Il presidente del Consiglio Matteo Renzi (foto LaPresse)

E se fosse Renzi il vero antisistema?

Redazione

La rassegna della stampa internazionale sui principali fatti che riguardano da vicino il nostro paese. Oggi articoli di Figaro, Pais, Financial Times, Frankfurter Allgemeine Zeitung...

Referendum: e se fosse Renzi l'antisistema?

Madrid, 2 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Romano Prodi voterà sì. Ma Silvio Berlusconi, Mario Monti e Massimo D'Alema voteranno no. È su queste premesse che il quotidiano "el Pais" costruisce una riflessione sui sentimenti politici che ruotano attorno al referendum costituzionale. "Di fatto il gruppo degli 'ex', come altre personalità politiche, giuristi e commentatori neutrali, lasciano intendere che la figura antisistema sia rappresentata dallo stesso Renzi, perché punta a cambiare l'ordine stabilito smantellando l'istituzione del Senato, alterando la legge elettorale a beneficio del partito più votato e modificando l'equilibrio istituzionale creando l'attesa di un esecutivo più forte". Ma se è vero che il voto ha "acceso l'estrema destra e ha provocato il rilancio dell'umorista Beppe Grillo alla testa degli indignati", osserva la testata, "ci sono ragioni sensate per respingere la riforma senza incorrere nella logica dell'antisistema".

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I disoccupati votano No, i pensionati Sì

Madrid, 2 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Gli oltre tre milioni di disoccupati italiani sono quelli più convinti di votare "no", come punizione per il governo. "Dall'altra parte ci sono i pensionati, con una forza di 16 milioni di votanti" orientati in maggioranza a votare "sì", "guidati dalla promessa di stabilità". Per parlare del referendum costituzionale in Italia, il quotidiano "El Pais" riprende lo studio presentato il 18 novembre da Lorenzo de Sio, professore associato presso la Luiss e socio fondatore del Centro Italiano Studi Elettorali. L'articolo si chiude con piccole interviste a pensionati e disoccupati a Roma.

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Il referendum italiano è "ad alto rischio", e "l'Europa trema"

Parigi, 2 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Il quotidiano francese "Le Figaro" pubblica diversi interventi sulle possibili conseguenze economiche e politiche del referendum costituzionale che si terrà in Italia domenica 4 dicembre. L'analisi del professore di Scienze politiche Jacques de Saint Victor descrive soprattutto gli effetti negativi che una vittoria del "no" potrebbe avere sul fragile sistema bancario italiano; mentre la saggista Coralie Delaume evoca il rischio di una "Italexit" come risultato ultimo di una sconfitta del presidente del Consiglio, Matteo Renzi.

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Italia: quali scenari politici dopo il 4 dicembre?

Parigi, 2 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Il "No" alla riforma costituzionale voluta dal presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi, è dato per favorito al referendum del 4 dicembre e allora tutti si chiedono cosa accadrà dopo: il quotidiano economico francese "La Tribune" prova a rispondere con una analisi, in cui il suo corrispondente da Roma, Romaric Godin, traccia quattro possibili scenari politici.

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I Cinque stelle combattono per lo scalpo di Renzi nel referendum italiano

Londra, 2 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Tra pochi giorni Beppe Grillo, fondatore del Movimento 5 stelle, potrebbe chiedere lo scalpo del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, riferisce il "Financial Times". Se il "no" prevalesse nel referendum costituzionale di domenica, infatti, l'M5s sarebbe il principale vincitore. Il movimento, che vuole un referendum sull'appartenenza all'area dell'euro e ha legami con l'Ukip, il Partito per l'indipendenza del Regno Unito, è già testa a tesa col Partito democratico nei sondaggi e potrebbe superarlo presto. La prospettiva della sconfitta di Renzi preoccupa Peter Foster, capo redattore degli affari europei di "The Telegraph", come quella dell'affermazione di Norbert Hofer alle elezioni presidenziali austriache: nessuno dovrebbe sottovalutare il potenziale che questi due voti hanno di allentare ulteriormente la presa della politica europea sul centro.

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Francesco Giavazzi: un voto per il "no" nel referendum farà deragliare riforme essenziali

Londra, 2 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - In un articolo pubblicato sul "Financial Times", l'economista Francesco Giavazzi, docente all'Università Bocconi di Milano, manifesta la preoccupazione che l'eventuale sconfitta del "sì" nel referendum costituzionale e le dimissioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, possano far svanire il sogno di un cambiamento generazionale e probabilmente anche mettere in discussione la permanenza nell'area dell'euro. Sarebbe compromesso, infatti, il processo di riforma avviato dal governo, di cui l'Italia ha molto bisogno. La produttività, rimasta quasi ferma negli ultimi vent'anni, è sufficiente a dare un'idea dello stato pietoso dell'economia nazionale, dovuto a varie cause, tra le quali le piccole dimensioni delle imprese, la rigidità del mercato del lavoro, la lentezza della digitalizzazione e la carenza di capitale umano qualificato. Sullo stesso giornale una lettera di Paola Subacchi, direttrice della ricerca economica internazionale di Chatham House - The Royal Institute of International Affairs, esorta a superare la narrativa degli italiani restii e alle riforme e pronti a saltare sul carro del populismo e a soffermarsi su un aspetto: gli elettori del "sì" e del "no" sono meno lontani di quanto possa sembrare, accomunati da una profonda sfiducia nella politica.

