Leonardo Del Vecchio

La formidabile lungimiranza di Leonardo Del Vecchio

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Echos, Pais, Abc, Financial Times

Ue: l'eterna lotta tra falchi e colombe della spesa

 

Madrid, 23 gen - (Agenzia Nova) - Matteo Renzi ha governato per mille giorni e almeno cinquecento di questi li ha passati a polemizzare con Bruxelles. Una battaglia che i suoi frutti li ha portati, scrive per "El Pais" il corrispondente da Bruxelles di "La Repubblica" Andrea Bonanni: Roma ha ottenuto 19 miliardi di flessibilità e altri 7 miliardi della fallita riduzione del deficit sono ancora riconosciuti nel bilancio del 2017. L'articolo muove da questo spunto per avviare una riflessione "sull'eterna diatriba tra i falchi del rigore e le colombe della spesa, nata 26 anni fa a Maastricht". Un dualismo che perderebbe senso se "i tagli della spesa incidessero realmente sugli sprechi improduttivi e se gli investimenti pubblici fossero davvero utili", effetti che spesso non si verificano. Quale che sia la strada giusta, il risultato dovrebbe portare a un aumento della competitività di un paese, "chiave per tenere alta la crescita, sanare i conti pubblici, migliorare la qualità della vita ai cittadini e assicurare un futuro alle nuove generazioni". Il punto è che dopo la crisi la forchetta della competitività tra nord e sud Europa ha continuato a crescere: l'Italia, "che ha certamente realizzato uno sforzo considerevole per sanare i suoi conti ed evitare le procedure europee con l'eccesso di deficit non ha ottenuto risultati egualmente soddisfacenti in termini di efficienza globale del suo sistema produttivo nazionale".

Continua a leggere l'articolo del Pais

 


 

Crisi, l'Italia in decadenza

 

Madrid, 23 gen - (Agenzia Nova) - Il quotidiano spagnolo "Abc" dedica un lungo articolo alla profonda crisi economica italiana certificata, da ultimo, di dati Istat sulla deflazione, dalle previsioni negative del Fondo monetario internazionale e dall'ultima bocciatura delle agenzie di rating. L'instabilità politica del paese, rilanciata dal fallimento del referendum di Matteo Renzi, finisce per esaltare i problemi atavici dell'Italia: si parla del "caos bancario", non solo per il caso Mps ma anche per i bassi redditi offerti dal nostro sistema, 2,7 per cento contro la media europea del 4,4. Un caos si traduce nell'incapacità di dar vita a un sistema di crescita inclusiva, con il conseguente malumore di una gran parte dei connazionali. La crisi ha accentuato le ferite della disoccupazione giovanile e le differenze tra ricchi e poveri. A completare il quadro, "l'incapacità riformista" che, tra le altre cose, fa perdere all'Italia la possibilità di usufruire dello scudo offerto dalla Banca centrale europea. E la voragine rappresentata dall'evasione fiscale.

Continua a leggere l'articolo di Abc

 


 

L'Opa di Lactalis su Parmalat criticata per la sua opacità

 

Parigi, 23 gen - (Agenzia Nova) - Più trasparenza: è quanto reclamano gli azionisti di minoranza di Parmalat a Lactalis ed è ciò che ora esige la Consob; la quale ha sospeso l'Opa che il gruppo francese, che controlla l'azienda italiana dal 2011, ha lanciato per impadronirsi del 12,26 per cento del suo capitale che non possiede ancora. I fondi di investimenti infatti giudicano troppo basso il prezzo proposto da Lactalis e il gruppo francese è regolarmente accusato dagli azionisti di minoranza per la sua opacità nel rispetto delle regole di governance e sulle prospettive di sviluppo di Parmalat.

Continua a leggere l'articolo di Les Echos

 


 

L'italiana Beretta perde il mercato dei soldati Usa

 

Parigi, 23 gen - (Agenzia Nova) - Il celebre fabbricante italiano di armi Beretta, la cui storia risale al 1526, non equipaggerà più le truppe statunitensi: la sua pistola M9 era in servizio nell'esercito Usa dal 1985, un'arma simbolica che a quel tempo aveva detronizzato la mitica Colt e che da allora è stata distribuita in 1,5 milioni di esemplari negli Stati Uniti ed in 4,5 milioni nel resto del mondo; ora però le forze armate statunitensi hanno affidato l'equipaggiamento dei loro militari al costruttore svizzero-tedesco Sig Sauer con un contratto della durata di 10 anni ed un valore massimo di 580 milioni di dollari. Attualmente un terzo degli agenti di polizia negli Usa già utilizza armi prodotte da Sig Sauer nella sua fabbrica in New Hampshire. In Italia alcuni vedono la decisione come una delle conseguenze dell'arrivo di Donald Trump al potere e della politica protezionista che egli intende mettere in pratica; ma per Beretta la perdita della gara di appalto era prevedibile molto prima dell'ascesa di Trump; anche se per l'impresa italiana il colpo non è stato per questo meno duro.

