Foto di Tony Hisgett via Flickr

Lo zenzero

Andrea Ballarini

È l’ingrediente del momento. C’è chi lo metterebbe ovunque, persino nella carbonara. Che ne siate appassionati sostenitori o riottosi oppositori, snocciolate sentenze come se la sapeste lunghissima.

• La rucola del terzo millennio. Tuonare contro.

 

• Adorarlo fa molto cittadino del mondo aduso ai sapori esotici. Se si è già noti per il proprio stile di vita internazionale, ora che è diventato di largo consumo, si può anche schifarlo.

 

• Sfidare i propri amici a distinguerlo ad occhi chiusi dalla scaglia di una saponetta aromatica dozzinale. Se adeguati anagraficamente, ricordare il bagnoschiuma Nordika che prometteva la lunga freschezza di una primavera in Scandinavia.

 

• Dichiarare di ordinare il sushi solo per lo zenzero. Chic. Valutare se lasciare il pesce al proprio fidanzato. Molto chic.

• Dopo aver controllato le sue proprietà su internet, dedurne che può curare qualsiasi patologia, dal raffreddore da fieno all’ingrossamento della prostata. Ogni volta che si apre Facebook scoprirne un nuovo potere taumaturgico. Pregustare già il momento in cui la ricerca di qualche remota università dimostrerà che fa venire il cancro.

 

• Non sapere che cosa sia esattamente: un fiore? Una radice? Un frutto? Organizzare un sondaggio tra amici e conoscenti.

 

• Ricordare che lo cita anche il Boccaccio nel Decamerone. Se qualcuno chiede a quale proposito, per non tirarsela troppo dire di non saperlo poiché Wikipedia non lo spiega. In effetti non saperlo veramente.

 

• Rimpiangere i tempi felici in cui l’unica occasione di incrociarlo era andare a comprare una scarpiera all’Ikea e uscire con una scatola di biscottini svedesi. Ricordare che, peraltro, i biscottini vi facevano anche un po’ schifo, ma la scatola di metallo era molto bella.

• Avere bevuto per tutta l’adolescenza la spuma al ginger senza avere il minimo sospetto che fosse fatta con lo zenzero. (Vedi seguente)

 

• Avere scoperto solo dopo decenni che ginger è il nome inglese dello zenzero. Essersi sentiti presi in giro.

 

• Avere avuto un amico assai vicino alla spiritualità dell’Asia che vi ha rovinato svariate padellate di moscardini in guazzetto buttandoci a caso manciate di zenzero, cardamomo e altre spezie orientali perché aprivano i canali spirituali. Avere rafforzato il proprio materialismo storico. (Vedi seguente)

 

• Vogliamo togliere sto cazzo di zenzero da ogni cazzo di pietanza? Vogliamo smetterla e ammettere che sa di leccata all'appuntalapis? (@La_Connie_  Tweet dell’11 novembre 2016)

 

• Dichiarare di non intrattenere rapporti con quel rizoma, salvo per quanto riguarda la ginger beer del vostro Moscow Mule quotidiano. Molto à la page.

 

• Accapigliarsi per decidere se sia di destra o di sinistra. Vista la provenienza da regioni che hanno subito il colonialismo occidentale potrebbe essere di sinistra; vista la sua vicinanza a tradizioni spirituali orientali potrebbe essere di destra. Scatenare il dibattito e lasciare la stanza.

 

• Ma che er ginseng è ‘n altro modo de chiamà lo zenzero? (Sentito chiedere al barista di un caffè del centro di Roma)

 

• Avere avuto un nonno centenario che allo scoccare del mezzogiorno si è bevuto un gingerino corretto col vino bianco per tutta la sua vita. Dedurre salutari proprietà del cocktail.

 

• Rammentare la volta che per ingraziarsi una ragazza molto sensibile all’alimentazione biologica si è finto entusiasmo per un piatto contenente miglio rosso, kodo, cardamomo, quinoa e zenzero. Di seguito avere scoperto che le piacevano le donne. Rammaricarsene ancora oggi.

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