Leggi l’articolo del Financial Times

L'Italia vittima delle oscillazioni di mercato alla vigilia del referendum

New York, 2 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Gli speculatori internazionali si preparano a un periodo di instabilità dell'eurozona a seguito del referendum costituzionale italiano di domenica 4 dicembre, che in caso di bocciatura dal parte degli elettori potrebbe innescare una crisi di governo nel paese in un momento assai delicato. "Scottati" dal risultato imprevisto del referendum britannico sull'uscita dall'Unione europea, gli investitori sembrano dare per scontato la vittoria del "no" al referendum. "C'è un colossale posizionamento shortsull'Italia dagli Stati Uniti e dagli altri paesi dove hanno sede i grandi investitori", spiega Raffaele Jerusalmi, ad della Borsa italiana. Lo shorting, vale a dire la vendita di asset finanziari presi a prestito, è una tecnica tradizionalmente impiegata dagli hedge funds quando si prevede un calo del valore di mercato di quegli asset. Bersagli di questo posizionamento ostile degli investitori sono ad esempio le banche italiane Popolare di Milano e Carige, mentre dallo scorso luglio i regolatori del mercato italiano hanno posto limiti allo short-selling delle azioni di Monte dei Paschi di Siena.

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Il grande problema delle banche italiane

Berlino, 2 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Alcuni analisti anglosassoni prevedono una crisi bancaria italiana, se dovesse andare male il risultato del referendum di domenica prossima per il primo ministro italiano. Tuttavia, alcuni esperti e commentatori ritengono che, indipendentemente da come andrà la votazione, le banche italiane andranno incontro a tempi difficili. Quest'opinione è diffusa sia tra commentatori come Oscar Giannino sia tra l'élite, come il professor Carlo Alberto Carnevale Maffè dell’Università Bocconi di Milano. Ragione di questo presupposto è che le banche in crisi, come il Monte dei Paschi di Siena, hanno ritardato il loro risanamento, facendo fallire i piccoli risparmiatori. Ora la nuova dirigenza ha detto che sarebbe difficile continuare nel salvataggio dell'istituto di credito se vincesse il “no”. Secondo Giannino questo è solo un ricatto nei confronti degli elettori. Il Monte dei Paschi ha bisogno di 5 miliardi di euro. Il suo bilancio è di 160 miliardi e circa un terzo dei suoi prestiti sono inesigibili e in borsa vale solo 600 milioni. Il nuovo capo della banca, Marco Morelli, spera in una conversione di 1/1,5 miliardi delle obbligazioni in azioni. Il restante importo deve essere realizzato la prossima settimana sul mercato. In Italia le obbligazioni rischiose sono state vendute ai piccoli risparmiatori, pertanto ora ci vorrebbe un aiuto statale. Anche UniCredit deve ottenere 20 miliardi di capitale aggiuntivo. Ma altre banche sono in crisi e il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ha messo già in atto piani di salvataggio, ma solo parziali. Nel Nord-Est ci sono Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza che hanno bisogno di 2,5 miliardi. E una montagna di crediti inesigibili li ha anche la Carige di Genova. L’Unicredit invece sembra avere migliori chances. Così invece non è per la Banca popolare di Bari. Il professor Carnevale Maffè afferma che le obbligazioni potrebbero essere scambiate per il salvataggio delle banche. Tuttavia, il problema a lungo termine è la mancanza di redditività del settore bancario italiano.

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PANORAMA INTERNAZIONALE

Airbus Safran Launchers acquisisce Arianespace per circa 150 milioni

Parigi, 2 dic 08:33 - (Agenzia Nova) - Si consolida ulteriormente il settore spaziale internazionale: per una somma intorno ai 150 milioni di euro, infatti, la società privata Airbus Safran Launchers (Asl) ha acquisito il 35 per cento del capitale di Arianespace fin qui detenuto dal Centro nazionale francese di studi spaziali (Cnes). La società costruttrice del missile Ariane 5 e del futuro Ariane 6, che già era il principale azionista di Arianespace con il 39 per cento circa delle azioni, ora possederà il 74 per cento del capitale. L'operazione, che diventerà effettiva dal 31 dicembre prossimo, secondo il presidente esecutivo di Arianespace, Stephane Israel "permetterà uno sfruttamento più agile dei missili per lanciare i satelliti". Attualmente Arianespace opera con tre lanciatori dal Centro spaziale della Guyana (Csg): Ariane 5, Soyuz grazie al partenariato con l'agenzia spaziale russa Roscosmos, e il razzo italiano Vega, gioiello dell'industria italiana Elv controllata al 30 per cento ciascuno dal gruppo motoristico Avio e dall'Agenzia spaziale italiana (Asi).

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