L'Italia di Salò. 1943-1945

Redazione

Mario Avagliano e Marco Palmieri
Il Mulino, 489 pp., 28 euro

L’originalità del corposo lavoro di Mario Avagliano e Marco Palmieri non consiste nell’aver dato voce alle ragioni dei vinti, a quanti cioè credettero che la soluzione di Salò, ultima e crepuscolare propaggine del regime fascista che per un ventennio governò l’Italia, bensì nell’aver riportato alla luce i racconti di vita vissuta, alle esperienze personali, a ciò che spinse migliaia di uomini a seguire Mussolini anche in quella fatale esperienza. E’ un’opera robusta e seria, come dimostra peraltro il denso apparato bibliografico e i riferimenti precisi a date, spazi, avvenimenti. Scrivono gli autori che “nonostante l’indubbio salto di qualità nel panorama degli studi, restava ancora da scandagliare in profondità, ricorrendo alle fonti coeve disponibili e alla memorialistica postuma, scevra da condizionamenti che l’hanno caratterizzata, la storia degli italiani che decisero di aderire e combattere dalla parte sbagliata”. Una storia, cioè, “che nonostante gli inevitabili distinguo individuali e particolari, riportasse alla luce in termini generali il loro carico di motivazioni, contingenti e ideologiche, le ragioni di quelle scelte, la loro evoluzione e i conseguenti comportamenti durante i venti mesi di quell’esperienza”. Il problema maggiore è stato quello che Avagliano e Palmieri chiamano “il problema politico-culturale” che ha giocato un ruolo non indifferente nell’usare schemi rigidi a proposito di quel periodo della nostra storia, leggendo spesso il tutto in una chiave ideologica che persiste a tutt’oggi. Antifascisti e reduci, insomma, hanno lottato su Salò ben oltre il 1945. Al di là di questo, il saggio cerca – riuscendoci – di rispondere all’interrogativo che oggi potrebbe porre qualunque ragazzo interessato alle patrie vicende storiche: cosa spinse un suo coetaneo d’allora, tra cui anche molti uomini di cultura, a risalire l’Italia disastrata per mettersi ancora una volta al servizio del Duce, in quello che ormai sembrava un epilogo disperato? Allora ecco che rileggere le lettere private, spulciare nei carteggi famigliari, diventa fondamentale per capire e conoscere le motivazioni ideologiche che portarono quegli italiani ad aderire alla Repubblica sociale. “Tra i volontari ci sono coloro i quali sono portatori di istanze che finiscono per coincidere con quelle del fascismo, ma hanno anche radici e basi che prescindono da esso, come ad esempio un certo modo di intendere l’amor di patria, il senso del dovere e l’attitudine a identificarsi e a obbedire a quella che viene riconosciuta come l’autorità legittima costituita”.

 

L’ITALIA DI SALO’. 1943-1945
Mario Avagliano e Marco Palmieri
Il Mulino, 489 pp., 28 euro

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