Il nuovo bipolarismo Uk, il partito unico degli anti casta anche a Rep.

Al direttore - Perfido Grillo si sgonfia pur di rovinarci le larghe intese europee.

Giuseppe De Filippi

 


 

Al direttore - Va tutto benissimo e le elezioni sono bellissime. Però continua a sfuggirmi la logica secondo la quale si diventa sindaci al primo turno con il 42 per cento dei voti a Palermo e non a Lodi (che è la mia città). Baciamo le mani.

Roberto Arditti

 


 

Al direttore - Vedo con piacere, lo desumo leggendo il bellissimo editoriale di Giuliano Ferrara sul Foglio del lunedì, che il Foglio ha capito bene che l’europeismo è il vero spartiacque della politica di oggi. Lo è stato in Francia, in un certo modo lo è stato anche in Inghilterra. La non vittoria di May è anche una non vittoria dell’hard Brexit e il risultato inglese può essere confuso e disordinato ma ci dice anche una cosa importante: l’anti europeismo sta battendo in ritirata anche nella Gran Bretagna della Brexit.

Luca Maffei

Sottoscrivo. E sottoscrivo usando le parole utilizzate ieri da Pietro Ichino sul suo blog per commentare a freddo (e bene) le elezioni inglesi. È un po’ lungo, ma ne vale la pena. “Alla vigilia delle elezioni politiche britanniche – scrive Ichino – il politologo dell’Università di Oxford constatava che la questione cruciale all’ordine del giorno è ancora l’alternativa tra (hard) Brexit e Remain, o almeno soft Brexit. Egli proponeva dunque agli elettori favorevoli al Remain, o almeno alla permanenza della Gran Bretagna nell’area europea di libero scambio e libera circolazione, come la Norvegia, i criteri in base ai quali scegliere, collegio per collegio, il più europeista tra il candidato Tory e quello Labour, e quando invece votare senz’altro per il candidato Lib-Dem, il più sicuramente europeista, perché i sondaggi lo davano in buona posizione. Come dire: non conta la vecchia bandiera del candidato, ma il suo orientamento sulla questione cruciale per il nostro futuro. Infatti oggi, a elezioni celebrate, in Gran Bretagna il conto principale è quello degli eletti europeisti e del tasso di anti-europeismo dei filo-Brexit. Ora torniamo per un momento a casa nostra: anche da noi la questione politica cruciale è, in ultima analisi, la stessa. Anche qui dalle scelte che compiremo nella prossima legislatura dipenderà se resteremo nel gruppo dei Paesi protagonisti della costruzione della nuova UE o ne resteremo ai margini. Ci potrà essere chi preferisce una declinazione più di sinistra o più di destra dell’una o dell’altra scelta fondamentale; ma alla fine ciò che conterà sarà se avranno vinto gli europeisti o i sovranisti. Questo, nella sostanza, essendo il nuovo bipolarismo, perché non impostare fin d’ora schiettamente su di esso il discorso politico, come ha fatto Macron in Francia sfidando tutti gli altri partiti a fare altrettanto e uscendone clamorosamente vincitore?”. Il nuovo bipolarismo è questo, è inutile girarci attorno. E l’Europa di oggi non la si capisce se non si parte da qui.

 


  

Al direttore - Magari è una fake news, anzi sicuramente, ma raccontano di una certa agitazione dalle parti di Largo Fochetti angolo Cristoforo Colombo, sede di un noto gruppo editoriale romano considerato da molti un vero e proprio Vaticano laico. Il papa emerito, Eugenio unico, è adombrato (incazzato non si può scrivere di un papa, anche se autoproclamato) perché i suoi hanno pubblicato solo sei leggi da non tradire. Eppure, dicono, lui era stato chiaro: dieci domande tormentone, come i dieci comandamenti, abbiamo fatto a Berlusconi e sette, come i sacramenti, devono essere le leggi da non tradire (sempre a tormentone). La soluzione trovata per placare l’iradiddio pare essere quella di pubblicare altre tre domande tormentone. Tre esattamente quante sono le virtù teologali: fede, speranza e carità. Speriamo che basti.

Valerio Gironi

Probabile sia una fake news. Meno probabile sia una fake news l’arrivo a Repubblica di Sergio Rizzo. Rizzo arriva dal Corriere (in bocca al lupo). Sarà (dovrebbe essere) il nuovo vicedirettore di Repubblica. Farà benissimo. Ma il suo arrivo a Largo Fochetti è significativo. A dieci anni dal trionfo del libro “La casta”, i campioni degli anti casta si sdoppiano. Gian Antonio Stella resta al Corriere, Rizzo va a Rep. Tu chiamala se vuoi l’egemonia di un nuovo partito unico: quello, appunto, della nazione unica anti casta.

 


 

Al direttore - Caro Cerasa, Berlusconi sta rientrando in politica, aveva concertato una nuova legge elettorale e, comunque, sta riacquisendo un ruolo influente nella politica italiana. Ed ecco che “Salagadula megicabula bibbidi-bobbidi-bu” i magistrati intercettano un mafioso pluricondannato che proprio adesso, ohibò, decide di far loro sapere che Berlusconi era suo socio. Abbia pazienza ma il dubbio che non sia un’amministrazione della giustizia super partes non la sfiora neppure per un attimo? Io sono disgustato, anche perché sta diventando una consuetudine anche a danno di altri politici.

Roberto Bellia

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