Continua a leggere l'articolo di Les Echos

 


 

Il lungimirante Leonardo Del Vecchio

 

Londra, 23 gen - (Agenzia Nova) - Sul "Financial Times" un ritratto di Leonardo Del Vecchio, fondatore dell'azienda di occhiali Luxottica. Nel 2014 l'uomo più ricco d'Italia decise che era tempo di riprendere in mano, dopo dieci anni, il controllo della compagnia. La scorsa settimana ha spiazzato i suoi critici con l'accordo di fusione col produttore francese di lenti Essilor. "Del Vecchio è formidabile nel concludere affari", sintetizza Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca, consulente della holding di famiglia dell'imprenditore.

Continua a leggere l'articolo del Financial Times

 


 

Panorama internazionale

 

 


 

Papa Francesco e il pericolo dei muri e dell'identità

 

Madrid, 23 gen - (Agenzia Nova) - "Il pericolo in tempi di crisi è quello di cercare un salvatore che ci restituisca l'identità e ci difenda con muri". È questa la frase che il quotidiano "El Pais" ha scelto per titolare la lunga intervista concessa da Papa Francesco "nelle ore in cui Donald Trump giurava a Washington" e pubblicata nella giornata di sabato. Il pontefice "chiede prudenza dinanzi agli allarmi scatenati dai nuovo presidente degli Stati Uniti", sintetizza la testata: "Vediamo quel che farà, non possiamo essere profeti di sciagure". Nel sommario si sottolinea l'inquietudine per una chiesa "anestetizzata dalla mondanità" e la perfetta conoscenza del pontefice su cosa accade anche fuori dalle mura vaticane. Risaltano le parole spese dal papa per il dramma dei rifugiati così come per le donne schiavizzate dalle mafie in Italia. In contemporanea con l'intervista, il quotidiano ha pubblicato un articolo che raccoglie alcuni degli interventi più significativi di Bergoglio, definendolo un "papa ecologista e con una profonda preoccupazione per il sociale".

Continua a leggere l'articolo del Pais

 


 

Il ritorno del servizio militare in Europa

 

Parigi, 23 gen - (Agenzia Nova) - Il quotidiano economico "Les Echos" si interroga oggi lunedì 23 gennaio sulla decisione della Svezia di ripristinare il servizio militare aperto a uomini e donne: è un ritorno all'antico o una rivisitazione in chiave moderna della coscrizione? L'editoriale del giornale francese ricorda che quando la Svezia fa abolì la leva obbligatoria, sette anni, così facendo si unì a paesi europei come la Francia, l'Italia, il Belgio e l'Olanda che avevano fatto la stessa scelta già negli anni '90; mentre la Germania ha abolito il servizio militare solo nel 2011. Da allora però, nota l'editorialista Jacques Hubert-Rodier, in Svezia tutti sono d'accordo sul fatto che quella scelta si sia rivelata un fallimento: a porre problemi, infatti, è il reclutamento dei militari in servizio effettivo e ancor di più quello dei riservisti. Secondo il generale Klas Eksell, il responsabile delle Risorse umane dell'Esercito svedese citato da "Les Echos", i soldati in servizio effettivo sono attualmente 5.325 sui 6.600 necessari; ma i riservisti sono solo 3.875 sui 10.400 richiesti. Questa difficoltà a costituire delle forze armate efficienti basate unicamente su professionisti volontari, si aggiunge per la Svezia, un paese europeo che non è membro dell'Alleanza Atlantica, alla grande preoccupazione suscitata in questo periodo di incertezza strategica di fronte alla crescita delle ambizioni della Russia. Inquieta per la minaccia russa, anche la Lituania, che invece fa parte della Nato, due anni fa ha deciso di ristabilire la leva militare: la questione ora è di capire, si domanda "Les Echos", se il ritorno della coscrizione obbligatoria in Svezia e Lituania si espanderà a macchia d'olio, in un momento in cui da ogni parte all'Europa viene chiesto di fare molto di più per la propria difesa.

