Amori regalati

Gabriella Cantafio

di Olimpio Talarico, Aliberti, 256 pp., 17 euro

Era accaduto che i fili disseminati in giro per il mondo si rincontrassero e si riannodassero per un attimo”. Un’operazione nostalgia riuscita egregiamente grazie alla penna di Olimpio Talarico, scrittore calabrese, che in Amori regalati fa giri immensi per poi tracciare il percorso emozionale dell’esistenza dei protagonisti. Nell’antico borgo di Caccuri, ove si respira l’aria pulita della Sila e si intravede il sole sorgere nella Valle del Neto, l’ordinaria quiete familiare del protagonista viene sconvolta da una telefonata da oltreoceano che lo obbliga a partire per Buenos Aires. Ad aspettarlo il testamento di un fraterno amico che, oltre a sciogliere i nodi che hanno portato alla fine di un intenso rapporto, fa riaffiorare alla mente ricordi cari e lontani legati a una profonda amicizia. Martino, Tomaso e Marta, ma anche Pignanelli e ‘Ntriella: un legame nato tra i banchi di scuola ma alimentato da amori, segreti, separazioni e sogni di gloria. Durante il lungo viaggio e la permanenza nella capitale argentina, Martino attraversa i vagoni della memoria, balzando dalla Berlino del ’45, in cui la sua esistenza mutò improvvisamente, all’Argentina di metà anni 90, sino a concedersi un tuffo nel passato, nel periodo postfascista in Calabria, ove visse gli anni più spensierati.
Con un tenero sorriso misto a inquietudine, Talarico conduce così il lettore tra le vinelle di Caccuri, in cui i protagonisti da adolescenti giocavano a nascondino con la vita, facendo capolino dietro un mazzo di montagne che sovrasta ulivi carichi di speranza. Inaspettate scomparse, ritorni struggenti, omicidi misteriosi e nuovi sentieri si intersecano con avvenimenti storici. Trentuno capitoli, senza nome ma numerati, si susseguono facendo intrecciare piani temporali e spazi che non si sarebbero mai incontrati se non sul treno della memoria di Martino. A guidare i protagonisti è sempre la “nostalgia per la propria terra e gli affetti tagliente come il coltello che scannava i porci a Natale”. Il ricordo di un rapporto di fratellanza libero da imposizioni che, dopo esser stato allentato da strade diverse seppur convergenti, si ritrova davanti a un testamento che conduce alla tomba di Tomaso, il più misterioso della combriccola. Proprio qui, la narrazione si ricongiunge con il contesto delle prime pagine, rivelando come in nome della fratellanza si possa donare un bene prezioso quale è la famiglia, aggrappandosi alla solidità di un amico per preservare i propri cari da un oscuro destino. Con una scrittura semplice ma evocativa Talarico tratteggia così pagine illustrate in cui perdersi nella bellezza di luoghi bucolici, girovagare sulla cartina dei sentimenti, e sentirsi un po’ tutti meno “monchi” affettivi.

 

AMORI REGALATI
Olimpio Talarico
Aliberti, 256 pp., 17 euro

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