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Lufthansa non vuole imbarcarsi su Alitalia

Mario Sechi

La compagnia tedesca smentisce di essere interessata all'acquisto. Messina (Banca Intesa): “Non esiste un piano b. Non è nostra competenza farlo”

Santa Zita

Cosa conta? Fatti che non avranno alcun impatto su quello che accadrà: 1) Il dibattito e i commenti sul non-confronto televisivo dei candidati alla segretaria del Pd; 2) La richiesta di Mattarella di fare una nuova legge elettorale (non dipende da lui, purtroppo); 3) Il dossier di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa e Grillo. Queste sono le principali notizie dei quotidiani italiani. La realtà? E’ da un’altra parte. Allacciate le cinture, si decolla.

 

Lufthansa: Alitalia? Nein! La compagnia aerea tedesca non ha alcun interesse per Alitalia e, visti i conti e lo stato delle relazioni industriali, si capisce benissimo perché. “Abbiamo una chiara intenzione di non acquistare Alitalia", ha detto il direttore finanziario di Lufthansa, Ulrik Svensson. Una chiara intenzione. Di non. Buttate la schiuma in pista, è previsto un atterraggio senza carrello. D’altronde, perché comprare una cosa che trasformata in spezzatino può essere un grande affare senza doversi fare carico dei dipendenti, dei contratti folli di una compagnia il cui destino era segnato fin dall’inizio dell’avventura degli emiri di Etihad? Si prendono gli slot, i piloti hanno un loro mercato internazionale, la ferraglia va in discarica, gli aerei vengono ricollocati e i dipendenti restano a terra a fare i conti con la realtà. Tranquilli, ci pensano le banche creditrici, dicono dietro le quinte quelli del partito che non potrà mai fallire. Sentite cosa dice Carlo Messina, ad di Intesa: “Non esiste un piano b portato avanti da Intesa Sanpaolo, non lo abbiamo e non è competenze nostra farlo. Noi siamo innanzitutto banca, un azienda che si occupa di credito e non di aeromobili”. Il mondo è cambiato, ai tempi di Corrado Passera anche Intesa volava.

 

E dunque che succede? Quello che ha detto stamattina il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia: “Alitalia è una vicenda specchio del Paese. Speriamo si chiuda al meglio, anche se la strada è veramente difficile. Viviamo una fase di emergenza come Paese e non c’è questa consapevolezza, c’è sempre qualcuno che pensa che paghi un altro, invece occorre scambiare in questo presente impegni e sacrifici per costruire il futuro”.

 

Se Alitalia è lo specchio del paese, qual è l’immagine riflessa? Questa, una paginetta del bilancio al 31.12.2015 di Alitalia dopo un anno di gestione dei nuovi azionisti:

 

 

Alitalia nel 2015 aveva a libro paga oltre dodicimila dipendenti. Bene, il grafico seguente è quello dei dipendenti di Ryanair secondo l’ultimo bilancio approvato, quello del 2016:

 

 

Oltre undicimila dipendenti nel 2016. Qual è la differenza? Che Ryanair ha trasportato oltre 100 milioni di passeggeri e Alitalia solo 22 milioni. La realtà, puntuale, sfrontata, inesorabile. Preparatevi al crash landing.

 

Il Papa domani in Egitto. E’ un appuntamento di grande importanza, arriva dopo le stragi di Pasqua nelle chiese copte durante le celebrazioni della Domenica delle Palme. Papa Francesco incontrerà il presidente Sisi, il grande Imam della moschea di Al Azhar, Ahmed Al-Tahyeb, e le comunità cristiane. Il motto del viaggio è “Il Papa della pace nell'Egitto della pace”.  Una pace sempre più difficile.

 

Israele ha bombardato l’aeroporto di Damasco. La notizia non è stata confermata da fonti ufficiali, ma testimonianze e immagini sono là a disposizione degli analisti. E così a sganciare bombe in Siria oggi ci sono un po’ tutti: gli americani, i russi, i turchi, gli iraniani, i siriani di Assad, i siriani contro Assad, l’Isis e svariate sigle del terrore. La zona bombardata è a Nord Est del confine tra Israele e Libano ed è piena di milizie di Hezbollah. Secondo Bloomberg il raid ha colpito una base logistica di Hezbollah. Israele gioca una partita delicatissima in quell’area, vedremo presto le reazioni degli altri attori sul teatro di guerra.

 

I Lloyds di Londra fanno il record di profitti. Nel primo trimestre il gruppo bancario britannico ha realizzato 1.3 miliardi di utili prima delle tasse. Durante la crisi finanziaria Lloyds fu salvata dal governo inglese con un’iniezione di liquidità di 20 miliardi di sterline. Sono stati tutti recuperati e ora sta per essere messa sul mercato la partecipazione residua (il 2 per cento) dello Stato nel gruppo bancario. E la Brexit? Il disastro finanzario? Lo tsunami dei mercati? Tutto rinviato, scorre il gin a barilotti.

 

Brexit e Italia. Se c’è una cosa che invece funziona (sempre meno) in Italia è la fuga dalla realtà. La Brexit è stata usata nel recente passato per mettere le mani avanti sui sfracelli dei conti dello Stato italiano. Il giochetto però è durato poco di fronte ai pochi fatti negativi e stamattina alla Camera il premier Paolo Gentiloni ha dovuto dire che “l’effetto per l’Italia è limitato”. Sostenere il contrario era impossibile, vista l’audizione alla Commissione Esteri della Camera di Luigi Federico Signorini, Vice direttore denerale della Banca d’Italia. Che ha detto? Questo: “Un andamento economico sfavorevole del Regno Unito non avrebbe, comunque, effetti immediati molto rilevanti per l’Italia. Il rallentamento che la Banca d’Inghilterra prevede per il 2018-20 avrebbe ripercussioni trascurabili. Perfino nel caso che si verificasse nel Regno Unito una recessione così forte da determinare una riduzione delle importazioni del 10 per cento nell’arco di tre anni, secondo nostre valutazioni l’impatto sul PIL dell’Italia non supererebbe un quarto di punto percentuale. Gli scambi commerciali e finanziari dell’Italia con il Regno Unito sono meno intensi di quelli degli altri grandi paesi dell’area dell’euro”.  Un alibi è finalmente caduto. Ma il partito della colpa è degli altri è sempre attivo e ha grande fantasia.

 

Tutta colpa della Germania. Le cronache delle ultime settimane sul caso Deutsche Bank erano esilaranti. E la prova l’abbiamo avuta oggi con la pubblicazione dei dati del colosso finanziario tedesco: nel primo trimestre gli utili sono balzati del 143, 575 milioni di euro. Cosa è successo? I tedeschi fanno i tedeschi e hanno cominciato a ristrutturare la banca. Il pensiero del titolare di List corre verso il Monte dei Paschi di Siena, una storia che si è persa nel limbo della memoria corta di un luogo chiamato Italia.

 


 

27 aprile. Primo volo dell’aereo Sud Aviation Caravelle. Correva l’anno 1955. Il Caravelle è stato uno degli aerei della nostra compagnia di bandiera. Quando Alitalia faceva volare (e sognare) l’Italia.