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L'America vincerà

Umberto Silva

Nonostante gli sputacchi di Trump, la mitica frontiera ce la farà. Anche grazie a Trudeau

America che va, America che viene. Se ne va Trump, sempre più accidioso verso l’Europa, la Germania in particolare, forse colpevole di essersi presa troppi soldi ai tempi della rinascita antisovietica. Invece di Trump sul lettino ci metto un gattino, quanto più confortevole. Trump se ne va tirandosi dietro la maledizione della Merkel, arriva invece il simpatico canadese Trudeau, che non si ferma al consueto abbraccio all’Italia ma si spinge fino alla martire Amatrice, portandovi con la giovane moglie Sophie un qualcosa di profumato. Trump smentisce, sostiene che l’incontro del G7 è stato una riuscita, ma non c’è niente di riuscito, è stato qualcosa di penoso e soprattutto di villano, con Trump che dà spallate e gomitate ai governanti di povere terre, per lui sicuramente indegni di sedere al suo fianco, al massimo ai suoi piedi. Intanto però l’adorata figlia è dovuta correre in America con il sospettato marito, come a dire che non c’è pace nemmeno per i potenti, insidiati da quella Legge che in America vige, eccome. Fin troppo, in certi casi decisamente assurdi.

 

Nonostante Trump, l’America resisterà, l’America canadese di Trudeau ma anche quella degli States. Sarà dura, ma resisterà. Coraggiosamente Angela Merkel si è ribellata alla ferocia del boss, perché tale rimane Trump, un boss senza ombra di alcuna maestà, un boss che viene in Europa solo per umiliarla, per mostrare la sua padronanza che nemmeno vuole essere tale, dal momento che neppure gli interessa essere padrone dell’Europa, cui sicuramente preferisce Kim Jong-un e i suoi giocattoli. Il Papa, il degno erede di una tradizione bimillenaria che ha fatto e ancora fa la gloria degli umani, è per Trump un poveraccio cui regalare uno sguardo perplesso, come andasse a visitare il museo delle cere. E’ stata una vacanzuccia quella di Trump, che avrebbe preferito altrove, a Miami e dintorni, quelli sono i suoi giochi, chissà cosa ha visto e pensato il boss mentre guardava la Cappella Sistina, forse gli saranno piaciuti i corpi poderosi dei santi e del dannati, forse si sarà spaventato a vedere le pene infere, forse avrà temuto che il suo collo taurino ne risentisse o l’avrà torto con forza, stimandolo il più forte. Il Papa, dal canto suo, non si è mostrato all’altezza. Ha fatto una faccia tristissima e desolata, ha buttato lì qualche stanca parola. Non me l’aspettavo da uno come lui, è uno scoramento mitigato appena dal velo nero delle mogli, un contentino; ma anche una femminea strizzatina d’occhio, a dire che loro sanno.

 

Trump se ne va dall’Europa lasciando qualche sputacchio, accontentandosi dell’Inghilterra che peraltro non si sa più bene cosa sia, con la Scozia e l’Irlanda che fuggono, con la regina che si appresta a concludere il suo splendido tempo, ma après elle le déluge, con discendenti che potrebbero discendere subito all’inferno. La grande regina che al governo non conta un cazzo ma è l’unica a avere un cazzo. Ma in Francia c’è il bel volto di Macron, la France retrouvé, e con quale gioia, quella Francia che sembrava perduta nella mediocrità, roba che proprio non le si confà. La Merkel intanto vincerà le elezioni, i tedeschi sanno bene che è loro necessaria, gli italiani sanno che è una tosta, che non si può imbrogliarla, è una che non molla un euro, nonostante i sorrisi che le si regalano. Ci toccherebbe con lei sistemare la nostra finanza, risistemare la magistratura e togliere di mezzo la burocrazia e molte leggi e un mucchio di cose, si preferisce sbraitare contro la Germania che non ci fa fare le nostre solite porcate, il che è disdicevolissimo, dal momento che di porcate a suo tempo i tedeschi ne fecero di ben peggiori. Ma di questo passo non si procede. Trump ghigna spavaldo, sa che all’inferno non ci va, non è Nixon che se la fece addosso, stranamente, chissà di chi aveva paura, di Dio, forse, del peccato, di se stesso, vallo a capire. Trump se ne frega di tutto, la sua dea, Ivanka, sembra destinata ad allontanargli ogni pericolo, un giorno forse sarà Ifigenia che si sacrifica per il padre. Gli americani l’apprezzerebbero, forse.

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