Come fare bella figura in salotto senza necessariamente sapere quel che si dice

Lo street food

Andrea Ballarini

È sempre più di moda. Forse lo avete sempre frequentato, ma ora lo fanno anche le supermodelle e i professionisti del terziario avanzato. Ecco allora qualche concetto con cui riempirsi la bocca

- È la nuova frontiera dell'alimentazione contemporanea. Convenirne. Sbeffeggiare i ristoranti stellati.

 

- Parlare di street food è più importante che mangiarlo: qualifica come sapidi esegeti dei costumi contemporanei e non fa ingrassare.

 

- Gareggiare con gli amici a chi coltiva la forma di street food più rara. Tuttora imbattuti gli sfincioni palermitani.

 

- I limiti epistemologici della categoria sono saltati, da quando a Milano lo street food viene servito anche nei ristoranti tradizionali. Stigmatizzare la perdita dei punti fermi e il sincretismo.

 

- Conoscere un posto dove fanno la miglior focaccia di Recco di Milano. Cool. (Vedi seguente)

 

- Conoscere un posto dove fanno la miglior piadina romagnola di Shanghai. Chic. (Vedi seguente)

 

- Conoscere un posto dove fanno il miglior panino con la porchetta di Parigi. Très chic. (Vedi seguente)

 

- Ricordarsi sempre di mangiare lo street food tipico di un posto diverso da quello in cui ci si trova.

 

- Fare sottili distinguo tra l'arancino catanese e l'arancina palermitana. Citare l'Accademia della Crusca. Valutare se tirare in ballo Camilleri.

 

- Sostenere che a Roma la pizza al taglio è più buona di quella al piatto. Suscitare il dibattito, quindi abbandonare la discussione.


- Scagliarsi contro l'anglofilia (provincialissima: ricordarsi sempre di dirlo) che ha trasformato del sano, tradizionale, ignorante cibo di strada nel fighetto street food, con il conseguente triplicamento dei prezzi. (Vedi seguente)

 

- Ora anche i furgoncini che fanno i panini si chiamano food truck. Tuonare contro.

 

- Il gelato nella coppetta di cartone simbolicamente è la castrazione del cono. Arabescare a soggetto.

 

- Rievocare quando, squattrinati ma forti di un metabolismo postadolescenziale, si è sopravvissuti sei mesi a Londra nutrendosi esclusivamente di fish & chips.

 

- Essersi sentiti molto Indiana Jones allorché, durante una vacanza in India, un ambulante vi ha versato una tazza di chai da un pentolone che non era ovviamente mai stato lavato. Ricordare di avere detto la frase: "Vabbe', tanto è bollito."

 

- Gli hot dog dei baracchini di New York sono i più buoni del mondo. Sostenerlo con convinzione suggerisce uno stile di vita internazionale.

 

- "Oggi lo street food è glam, è gourmet, è trendy (...)" Titolo di un sito di street food. Averlo letto ed essere subito corsi a rileggere il "De vulgari eloquentia" per normalizzare la pressione.

 

- Nominare il pani câ meusa e aspettare che qualcuno chieda che cos'è. Cercare di indovinare chi dirà per primo "Brrr, che schifo!"

 

- Vantarsi di avere mangiato cavallette o altri insetti fritti nel corso di un avventuroso viaggio in oriente. Non appena qualcuno inorridisce, far partire un pippone sul fatto che gli insetti in futuro risolveranno il problema della fame nel mondo.

 

- Avere amato lo street food ben prima di sapere che fosse street food. Ora che lo sapete vi sta un po' sulle balle. Come sarà 'sta cosa? Ipotesi polemiche possibili: stigmatizzare l'anglofilia; condannare la strumentalizzazione delle tradizioni popolari; deplorare il radicalchicchismo.

 

- Partecipare alla presentazione dell'ultima collezione di uno stilista d'avanguardia al solo scopo di gettarsi sullo street food, quindi stroncare gli abiti (Una poveracciata!), ma lodare i panini col lampredotto.

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