I candidati alle presidenziali francesi. Da sinistra Fillon, Macron, Mélenchon, Le Pen e Hamon (foto LaPresse)

Attenzione, l'esito delle elezioni francesi non è così scontato

Mario Sechi

Si stanno assottigliando tutti i margini: Macron e Le Pen corrono testa a testa, Fillon è in scia e occhio ai numeri di Mélenchon

San Galdino

 

Una discussione nucleare con uno svitato in corso nel Pacifico, una pioggia di missili e stragi di bimbi in Siria, una superbomba scaricata sulle caverne dell’Afghanistan, la Turchia che diventa un sultanato, la Francia che va al voto al buio. Ce ne sarebbe abbastanza per ordinare un rifugio anti-atomico e fare scorta di cibo e medicinali ma – incredibilmente – tutto va, tout va, all is right e sui mercati la faccenda è sul filo del vedo-non-vedo. L’indice della volatilità dei mercati, il Vix, è in acque calme rispetto a picchi toccati negli ultimi dodici mesi, cioè Brexit e elezione di Trump, tutto è stabilizzato in base al principio che i danni previsti non si sono rivelati tali:

 

 

Ma ora? Il prossimo passo nel Walhalla sarà la Francia? Di sicuro bisogna armarsi di pazienza e un po’ di pensiero laterale perché il risultato non appare così scontato come si suppone. La corsa si fa interessante, seguite il titolare di List.

 

Liberté! Egalité! Cabaret! Mancano cinque giorni al primo turno delle elezioni in Francia. Come vanno le cose? Alla grande, siamo al caos: la corsa per l’Eliseo infatti negli ultimi giorni sembra dispiegarsi in una gara a quattro. Guardate come si stanno serrando le distanze, questo è il poll tracker del Financial Times:

 

 

Si stanno assottigliando tutti i margini: Macron e Le Pen corrono testa a testa, ma Fillon è là a venti punti e… occhio ai numeri di Mélenchon, l’ascesa del candidato della sinistra-sinistra è spettacolare, ha raggiunto Fillon e con i margini d’errore dei sondaggi tutto è possibile, perfino che vada al ballottaggio al posto di Macron o Le Pen. O addirittura che né Emmanuel né Marine alla fine vadano al secondo turno. En Marche! Verso il nulla. Chissà, in ogni caso sarà una sfida molto divertente, preparate i pop-corn. Anzi no, ostriche e champagne. Sui mercati succede qualcosa che anticipa il sottosopra? Qualcosa accade, i titoli del debito pubblico francese stamattina sono come l’aglio per i vampiri e l’indice Stoxx 600 è in rosso:

 

 

E’ il minimo che possa accadere quando hai uno dei due pilastri dell’Europa (info per chi è giunto sulla terra oggi: l’altro pilastro è la Germania) che va al voto con quattro candidati raccolti in un fazzoletto di voti, appena 4 punti di distanza. Come Charles Trenet? Boum!

 

  

La partita si gioca tutta nei prossimi giorni, nel dibattito tra i candidati si allunga un’ombra, quella della Francia dei francesi, né destra né sinistra: è l’ombra del generale De Gaulle.

 

Lo svitato dell’Asia e la Bomba. Da Pyongyang è giunto un messaggio di distensione: “Siamo pronti alla guerra nucleare”. Nel frattempo, l’agenzia sudcoreana Yonhap News informa che per la prima volta la Corea del Nord sembra avere costituito un reparto di forze speciali equipaggiato con fucili sparagranate, visori notturni, tutti i gadget per fare la guerra sul campo.

 

 

Non hanno un aspetto rassicurante, ma da quelle parti le cose stanno rotolando a valle come una slavina. Diventerà una valanga? Vedremo, il destino della Corea del Nord è nelle mani della Cina.

 

Che succede in Italia? Si vive in un’altra dimensione, come sempre. Il governo prepara le cartucce contabili per la legge di stabilità (ma ancora non ci sono quelle per la manovrina da 3.4 miliardi varata qualche giorno fa), il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan vuole aumentare di un punto l’Iva (Renzi si opporrà), il presidente della Repubblica attende l’esito delle primarie del Pd per alzare il muro contro il piano di elezioni anticipate (Renzi ci proverà), la campagna per la segreteria del Pd è piombata in un limbo ovattato, tanto da far dire a Andrea Orlando: “Esprimo una grandissima preoccupazione perché queste primarie rischiano di entrare nella clandestinità”. Rischiano? Lo sono già. Stamattina su Mix24 Michele Emiliano ha provato a dare uno scossone con questa dichiarazione: “Alleanza con Berlusconi? Questa alternativa non si deve verificare. Se si dovesse verificare è evidente che il mio naturale interesse sarebbe concordare un programma su punti di emergenza con il Movimento Cinque Stelle, in maniera preferibile”. E loro, i Cinque Stelle, che fanno? Sul radar del titolare di List sono comparsi alla voce politica estera.

 

Politica estera a 5Stelle. Come sarà? Oggi alle ore 16 alla Camera il movimento di Beppe Grillo presenta il suo programma di politica estera “elaborato e condiviso con i cittadini sulla piattaforma Rousseau. Chi ci sarà? Alessandro Di Battista, Manlio Di Stefano, Maria Edera Spadoni e Stefano Lucidi. Anticipazioni? Il titolare di List sul Foglio del 6 agosto 2016 ne aveva dato un assaggio: “Uscire dalla Nato e anche dalle Nazioni Unite. Superare Trump sull'Atlantico, scavalcare Boris Johnson in Europa, azzerare la storia di castristi e non allineati. Si va oltre l'utopia”. Confermeranno il dadaismo applicato agli Affari Esteri?

 

18 aprile. Nel 1942 gli Stati Uniti compiono l’Operazione Doolittle contro il Giappone dopo l’attacco subito a Pearl Harbor. L’episodio è ricordato nel passaggio finale del film Pearl Harbor.