Elogio del bavaglio, unica arma contro le intercettazioni da far west

Al direttore - Un abbraccio a Daniele Piervincenzi, se menano ci passa anche la voglia di scherzare.

Giuseppe De Filippi

  


 

Al direttore - E’ semplicemente assurdo pensare di risolvere tutto fermando gli abusi e non l’uso di intercettazioni. Basterebbe una norma piccolissima che dicesse che le intercettazioni non valgono come prova in un processo. Devono essere solo uno spunto da cui partire per trovare le prove. Ecco, purtroppo una riforma così non la faranno mai. I magistrati hanno sempre bisogno di scorciatoie e i giornali di pappa pronta per sputtanare il prossimo. La massima colpa è sempre e solo di chi legifera.

Frank Cimini

 

Purtroppo, caro Cimini, ci sarebbe solo un modo per interrompere il flusso dello sputtanamento: farla pagare a chi pubblica intercettazioni che non dovrebbero essere pubblicate. Per chi viola la legge oggi ci sono sanzioni ridicole. Se si vuole far rispettare la legge le sanzioni devono essere vere. Bisogna avere il coraggio di non chiamare “libertà di stampa” la “libertà di sputtanamento”. Se la libertà è questa, beh, viva il bavaglio.

 


  

Al direttore - E’ vero che potrebbe essere eccessivo evidenziare un “credit crunch” per l’Italia in conseguenza dell’“Addendum” alle disposizioni sulla gestione dei prestiti deteriorati da parte delle banche, messo in consultazione pubblica da parte della Vigilanza unica (come si scrive in un intervento sul Foglio dell’8 corrente). Tuttavia questa “aggiunta”, per gli automatismi in base ai quali impone gli accantonamenti sui prestiti della specie, per di più senza tener conto delle normative delle diverse giurisdizioni, è una forzatura grave, una sorta di dirigismo, ai limiti della legittimità. Va, poi, considerato che, pur essendo escluso che l’“Addendum” si applichi alle consistenze di questi crediti, essendo diretto solo ai nuovi prestiti, tuttavia sugli stock, e dunque in chiave retroattiva, si preannuncia una decisione nel prossimo anno, quando ulteriori impatti sul patrimonio degli istituti discenderanno dai nuovi criteri contabili. Completamente trascurati sono, invece, i profili dell’erogazione del credito a famiglie e imprese. L’avere impostato l’“aggiunta” in questione sulla base del principio “comply or explain” non cancella affatto la sostanziale obbligatorietà della stessa. Il 9 novembre vedremo come se la caverà la presidente della Vigilanza accentrata, madame Danièle Nouy, poiché si terrà una sua molto attesa e importante audizione nella Commissione economica del Parlamento europeo anche su questo tema sul quale il presidente Antonio Tajani ha manifestato i suoi forti dubbi. E dovrebbe essere l’occasione per avviare una generale verifica dei criteri, delle metodologie della Vigilanza unica, nonché dei limiti della sua attività normativa. Con i più cordiali saluti.

Angelo De Mattia

 


 

Al direttore - Un’agenda contro i professionisti del malumore? Se si privilegiano le opinioni sui fatti è assiomatico che prevalgano le percezioni sulla realtà. Ed è altrettanto logico che il malumore sia l’humus di questa impostazione. Non è facile togliere alle masse italiche la pigrizia mentale di affidarsi alle sirene di una comunicazione finalizzata a far “percepire” e non a far capire.

Moreno Lupi

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