Shukran. Ti salverò

Gabriella Cantafio

di Giovanni Terzi, Imprimatur, 128 pp., 14 euro

Da una parte il dramma della guerra che odora di morte, dall’altra la vita che i cittadini più caparbi tentano di far profumare ancora di speranza. E’ la realtà di Damasco in cui alcune vie sono invase dall’esercito mentre tante donne ritrovano la libertà nei bar o nei supermercati. Proprio qui, lungo le strade della capitale siriana, si incrociano le vite di un agiato giornalista italiano e un appassionato medico siriano. Un incontro propizio narrato in Shukran - Ti salverò (Imprimatur, pp.128, 14 euro) da Giovanni Terzi, direttore di Il Giornale OFF, che ha deciso di raccogliere in un libro la storia vera di Tamman Youseff.

 

Il cardiochirurgo siriano insieme ad Alessandro Frigiola, luminare della cardiochirurgia pediatrica nonché presidente dell’Associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo, ha consentito la costruzione dell’ospedale di Damasco ove quotidianamente vengono salvati centinaia di bambini doppiamente sfortunati perché nati in una terra tormentata dalla guerra e affetti da patologie cardiologiche che spesso li portano alla morte nei primissimi anni di vita.

 

Così, con un’introduzione in prima persona, Terzi racconta il primo incontro con quel “signore dal passo e gestualità sicura, coi capelli bianchi in ordine” avvenuto a Lugano grazie a Marco Di Terlizzi, vicepresidente della Onlus che opera da vent’anni anni nei paesi privi di centri specializzati. Un piacevole confronto tra anime che si sfiorano e fanno riaffiorare ricordi più o meno piacevoli, rivelatosi per Terzi quasi un’estensione del percorso intrapreso anni prima dalla madre appassionata di cultura mediorientale.
Con estrema sensibilità, l’autore presta poi la penna a Youseff per condurre il lettore nei meandri della sua esistenza a Latakia, città di origine fenicia con un prospero porto da cui si esportano i frutti dell’entroterra. Ma anche brillanti professionisti, come il cardiochirurgo siriano e il fratello Alì, allontanatisi per sviluppare le proprie competenze ma riaccolti per donare speranza in una terra difficile.

 

“Buonanotte Tammam, abbi cura di te e ricordati che domani ti devo parlare di un bambino di Idlib che ha bisogno delle tue cure” sono le ultime parole di Alì che hanno il suono di un monito per il fratello mosso sempre da un forte senso del dovere.
Infatti, il magnanimo Alì viene ucciso da un commando terroristico, di cui si scopre che ne fa parte anche il padre del piccolo Mohamed. Senza livore ma tanta bontà, nell’ospedale in cui lavorano medici e infermieri di tutte le religioni: sunniti, sciiti, alauiti, drusi, Youssef decide di operare e salvare la vita al bambino generato dallo stesso uomo che lo ha privato dell’affetto più caro, attestando come la sacralità della vita supera ogni barriera ideologica.

 

D’altronde “è più facile dividere e trovare le differenze, che capire e cercare le somiglianze». E infatti, nella crudeltà di una terra martoriata da aspri conflitti, in cui l’infanzia dei bambini è offuscata dai pulviscoli delle bombe, cotanta umanità risulta eccezionale, e l’unica parola adeguata risulta essere Shukran, grazie in arabo, pronunciata dalla madre del bambino con un lieve cenno della testa e le mani verso il petto per portare alla luce la bellezza della vita restituita. Shukran è anche il ringraziamento di Terzi, che nell’epilogo torna a scrivere in prima persona per testimoniare l’emozione provata incrociando di persona, in Siria, gli occhi di bambini bramosi di vita. Per raccontare con semplicità e accuratezza, in un momento di forte tensione, una storia di fato e solidarietà che sotterra l’amara mistura di sofferenze coltivando il seme della benevolenza.

 

SHUKRAN. TI SALVERO'
Giovanni Terzi
Imprimatur, 128 pp., 14 euro

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