Giuliano Poletti (foto LaPresse)

Poletti sbaglia: per trovare lavoro non c'è solo il calcetto, ma anche il volley

Maurizio Milani

Come farsi raccomandare in modo bello e completo

Non per mancare di rispetto, ma ha ragione al 100 per cento il ministro Poletti. Tutti i lunedì noi disoccupati (senza fissa dimora) ci troviamo al campetto di beach volley di Milano Rogoredo. Qui c’è sempre Andrea Lucchetta. Tramite lui ci siamo già sistemati con il lavoro in 500, tra obesi e falsi obesi. Chi impiegato alla Federazione Pallavolo, chi alla Yamamay (sponsor del Busto Arsizio) come magazziniere. Io per esempio grazie a Lucchetta ho già cambiato dieci lavori. La prima volta mi ha mandato tramite raccomandazione alla Volley Top, il mitico magazine di questo magnifico sport. Come lavoro mi piaceva: dovevo seguire in trasferta le atlete estere del nostro campionato e intervistarle. Subito mi sono innamorato di una, per cui mi sono licenziato. Al lunedì sono andato al campo di Rogoredo e gli dico a Lucchetta: “Andrea! Trovami un altro posto”. Lui mi ha raccomandato alla Samsung. Come lavoro mi piaceva, dovevamo scrivere sui palazzetti dello sport i nomi delle ditte che fanno da sponsor. La prima è appunto Samsung. Finito di scrivere nei 20 palasport non avevo più niente da fare, per cui ho telefonato a Mino Raiola per chiedere un posto di lavoro un po’ bello. L’agente Fifa senza conoscermi mi ha fatto una lettera di presentazione come meccanico alle gare Nascar Usa. Sono ai box della Porsche. Ieri abbiamo vinto. Mio fratello invece, sempre tramite raccomandazione di Bob Sinclar (il più potente dj della storia) si è sistemato a Twitter. Impiegato interno. In pratica legge tutti i tweet dei politici di mezzo mondo e li vende a “Gazebo” di Diego Bianchi. Come pratica è illegale. Ma non essendoci una legislazione uniforme nei 210 stati dove Twitter lavora, per adesso mio fratello lo fa. Se Twitter viene a saperlo lo licenzia, che è quello che vuole mio fratello.

Altri miei parenti che si sono sistemati tramite conoscenza ce ne sono tanti. Invece mio nipote, che gioca a tennis con il presidente Amato, non è riuscito a farsi raccomandare. Lui voleva andare alla Corte dei Conti come giudice contabile. Però giustamente non lo hanno preso essendo diplomato alla scuola nautica di Pozzuoli. Oggi mi vedo con lui per fargli conoscere Luigi Amicone. Non penso però che lui possa fare qualcosa, anche perché mio nipote è molto maleducato. E a me dispiace dirlo ma se tu lo segnali a una ditta fai brutta figura anche tu.

 

La mia fidanzata invece sono riuscito a sistemarla all’Acquedotto pugliese. Non ci ha raccomandato nessuno: io avevo chiamato il presidente Emiliano, ma il numero di telefono non era suo. Ha risposto Belotti, il centravanti del Torino e della Nazionale. Come fa Belotti ad avere il numero che era di Emiliano non si sa. Per me ho sbagliato a fare il numero. Tanto che c’ero ho chiesto a Belotti una maglia del Toro. Lui l’ha mandata. Oggi giro per Milano con su quella. Se qualcuno mi dovesse chiedere come mai ho su la maglia di Belotti rispondo: “Il fatto non sussiste”.

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