Continua a leggere l'articolo di Les Echos 

 


 

Ministro tedesco Difesa von der Leyen, le sfide della sicurezza europea

 

Berlino, 23 gen - (Agenzia Nova) - Il ministro della Difesa tedesco Ursula von der Leyen (Cdu) si sente particolarmente legata agli Stati Uniti, avendo vissuto in California diversi anni a partire dal 1990. Dopo il discorso d’insediamento del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, il ministro guarda al primo incontro con il nuovo segretario alla Difesa James Mattis, fissato a Monaco di Baviera nel mese di febbraio. In una lunga intervista rilasciata all’“Handelsblatt” il ministro tedesco ha ribadito che i legami tra Europa ed America sono forti, tanto economicamente, che politicamente e culturalmente. È inoltre normale, secondo von der Leyen, che la nuova amministrazione presidenziale Usa possa esprimersi in modo differente dal precedente, anche in merito alla Nato. Il termine “obsoleto”, con cui l’Alleanza atlantica è stata definita da Trump, in tedesco ha due significati: datato e bisognoso d’ammodernamento. È effettivamente necessario un ammodernamento nei prossimi tre anni, ha detto il ministro e l’Europa deve fare di più a questo fine. Von der Layen ha ricordato che Mattis, durante l'audizione per la conferma della nomina al Senato Usa, ha affermato che “nessuna nazione è sicura senza gli amici”, anche se gli oneri devono essere meglio ridistribuiti. In Europa, ha assicurato il ministro tedesco, c'è una chiara determinazione politica a destinare alla difesa il 2 per cento del Pil, ma questo impegno, più che la Nato, riguarda l'Europa nel suo complesso. Una delle priorità assolute per la sicurezza europea, ha spiegato a questo proposito von der Leyen, è la stabilizzazione e il sostegno agli Stati africani, per contrastare il terrorismo e fronteggiare la crisi migratoria. La cooperazione con l’Africa, ha sottolineato il ministro, è un ambito che esula dalle finalità della Nato. In merito al riavvicinamento fra Ue e Russia, von der Leyen ha affermato che qualora venissero rispettati da parte di quest’ultima gli accordi di Minsk sull’Ucraina, le sanzioni che sono oggi in vigore potrebbero essere revocate. "È bene cercare un dialogo con Mosca, ha detto l'esponente del governo tedesco, "ma non ci si può dimenticare dell’annessione della Crimea". Von der Layen non si aspetta un calo d’interesse della politica statunitense nei confronti del Medio Oriente, che resta il teatro fondamentale dove combattere lo Stato islamico. Il ministro resta anche convinto che a dispetto delle delusioni degli ultimi anni, l'Ue possa ancora esercitare un ruolo di mediazione fondamentale per la risoluzione della crisi siriana. Per quanto riguarda l’affermazione fatta dal ministro tedesco delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble (Cdu), circa i legami tra la globalizzazione e l'espansione della minaccia del terrorismo, il ministro della Difesa si è limitato a chiedere maggiori sforzi per la sicurezza interna ed esterna, ai confini dell’Unione, e un connubio più efficace tra la sicurezza delle frontiere esterne e il diritto d’asilo. Tutto il Continente, ha detto von der Leyen dovrebbe affrontare il problema delle migrazioni, che d’altra parte non si possono impedire. Occorre, viceversa, affrontare le cause. E molto è stato fatto, ha sottolineato von der Leyen, dal momento che nel 2015 attraversavano il Mar Egeo anche 5 mila migranti al giorno, oggi solo 30-50. Occorre cooperare anche con Paesi come il Niger, il Mali, la Tunisia e l’Egitto, e "dare alle persone prospettive per rimanere nel loro Paese". E per fare questo occorre tempo, come ce n’è voluto in Afghanistan o in Kosovo. Le Forze Armate tedesche stanno facendo la loro parte tramite un impegno sempre maggiore in paesi come il Mali, ha rivendicato il ministro, che ha parlato di "un investimento a lungo termine". Occorre però "promuovere l’Unione europea per la sicurezza e devono cooperare forze militari e di polizia. E' necessario inoltre un aiuto europeo allo sviluppo". Un altra sfida importante per l'Europa, ha sottolineato il ministro, è data dalla sicurezza informatica. Su questo fronte, ha sottolineato il ministro, la Difesa ha avviato una stretta collaborazione con il ministero dell'Interno. Le Forze Armate hanno il compito di proteggere da minacce provenienti dall’estero. Notizie false, propaganda mediatica e disinformazione, invece, "sono problemi di sicurezza interna". Le Forze armate tedesche si sono dotate di un comando informatico di 14 mila uomini che lavorano a stretto contatto con i Servizi nazionali ed esteri. E' attivo anche un centro studi cibernetico a Monaco di Baviera. Il ministro ha inoltre fatto cenno al tema della Brexit, dicendosi convinta che in materia di intelligence e sicurezza la cooperazione con Londra proseguirà inalterata.

