Chiara Ferragni (foto LaPresse)

Chiara Ferragni, la ragazza d'oro

Annalena Benini

La magia della vita intima regalata senza imbarazzo a tutti quelli che vogliono guardare

Ha una voce piena di soldi”, disse Gatsby all’improvviso. Una voce che tintinna, sale e scende dentro, la voce e il fascino della ragazza d’oro, che ride come se avesse detto qualcosa di molto spiritoso, e si allunga sul divano, e ha un viso pieno di fortuna, “occhi luminosi e una luminosa bocca appassionata”, ma soprattutto ha un’eccitazione: l’idea di avere appena fatto cose allegre, eccitanti, e la promessa che di lì a poco nell’aria aleggeranno altre cose, allegre, eccitanti. Usa vezzeggiativi, nomignoli per rivolgersi a chi le sta accanto, e chi le sta accanto sente di essere, in quel preciso istante, l’unico al mondo con cui lei desidera parlare. Nel romanzo di Francis Scott Fitzgerald è Daisy, la ragazza d’oro con la voce piena di soldi, la figlia del re vestita di bianco, nel romanzo di Fedez e nostro, di lettori che guardano e usano le dita per scorrere le foto, la ragazza d’oro è Chiara Ferragni, che contiene in sé la promessa di cose allegre, eccitanti, raccontate ogni giorno nelle sue Instagram stories, nei video di coppia in cui nemmeno un minuto di ozio è sprecato, perché ogni minuto richiama altri minuti, altri seguaci, altri adoratori o odiatori, che importa, altre persone in carne e ossa incantate davanti a questa vita sognata e reale, con le collane di fiori freschi sopra il seno nudo, con i pantaloncini sfilacciati sul sedere e il mascara perfetto a qualunque ora, in qualunque continente, anche fra le lenzuola appena sveglia, avvinghiata a Fedez alle sei del mattino: la magia della vita intima regalata a tutti quelli che vogliono guardare. Noi li guardiamo vivere, loro vivono più forte se sanno di essere guardati. Chiara Ferragni è diventata, in poco meno di dieci anni ma con un velocissimo scatto italiano in avanti da quando si è fidanzata con Fedez, la ragazza d’oro, la luce verde oltre la baia verso cui tendere le braccia. Lei è tutte le feste descritte da Fitzgerald, quelle con le ragazze che vanno come falene verso la luce, verso la regina che è sempre lei, per adesso lei, in costume da bagno o in abiti di Dior che gli stilisti la pregano di indossare, di instagrammare, di esporre addosso a quel corpo agile, unica fra le celebrità a non mostrare gli sforzi che fa in palestra (grazie Chiara per regalare ai nove milioni di seguaci l’idea che si possa vivere mangiando patatine fritte, banana split e brioches: Maria Antonietta sei tu, ma senza finale tragico), unica a non ridere davanti al fidanzato che le dice: guardate raga, io in spiaggia mi sono ustionato e invece la Ferragni è bianca (lui la chiama anche: la Ferragni, consapevole che la ragazza d’oro non è soltanto “amore mio”, fiero di questo cortocircuito di popolarità, i posti in cui è più famoso lui, gli stati in cui è più famosa lei, ma bisognoso anche di riportarla a una condizione più banale: la mia ragazza, la mia fidanzata, la donna che sposerò), “Non sono bianca, sono bella”, dice Chiara Ferragni al fidanzato Fedez e a tutti. Chiara Ferragni non ha mai momenti di umiltà, né di imbarazzo. Se trenta suoi amici indossano trenta golfini con la scritta: Chiara, 30, per festeggiare il suo compleanno, e si sforzano di essere il più euforici possibile, il più felici possibile, anche più cretini che mai, lei semplicemente lo trova adeguato alla circostanza, anzi forse l’idea è sua, del suo staff, è un modo di far coincidere festa e lavoro, festa e guadagno, festa e celebrità, festa e ancora più celebrità, festa e il più alto tasso possibile di invidia. Nella malinconia di Fitzgerald c’era un mondo fatto di feste e di esagerazione, le feste a poco a poco creavano la distruzione, erano strettamente legate al senso del tragico. In questo romanzo contemporaneo le feste coincidono con la vita, con la vitalità, con la moltiplicazione delle possibilità di guadagno. Non è un meccanismo inventato da Chiara Ferragni, ma Chiara Ferragni ha saputo applicarlo con ostinazione, prima, e precisione, adesso. Ogni foto è il frutto del contrario assoluto della casualità, ogni video racconta la storia del successo, della giovinezza spietata e dell’amore elitario, spesso orgogliosamente tamarro, il tentativo riuscito di incarnare una favola: i più fichi siamo noi, insieme lo siamo ancora di più. Chiara che corregge la pronuncia inglese di Fedez, Fedez che cerca di smontare Chiara e monumentalizza Chiara. Fedez che gira un video a Los Angeles con Paris Hilton, Chiara che si sente molto più bella di Paris Hilton, molto più importante, perché la differenza fra un’ereditiera americana e una ragazza di Cremona è la precisione, che un’ereditiera difficilmente impara, non avendone bisogno. Chiara Ferragni invece, nata come fashion blogger che si autoscattava per strada e a casa e scriveva in italiano e in inglese seguendo i consigli del fidanzato di allora (e socio di adesso), sa che non c’è niente di casuale, niente di regalato, almeno all’inizio, niente di totalmente scemo (come saltare in braccio a Fedez in ascensore) che non sia assolutamente serio. Alle feste del Grande Gatsby gli ospiti e gli imbucati hanno tutti l’aria intenta e un po’ affamata, “consapevoli fino all’angoscia dello scialo di denaro lì attorno e persuasi che quel denaro sarebbe diventato loro in cambio di qualche parola pronunciata nel tono giusto”, Chiara Ferragni ha eliminato l’angoscia attraverso la determinazione, attraverso la costruzione quotidiana di un’immagine di sé. Ogni giorno ha fotografato quello che desiderava diventare, la ragazza d’oro al centro della scena ricoperta di abiti regalati, di borse firmate, sullo sfondo il lusso dei luoghi che prima erano un obiettivo e adesso sono un contorno, un omaggio. L’idea era semplice: polvere di stelle negli occhi di chi guarda, polvere di stelle fino a che nessuno possa più vedere differenze fra lei e una stella. Polvere di stelle fino a che guardare quegli occhi azzurri che sembrano altrove ma sono invece precisamente lì, fissati dentro l’obiettivo, e forse finiscono davvero lì, dentro l’obiettivo, diventi un gesto necessario, appagante. Così vicini da poterla toccare: toccare il tramonto alle Hawaii mentre Chiara e Fedez si baciano e scrivono: “Abbiamo chiesto alla signora delle pulizie di scattarci la nostra foto tramonto”. Perché il tramonto appartiene a loro, e non c’è altro oltre il contorno delle foto, oltre i confini del video, è questa la magia dei social network: l’illusione che il mondo sia tutto racchiuso lì dentro, così che quando accanto a Fedez e Chiara in viaggio di pre nozze alle Hawaii compaiono semplici turisti, passanti sovrappeso, sentiamo una stonatura, quasi un fastidio. Perché se il mondo è loro, adesso, non c’è spazio per la banalità degli altri, per l’imperfezione degli altri, per le persone vestite a casaccio, che si fanno fotografare a caso, sorridono e basta, non costruiscono niente, mentre in Chiara Ferragni la costruzione è tutto. Non esistono (quasi più) foto in cui è spettinata, sciupata, malinconica, non studiata. Chiara Ferragni è laureata in se stessa. Tutti siamo più o meno amanti di noi stessi e ci lamentiamo molto di come veniamo in foto, ma lei ne ha fatto una materia di studio, un indirizzo universitario, un dottorato di ricerca in espressioni facciali, sa sempre che cosa offrire di sé, è arrivata alla soddisfazione completa verso l’immagine riflessa nell’acqua, nello specchio, sulle copertine dei giornali ma soprattutto sul suo profilo Instagram, che da anni Chiara Ferragni ha arredato come casa sua. Ha saputo trasformare i suoi piedi umiliati dai commenti dei guardatori nell’umiliazione dei giornali italiani, costretti a inventarsi un’intervista immaginaria ai piedi di