Attacco all'arte

Stefano Taddei

Simona Maggiorelli
L’asino d’oro edizioni, 159 pp., 18 euro

L’arte appare un capitolo aperto sulla realtà circostante. Molti sintomi nell’attualità la fanno però sembrare morta e sepolta. Il suo problema maggiore è certamente il pressapochismo di chi la gestisce e dovrebbe ottimizzare. Per non parlare del valore misero che occupa nel battage mediatico imperante. Sempre più cenacolo chiuso, l’arte (soprattutto quella contemporanea) fa notizia solo per il giro di soldi che sa veicolare. Simona Maggiorelli in questo testo ci propone una serie d’interpretazioni di come l’arte, fin dai suoi albori, sia stata sovente oggetto di offensive da parte di diverse ideologie che si sono succedute nel tempo fino all’attualità. Già dalla scoperta dell’arte rupestre del Paleolitico, dai più legata a mero fenomeno di tipo religioso o al limite con un’inflessione di marca primariamente sociale, molte branche del sapere non si sono volute distaccare da certi fenomeni prettamente pregiudiziali, come, ad esempio, che la creazione sia una variabile della malattia mentale. Furono una serie di artisti del Novecento a capire molto di più degli studiosi. Barnett Newman capì il valore estetico nell’uomo primitivo mentre lo stesso Pablo Picasso fu fortemente impressionato dall’arte rupestre. L’autrice si occupa poi del fanatismo religioso che ha distrutto manifestazioni delle civiltà preesistenti. Gli esempi recenti dell’Isis infatti non ci devono far scordare, anche sulla scorta delle affermazioni di Franco Cardini, come anche i cristiani abbiano prevaricato violentemente altre culture, anche vicine. Nel testo, Silvia Ronchey ricorda la distruzione e la violenza perpetrata dai cattolici a Costantinopoli nel 1204 durante la IV crociata. Inoltre nel mondo islamico non esiste una concorde disapprovazione verso le immagini. Simona Maggiorelli passa poi in rassegna le notevoli mancanze della classe dirigente nei riguardi del patrimonio artistico nazionale. L’idea di sfruttare primariamente come fonte di denaro i beni culturali ha purtroppo avuto dagli anni Ottanta del secolo scorso in poi una serie di attori politici sterminata. Bagatelle come “l’arte è il petrolio dell’Italia” hanno occupato ormai ampiamente i palinsesti comunicativi. Nell’arte contemporanea la situazione non è migliore. Secondo l’autrice pare esserci una produzione di opere che si muovono tra il binomio dello choc o del vuoto. La finanza domina questo cerchio sempre più ristretto, in cui tutto può passare per arte, basta avere i canali giusti. Dove c’è poi la speculazione, sovente non c’è alcun interesse verso la ricerca. L’arte postmoderna non sarebbe perciò più capace di immaginare, celebrando, sovente in modo schizoide, un presente con molte pecche da farsi perdonare.

 
ATTACCO ALL’ARTE
Simona Maggiorelli
L’asino d’oro edizioni, 159 pp., 18 euro

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