Matteo Renzi (foto LaPresse)

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Le tasse, l'Europa e i conti: il casus belli della direzione Pd

Mario Sechi

Scontro con l’austerità d’Europa, attacco a Berlino e via a testa bassa (contro il muro). Tutta colpa dell’austerità?

Santo Stefano, abate.

 

Renzi, Gentiloni e la politica economica del Pd. Dimissioni, Congresso, elezioni anticipate. Questo è il filotto che sta tentando Renzi. Ci riesce? Se fa secco Gentiloni, siamo al terzo governo “suicidato” dal Pd nel giro di meno di quattro anni. È una storia che comincia il 28 aprile del 2013 con il governo Letta, prosegue con Gentiloni e (forse) finisce con Gentiloni. Casus belli, le tasse, l’Europa e i conti. Gentiloni e Padoan non devono aumentare la pressione fiscale, niente tasse. Un gruppo di fedelissimi del segretario ha presentato addirittura una mozione anti-tasse (quali?). Ma anche niente tagli. Perché si vota. E allora? Scontro con l’austerità d’Europa, attacco a Berlino e via a testa bassa (contro il muro). Tutta colpa dell’austerità? Facciamo un riepilogo delle imprese renziane in materia economica negli ultimi tre anni, giusto un paio di numeri dalla Commissione Europea e soprattutto i dati dell’ultima pagina dell’Economist:

 

  • Il governo italiano ha ottenuto flessibilità dall’Unione europea per 19 miliardi;
  • Il rapporto debito/pil è salito al 132 per cento, livello inferiore solo a quello della Grecia (che rischia di nuovo il default);
  • La pressione fiscale nel 2016 è a quota 42,6 per cento, nel 2017 sarà 42,8 per cento, nel 2018 sarà pari a 42,7 per cento e così anche nel 2019 (nota di aggiornamento del Def);
  • Il prodotto interno lordo nel 2016 è stato pari a più 0,8 per cento, la media della crescita europea è stata di più 1,8 per cento, oltre il doppio. La Spagna ha messo a segno uno spettacolare più 3,2 per cento, l’Italia è il paese che è cresciuto meno. Stima dell’Economist Intelligence Unit per la crescita italiana nel 2017: 0,8 per cento (Germania più 1,5 per cento, Francia più 1,3 per cento). Stima della crescita italiana nell’ultimo global outlook del Fondo monetario internazionale: più 0,7 per cento (Germania più 1,5 per cento, Francia più 1,3 per cento).
  • Nell’ultima manovra del governo Renzi ci sono 120 provvedimenti di spesa per un totale di impegni da qui al 2019 pari a 44,3 miliardi di euro.
  • Il tasso di disoccupazione in Italia è pari al 12 per cento, in Germania è pari al 5,9 per cento, in Francia il 9,6 per cento. 
  • Il tasso di interesse sui titoli di Stato italiani a 10 anni è oggi oltre il 2 per cento, i nostri pagano l’interesse più alto, ancora una volta dopo quelli di Grecia e Portogallo.
  • I conti del governo Renzi, nonostante la flessibilità ottenuta e usata come abbiamo visto, hanno bisogno di un raddrizzamento pari a 3,4 miliardi di euro.

 

In questo scenario, stiamo per assistere a una direzione del Pd dove il casus belli sarebbe la politica fiscale del governo Gentiloni, in carica dal 12 dicembre del 2016. Gli ultimi conteggi dicono che il partito è diviso in 11 correnti. Possiamo guardare con fiducia al futuro. Degli altri.

 

Previsioni economiche Ue sull’Italia. E’ stato pubblicato oggi il report con le ultime previsioni della commissione. Crescita dell’aera euro: 1,6 per cento nel 2017 e 1.8per cento nel 2018. Capitolo Italia: crescita 2017 a più 0,9 per cento, in lieve rialzo nel 2018: più 1,1 per cento. Siamo sempre largamente al di sotto della media europea. La disoccupazione resta sopra l’11 per cento, deficit al 2,4 per cento del pil, questa è la serie del rapporto tra debito pubblico e pil, si parte dal 2013 e si arriva al 2018: 129 per cento, 131,9 per cento, 132,3 per cento, 132,8 per cento, 133,3 per cento, 133,2 per cento. Il debito resta là, un macigno. Tanti auguri.

 

America vs Europa. Quanto sono divisi sul futuro Stati Uniti e Europa? Occhio all’andamento dei mercati:

 

 

Trump e la Nato. Dietro le critiche degli Stati europei contro le posizioni dell’amministrazione americana sulla Nato c’è una sola reale preoccupazione: dobbiamo pagare e andare a morire? Sì, un po’ più di quanto sia accaduto in passato, ma non troppo perché la Nato resta uno strumento degli Stati Uniti. Mercoledì al vertice di Bruxelles Jim Mattis incontrerà per la prima volta i suoi colleghi europei della difesa. E’ un primo passo della Casa Bianca, seguito subito dopo, venerdì, dall’arrivo del vicepresidente Mike Pence alla Conferenza sulla Sicurezza a Monaco. Il titolare di List pensa che l’amministrazione Trump sulla politica estera sia realista, nixoniana, concentrata sul negoziato e non sullo strappo a tutti i costi. Sul Corriere della Sera Paolo Valentino gioca un bel pezzo, di dritto e di rovescio: “Tre segnali (inaspettati): e se Trump fosse invece un 'realista'?”. Senza punto di domanda, lo è.

 

Il modello per Trump? Shinzo Abe. Il premier giapponese quando fu eletto nel settembre del 2012 fu presentato dai suoi avversari come il male assoluto, un nazionalista con il pensiero fisso della guerra e ricette economiche da fallimento. E’ andata così? No, secondo Noah Smith quello di Abe è un buon esempio da seguire: “Una tollerante e responsabile forma di nazionalismo”. Make Samurai Great Again.

 

La meglio gioventù. Titolo sul Corriere della Sera: “Io, bibliotecaria minacciata per aver denunciato droga e violenze in Ateneo a Bologna”.

 

13 febbraio. Nel 1633 Galileo Galilei arriva a Roma per il suo processo davanti all'Inquisizione.

 

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