Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

Due settimane senza i figli

Andrea Ballarini

Per molti sono il periodo più atteso dell’anno. Per altri sono anche una parentesi di ansie da lenire nei modi più vari. In ogni caso è fondamentale affrontare la conversazione su questo tema snocciolando le ovvietà più chic.

  • La vostra vera vacanza. Arabescare sul tema.

  

  • Non vedere i propri figli da due settimane, perché sono in vacanza con i nonni, e non provare alcun senso di colpa, pertanto sentirsi in colpa.

  

  • Ripromettersi di uscire tutte le sere come quando avevate diciott’anni, ma dopo la prima sera annoiarsi. Rammaricarsene. Dissertare sulla fuggevolezza della gioventù. (Vedi seguente)

   

  • Forzarsi a uscire tutte le sere, perché avete un anno di weekend sabotati da febbri improvvise da recuperare. Non osare ammettere ad alta voce che l’unica cosa che vorreste sarebbe stare in mutande sotto il condizionatore a guardare serie tv ad libitum.

  

  • Realizzare con un certo disagio che gli amici cominciano a evitare di richiamarvi perché temono che gli proponiate ulteriori serate sfrenate.

  

  • Cominciare il count-down della partenza dei figli per la montagna due mesi prima. Negli ultimi giorni avere accumulato le stesse aspettative di un ginnasiale prima della gita di classe.

  

  • Dopo qualche anno si giunge alla conclusione che, durante le due settimane di licenza, è fondamentale evitare di frequentare altre coppie in licenza, poiché il retrogusto amaro dei tempi andati guasta ogni divertimento. Valutare se dire con aria ispirata “Mais où son le neiges d’antan?”.

 

  • Nella settimana precedente la partenza dei bimbi, annunciare solennemente ad amici e amiche senza figli che per quindici giorni sarà di nuovo come avere diciott’anni. Sforzarsi di non rilevare i sorrisini imbarazzati.

   

  • Cinque minuti dopo che i figli sono partiti entrare in ansia perché non si sta trascorrendo ogni secondo delle due settimane di libertà in rave party e gangbang.

  

  • Sapere che ogni giorno di vacanza dai nonni vanifica due mesi di educazione e che al ritorno la prole sarà regredita allo stadio narcisistico perinatale, ma dirsi che avrete tempo nelle successive cinquanta settimane per rimettere i riga i piccoli mostri. Di seguito, protrarre una birra con gli amici finché non vi cacciano dal locale.

  

  • Proporre al partner di rifare sesso sulla lavatrice come ai tempi del fidanzamento. Farlo e, senza dirlo, ricordarsi perché poco dopo si era optato per superfici imbottite. (Vedi seguente)

   

  • Fare sesso sconsiderato con il/la partner su ogni superficie orizzontale della casa, ma constatare che se non si viene interrotti da pianti e urla o dall’accensione involontaria del pupazzo di Buzz Lightyear che dichiara di voler volare verso l’infinito e oltre, sembra che manchi qualcosa.

   

  • Sorprendersi ad avanzare ipotesi su cosa sarà successo al protagonista del cartone animato che tutti i pomeriggi vostro figlio guardava obbligandovi a dividere il divertimento. Rimuovere il pensiero, aprire il New Yorker, leggere i primi due periodi di un qualunque articolo e addormentarsi serenamente.

   

  • Non rispondere mai alle chiamate dei vostri genitori, temendo che vogliano rimandarvi la prole anzitempo.

  

  • Ricavare del tempo per ricordarsi di essere una coppia è saggezza. Utilizzarlo per gareggiare con gli amici del liceo a chi sa ancora cantare “Ti amo” di Umberto Tozzi con i rutti può essere appagante, ma rischia di minare la coppia. Saperlo.

  

  • Chiamare i vostri figli in vacanza tutte le sere e ricevere risposte sbadate e frettolose, poiché vogliono tornare a giocare con gli amichetti. Proiettare la frustrazione sul partner e litigare su questioni irrilevanti. Rammaricarsene.

   

  • Convincersi che avere ceduto alla nostalgia ed essere andati a recuperare i figli quattro giorni prima della fine della vacanza non è un’ignominiosa sconfitta. L’importante è saper dissimulare la delusione nel momento in cui si realizza che la prole non ha patito in alcun modo la lontananza e che, anzi, è alquanto seccata di dover tornare a casa anzitempo.

  

  • Per anni io e mio marito siamo stati a favore delle vacanze separate, ma i nostri figli sono sempre riusciti a trovarci. (Erma Bombeck)
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