, figli e suocera, rimpiangere le sfrenate vacanze da single. (Vedi seguente)

 

• Quando qualcuno chiede dove andiate in vacanza, ovunque andiate aggiungere alla risposta: “Ma cosa vuoi? Con la famiglia...” lasciando intendere che altrimenti ci si sarebbe abbandonati a ben altre sfrenatezze. Non è necessario essersi mai abbandonati ad alcuna sfrenatezza quando eravate single.

 

• La sola valida ragione per fare le vacanze in agosto è essere l’ultimo che resta in spiaggia quando tutti gli altri sono già tornati in città. Se non è un progetto realizzabile, allora meglio rinunciare del tutto. Chic.

 

• La Mostra del cinema di Venezia ha quasi la stessa capacità evocativa dell’imminente fine di tutto della sigla di 90° minuto, quando al lunedì mattina c’era l’interrogazione di matematica. Convenirne.

 

• Se all’inizio di settembre non si è abbronzati sarà meglio avere una buona scusa. Convenirne. (Vedi seguente)

 

• Scommettere quale sarà il primo dei vostri conoscenti che, incontrandovi all’inizio di settembre, dirà: “Ma non ti sei abbronzato per niente!” Valutare repliche sarcastiche.

 

• Non appena se ne presenti l’occasione dire “Agosto, moglie mia non ti conosco”. Se qualcuno rimprovera (anche solo con lo sguardo) la desolante banalità, superarlo sul piano culturale replicando che si stava citando il libro di Achille Campanile.

 

• Proclamare stentoreamente la volontà di non fare nulla durante il mese d’agosto, tranne scendere di tanto in tanto al supermercato per evitare la morte per inedia. Vagheggiare di tapparsi in casa con il condizionatore a leggere una ventina di libri. Teorizzare il restare in mutande tutto il tempo. Di seguito, partire per la consueta, frenetica vacanza esotica.

 

• I fuochi artificiali a Ferragosto erano bellissimi, ma quando sono finiti m’è venuta una tristezza... (da un mio tema di terza elementare).

 

• In Italia nel mese d’agosto, persino Dio è in vacanza. (Gabriel García Márquez)

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