Wall Street (foto LaPresse)

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Trump, i mercati e gli effetti economici del referendum in Italia

Mario Sechi

La seduta di ieri a Wall Street ha fissato i nuovi record per Dow Jones, S&P500, Russell 2000 e Nasdaq. Nel nostro paese il voto del 4 dicembre avrà un peso, eccome, sull'economia. 

San Fiorenzo.

 

Day One, goodbye Pacific. Flying start. Quella di Donald Trump è una partenza volante. Il presidente eletto ieri sera ha pubblicato un video in cui fissa i punti della sua futura agenda alla Casa Bianca. E cari amici del Pacifico, grazie, ma quell’accordo sul commercio non si fa, all’America non conviene. Donald Trump ha stracciato il TPP, il patto di libero scambio con l’Asia e annunciato un’ondata di provvedimenti per liberare capitale e impresa.



 

Ah, naturalmente per il New York Times si tratta di un “infomercial”, più o meno come una televendita, quando i video-messaggi invece erano di Obama, la sceneggiatura era di Lincoln, il tocco visivo era di Oliver Stone e tutto scorreva alla grande sulle rive del Potomac.

RealEconomy. Wall Street si cura decisamente meno dello stile visuale di Trump e bada al sodo: la seduta di ieri ha fissato i nuovi record per Dow Jones, S&P500, Russell 2000 e perfino il Nasdaq ha fatto il suo strike. Un poker che non appariva dal 1999. Qui la cavalcata dei tre indici dell’economia reale:

 

  

Le quotazioni delle medie imprese volano. Meno hi-tech, più terra. Un esempio? Caterpillar, le macchine che muovono l’industria delle costruzioni, delle infrastrutture, dell’agricoltura: più 10 per cento. Troppa euforia? Può darsi, ma come racconta John K. Galbraith ne Il Grande Crollo “c’è unità essenziale nei fenomeni economici; non c’è una muraglia cinese che separi la fiducia dalla realtà”. Il mercato dice Trump, cosa è giusto o sbagliato lo vedremo tra qualche mese. Nel frattempo, anche le borse europee sono finite nella scia positiva di Wall Street. Ecco il cruscotto della mattinata sui mercati europei:

 

      

Niente illusioni. Il Vecchio Continente ha seri problemi all’orizzonte, li ha delineati benissimo come sempre il presidente della Bce, Mario Draghi, e l’Italia è l’epicentro del problema. Occhio alla cassa, le banche. Questo è l’andamento dell’indice di settore:

 

     

E’ il frullato misto del cambio di rotta dei mercati sui titoli di stato (rendimenti alti, prezzi bassi) che zavorrano le banche italiane. Aggiungete l’incertezza sull’esito del referendum e avrete una tempesta perfetta all’orizzonte. Ci salviamo? Non lo sappiamo, tutto è nelle mani degli elettori.

 

Spagna-Italia. Il referendum non conta niente e tutto sarà come prima? No, basta leggere con attenzione questo grafico pubblicato dal Wall Street Journal, è lo spread degli ultimi cinque anni tra i titoli di Stato italiani e spagnoli, Btp vs Bonos, osservate che bella curva:

   

La distanza che si allarga fa ancora più impressione se si pensa che la Spagna è rimasta quasi un anno in stallo istituzionale, ha votato due volte e non riusciva a formare un governo. Cosa è successo? A Madrid hanno fatto riforme economiche più efficaci mentre a Roma rischiano di incartarsi (forse) con il referendum.

 

Chi vince le elezioni in Francia? Un vincitore c’è già: Vladimir Putin. Come fa notare stamattina Bloomberg, Marine Le Pen e Francois Fillon sono russofili, ammiratori del capo del Cremlino, considerano essenziale il rapporto con la Russia. Dopo Trump negli Stati Uniti, la sequenza si allunga. Anche perché difficilmente il partito socialista francese riuscirà a piazzare un suo candidato all’Eliseo. Mosca ha già ipotecato la sua vittoria a Parigi.

 

Giornali italiani. Le parole di Papa Francesco sull’aborto e il perdono sono l’apertura di gran parte dei quotidiani italiani. Il primo caffè se ne va con il Corriere della Sera: “Aborto, il perdono del Papa”. Repubblica mette il sigillo della cronaca: “Il Papa e l’aborto. Sì al perdono per donne e medici”. Il Messaggero tratta il fatto con enfasi da giornale della città che è il centro della Chiesa cattolica: “Aborto, il Papa rompe il tabù”. I titoli sono tutti uguali, non andiamo oltre. C’è qualcosa di diverso in pagina? La Stampa fa un’altra scelta: “Visco: “Sì o No, avanti con le riforme”, è un’intervista a Ignazio Visco, governatore di Bankitalia, che tenta giustamente di tenere in piedi la baracca. Altro? Ci sarebbero da annotare i passaggi della campagna referendaria, ma Napolitano l’ha definita “aberrante” ed è più che sufficiente per andare oltre e consigliare la lettura del pezzo del Financial Times sul Mezzogiorno che sembra pronto come una catapulta a respingere il referendum costituzionale. Forse. Perché i sondaggi finora non ne hanno azzeccata una.

 

Agenda Grasso e Boldrini. Appuntamenti dei presidenti del Senato e della Camera: Grasso interviene alla presentazione della Relazione annuale della Corte dei Conti europea; Boldrini rivolge un saluto introduttivo alla conferenza Safe from fear. Safe from violence. E’ confermato: i destini della Repubblica in caso di caduta di Renzi sono al sicuro.

 

22 novembre. A Dallas, il Presidente statunitense John F. Kennedy viene assassinato. Se volete leggere un libro diverso e intrigante su questa storia, il titolare di List consiglia 11.22.63 di Stephen King, bellissimo romanzo proiettato in un futuro possibile e una storia impossibile da cambiare.

  

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