Continua a leggere l'articolo di Handelsblatt

 


 

Francia, il duello delle "due sinistre" minaccia di far implodere il Partito socialista

 

Parigi, 23 gen - (Agenzia Nova) - La sinistra governativa francese archivia il primo turno delle sue primarie e guarda con preoccupazione al secondo turno: lo afferma il quotidiano progressista "Le Monde" all'indomani del voto che ha visto l'affermazione dell'ex ministro dell'Educazione nazionale Benoit Hamon, che con il 36,35 per cento dei voti ha battuto sia l'ex primo ministro Manuel Valls (31,11 per cento) che l'ex ministro dell'Economia Arnaud Montebourg, fino a ieri considerato l'alfiere della sinistra socialista che ha raccolto il 17,52 per cento dei consensi; agli altri quattro candidati "minori" sono andate solo le briciole. Domenica prossima 29 gennaio, al secondo turno di queste primarie gli elettori dovranno quindi scegliere tra due concezioni della sinistra, rappresentate da Hamon e da Valls, che quest'ultimo non molto tempo fa aveva definito "irriconciliabili". Aldilà della scarsa mobilitazione popolare (hanno votato circa 1 milione e 250 mila persone, una cifra abissalmente lontana dai 4 milioni e 300 mila votanti alle primarie del centro-destra di novembre e più o meno la metà dei 2 milioni e mezzo di partecipanti alle primarie socialiste del 2011), quello che si prospetta secondo il "Monde" è un duello che riassume le divisioni che hanno attraversato l'intero quinquennato socialista e che sono alla base della rinuncia del presidente Francois Hollande a presentarsi per un secondo mandato. A questo duello Hamon sembra presentarsi nettamente in vantaggio, avendo anche già incassato l'appoggio di Montebourg. Per Valls invece, il secondo posto a cui è stato relegato ieri è una cocente delusione e l'ex premier dimessosi il 1° dicembre ha reagito proprio accentuando le divergenze: da un lato la sua "sinistra credibile", dall'altro le "promesse irrealizzabili" di Hamon che se dovesse vincere le primarie porterebbe il Partito socialista (Ps) ad una "sconfitta assicurata" alle elezioni presidenziali. Ora per il Ps il rischio è, secondo il "Monde", di cadere nell'irrilevanza: la deriva a sinistra potrebbe escludere il candidato socialista dal secondo turno delle presidenziali, favorendo al primo turno del 23 aprile prossimo l'ex ministro dell'Economia Emmanuel Macron che si presenta da indipendente con un programma di centro-sinistra; a quel punto il partito entrerebbe in una zona di turbolenza inedita, e la minaccia di implosione diventerebbe reale.

Continua a leggere l'articolo del Monde

 


 

Usa, per Trump una prima settimana impegnativa alla Casa Bianca

 

New York, 23 gen - (Agenzia Nova) - Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, si è insediato venerdì alla Casa Bianca, e inaugura oggi una prima settimana densa di impegni e sfide. Trump intende emanare subito una serie di decreti presidenziali ed ha in programma una serie di incontri con i leader del Congresso, dove ancora pende la conferma di diverse nomine di primo piano della sua amministrazione: prima tra tutte, quella di Rex Tiller a capo del dipartimento di Stato, osteggiata dal senatore repubblicano Marco Rubio, battuto da Trump alle primarie di partito dello scorso anno. In settimana dovrebbero tenersi anche i voti di conferma del nuovo capo della Central Intelligence Agency (Cia), Mike Pompeo, del segretario dello Sviluppo urbano Ben Carson, di quello dell'Energia Rick Perry e dell'ambasciatore all'Onu, Nikki Haley. Il segretario della Difesa, James Mattis, ha invece ottenuto il via libera del Senato nella giornata di venerdì. I primi decreti di Trump riguarderanno i temi "caldi" della campagna elettorale: immigrazione e commercio, stando a fonti della Casa bianca citate dal "Wall Street Journal". Trump incontrerà i leader di Messico e Canada per discutere il futuro del North American Free Trade Agreement (Nafta) e venerdì incontrerà il primo ministro britannico Theresa May, per iniziare a negoziare, come preannunciato nei giorni scorsi, un accordo commerciale tra i rispettivi paesi. Quest'ultimo, avverte il quotidiano, è un obiettivo ambizioso che dovrà scontrarsi con numerosi ostacoli politici e procedurali, e che per essere pienamente realizzato potrebbe richiedere diversi anni. Resta il fatto però - sottolinea il "Wall Street Journal" - che un accordo commerciale tra Usa e Regno Unito sarebbe stato inconcepibile sino a un anno fa, quando Londra appariva immutabilmente vincolata all'orbita commerciale di Bruxelles. Le priorità immediate, per May come per Trump, sono comunque altre: la prima dovrà negoziare con l'Unione Europea, e l'incontro con Trump potrebbe servirle proprio da strumento negoziale nel braccio di ferro con Bruxelles. Trump, invece, intende procedere per prima cosa alla rinegoziazione del Nafta, che ritiene uno degli accordi commerciali più svantaggiosi mai sottoscritti dagli Stati Uniti.

Continua a leggere l'articolo del Wall Street Journal

Di più su questi argomenti: