Fatti, commenti, appuntamenti del giorno presi dal taccuino di Mario Sechi

Tra Damasco e Bruxelles, cosa succede ora nel caos siriano

Mario Sechi

Secondo la Russia a Idlib non c'è stato un attacco chimico ma è stato colpito un deposito di gas dei ribelli. Bugia, verità? Intanto un vertice internazionale discute di pace e aiuti alla ricostruzione della Siria

San Vincenzo Ferrer

 

Kim ha sparato un altro missile. Come previsto, lo svitato dell’Asia ha sparato un altro missile sul Mar del Giappone. Kim Jong-un sta seguendo un copione preciso, è una storia il cui esito finale – non c’è un se ma solo un quando – è già scritto: il lancio di una testata nucleare da qualche parte sulla terra. La Corea del Nord ha effettuato il test alla vigilia del vertice in Florida tra il presidente americano e quello cinese. Trump e Xi hanno molti punti in agenda, ma il primo si chiama Kim ed è un problema radioattivo.

Per sapere, per capire:

1. L’agenzia di stampa sudcoreana Yonhap News ha pubblicato la cronologia dei test missilistici;

2. L’ultimo report del Sipri di Stoccolma sulla Cina e le complesse relazioni con la Corea del Nord;

3. Il contesto, la mappa, la base di lancio (via Ft):

  

 

4. Un grafico prodotto dal think tank The Center for Arms Control and No-Proliferation che riassume quali paesi hanno la bomba atomica e quanti sono gli ordigni nucleari:

 

 

Trump e Xi. I presidenti di Stati Uniti e Cina si incontrano in un clima rovente: Assad è tornato nel mirino per gli attacchi con armi chimiche, a San Pietroburgo i terroristi hanno colpito Putin, lo svitato dell’Asia gioca con la fionda nucleare. Poi c’è il grande patto da scrivere – o da stracciare - sul commercio, la moneta, la difesa tra Washington e Pechino. Chi tratta? Bloomberg ha le squadre schierate di chi decide cosa e chi fa cosa nel vertice in Florida e nella grande partita a scacchi che si gioca tra Stati Uniti e Cina.

 

Macron ce la fa? Boh, mah… Mélenchon! Undici candidati alle elezioni presidenziali in Francia si sono scontrati ieri in tv. Chi ha vinto? C’è un consenso degli analisti su un nome: Jean-Luc Mélenchon. E le cose tornano, perché il candidato sta andando molto bene negli ultimi sondaggi (15%), è un’alternativa credibile a Emmanuel Macron. Il movimento di Mélenchon si chiama “La France insoumise”, la Francia ribelle, se il trend si consolida nei prossimi giorni potrebbe perfino superare Fillon (20%). Gli elettori di Macron non sono così convinti del voto, mentre quelli di Marine Le Pen non hanno dubbi. La Ragione. La Carne. Che dubbio. Messa così, la storia del voto in Francia è tutta una questione di affluenza e motivazione. Macron può vincere, è il favorito, ma le porte per altri percorsi alternativi all’Eliseo sono aperte.

 

Siria, pace e gas. Oggi a Bruxelles c’è un vertice internazionale per la pace e gli aiuti alla ricostruzione della Siria. Su questo appuntamento è calata l’ombra dell’attacco chimico a Khan Sheikhun, a nordovest della Siria. Assad ha usato il gas? Questa è la vulgata, non mancano i precedenti, ma la Russia dice che in realtà è stato colpito un deposito di gas dei ribelli. Siamo nel limbo, bugia, verità, testimoni che non sono testimoni ma parte in causa e in lotta tra simili e diversi. Il caos siriano. Domanda: che senso ha per Assad colpire con il gas e alimentare una scontata reazione internazionale? Trump ha subito accusato Obama di aver mollato la linea della fermezza con Damasco, la famosa “red line”. Ora che succede?

 

Italy Italy. Alitalia è in sciopero. Tranquilli, le cose continuano a andare benissimo.

 

Italy Italy. C’è vita all’estero. Titolo di Repubblica: “Over 40 in fuga all’estero, è record”. Le cose vanno sempre benissimo.

 

5 aprile. Nel 1794, a Parigi, Georges Jacques Danton e Camille Desmoulins vengono ghigliottinati su ordine di Maximilien Robespierre. Poi toccherà anche a lui, a Robespierre. Le rivoluzioni finiscono sempre per mangiare anche i loro figli.

 

Da sinistra Robespierre, Danton e Marat in un dipinto di Alfred Loudet del 1882