Chiara Ferragni. E allora lei, spietata, li riprende con l’iPhone e dice: vi salutano anche i miei piedi, perdenti. Non le importa di essere gentile e non ha soggezione verso nessuno: ha detto che certo Anna Wintour è rispettabile, ma lei ha una forza mediatica più nuova. Non ha idoli, o forse non li ha più perché è riuscita a superarli, al massimo sponsorizza i video di Fedez su YouTube, con grazia feroce conta quanti milioni di visitatori gli ha portato in dote. Lei che si fotografa tutto il giorno e tutta la notte, che si riprende tutto il giorno e tutta la notte, ha pochissimo spazio per essere arrabbiata, per piangere, per avere dubbi. Loro sono, dice lei, “la coppia allegria”, lui è Raviolo, lui è “Coso dipinto”, dentro la vasca da bagno, sul letto nella stessa posizione di Kate Moss e Johnny Depp ai tempi dell’amore. Giovani carini e impegnati, con concretezza da nord est, a costruire un’immortalità temporanea fatta di posti e posizioni che Chiara Ferragni individua velocissima, con il radar che ha allenato dentro gli occhi, attenta alla volgarità ma decisa a non sembrare buona. Esiste qualcosa fuori da lì, dal cerchietto rosso delle Instagram Stories? La ragazza d’oro è d’oro sempre? Adesso che il sogno e la sua realizzazione coincidono, e Cremona è lontana e le sorelle e la madre si prendono in faccia tutta la luce di Chiara, lei gliene lascia sempre un po’, dal suo centro della foto, adesso che Chiara è un’azienda con un fatturato che ogni anno raddoppia e che quindi non c’è mai un minuto in cui lei non stia lavorando, perché una Influencer deve influenzare mentre vive, mangia, dorme, viaggia, si veste e si sveste, va in elicottero e non guarda la televisione “perché ha dei parametri completamente diversi”, sta nel pianeta della condivisione, studia le didascalie da scrivere e non disattiva le notifiche (ne riceve centinaia di migliaia in un pomeriggio), si ricorda tutte le date, stila liste di obiettivi mensili, adesso che tutto risplende e non ci sono angoli bui, l’evidenza è che Chiara Ferragni coincide con Chiara Ferragni. Quello che lei è, lei mostra. Quello che la fa esultare non è una recita, è una verità circondata di marketing. La luce verde oltre la baia non ha mistero, non ha malinconia, non ha tormento, è tutta esposta al sole delle Hawaii e di Los Angeles, è vita vissuta per raccontarla in immagini, è l’invenzione sincera di sé, perché dentro il desiderio c’è già il like, ma il desiderio è autentico e l’amore con Fedez è reale anche sul palco, anche con il senso della serialità euforica. Lei, a differenza delle grandi dive, delle grandi attrici, ha voluto essere Chiara Ferragni tutto il tempo, quindi non c’è mai sconforto, perché non c’è mai un momento in cui le luci si spengono. Se sente un’astinenza, basta postare una foto e aspettare il tintinnio delle notifiche, che nutre e fortifica, basta avere il telefono in mano sempre, molti caricabatterie, molti fori elettrificati in cui infilare la spina. La ragazza con il telefono dice che possono farlo tutti, “se hanno qualcosa da dire”, e dice anche che lei ha affrontato anni di haters, odiatori, ed è diventata più forte, e non ha mai chiuso i suoi segreti con il lucchetto, come facevano le altre ragazzine della sua età, perché i segreti non hanno nessun senso. Se nessuno ti vede, se nessuno lo sa, dov’è il divertimento? Soprattutto: dov’è il potere?

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  • Annalena Benini
  • Annalena Benini, nata a Ferrara nel 1975, vive a Roma. Giornalista e scrittrice, è al Foglio dal 2001 e scrive di cultura, persone, storie. Dirige Review, la rivista mensile del Foglio. La rubrica di libri Lettere rubate esce ogni sabato, l’inserto Il Figlio esce ogni venerdì ed è anche un podcast. Ha scritto e condotto il programma tivù “Romanzo italiano” per Rai3. Il suo ultimo libro è “I racconti delle donne”. E’ sposata e ha due figli.