Lapo Elkann (foto LaPresse)

Che cosa c'è dietro al finto rapimento di Lapo Elkann

Maurizio Milani

Maurizio Milani racconta i dettagli (da ridere) sulla notizia del giorno: il rampollo di Casa Agnelli che avrebbe simulato un sequestro ai suoi danni per chiedere 10.000 dollari alla famiglia.

In merito alla vicenda di Lapo, il fatto non sussiste: chi non ha mai buttato in piedi falsi rapimenti per chiedere riscatti a parenti facoltosi? Poi Lapo è stato onestissimo: ha fatto telefonare a Marchionne per chiedere 10.000 dollari di riscatto quando poteva chiedere 15 milioni. Teniamo presente che un sequestro va gestito e ha dei costi (fissi). Il commando che fisicamente rapisce Lapo costa 500.000 dollari. Per la telefonista (che in questo rapimento è Lady Gaga) minimo le devi dare 30.000 dollari. Poi c’è la vivandiera, cioè la persona che si occupa del rapito nel periodo della detenzione. Questa è incappucciata, ma dalla voce Lapo ha capito che era Britney Spears. Poi c’è quello che lo tiene legato alla catena e che controlla che il prigioniero non scappi. Questo compito doveva venire svolto da Katy Perry con il suo moroso. Anche qui questi si muovono per non meno di 300.000 dollari.

 

Ragazzi, per fare un sequestro di persona, anche per una banda di delinquenti abituali, è un rischio (30 anni di penitenziario a Durango con secondini che ti scherzano e sono maleducati… ma nemmeno tanto: c’è quello educato e quello meno, come dappertutto). Insomma, anche in questa nuova iniziativa imprenditoriale Lapo ci andava a perdere economicamente. Incassava 10.000 dollari e ne spendeva per pagare il baraccone circa 20 milioni. Non dimentichiamo i basisti del sequestro: chi ruba l’auto che serve per il rapimento costa 20.000 dollari (più altri 20.000 per non andare a spifferare tutto agli inquirenti). Di solito in Italia, ma penso anche in Usa, l’anello debole della filiera delinquenziale per questo reato è proprio il ladro d’auto. Di solito è un informatore dei carabinieri. Lo so perché negli anni Settanta mio zio ha organizzato diversi sequestri di persona. Io lo aiutavo a legare gli ostaggi (sempre con il giusto decoro). I rapimenti che fallivano erano perché chi ci aveva fornito le armi o quello che ci aveva procurato l’Alfetta (con gomme lisce) cantava, per cui ci faceva arrestare (io no perché ero minorenne). Anzi, quando venivo scoperto facevo altri nomi di componenti della banda, anche di chi non c’entrava. Dispiace dirlo. Tenete conto poi che più si prolunga un sequestro più i vicini di casa mangiano la foglia. Anche il padrone di casa che si è prestato ad affittare il covo si lamenta: “Avevate detto che tenevate qui il ‘coniglio’ pochi giorni, invece è cinque anni. Voglio un milione di euro”. 

 

Finiamo nel commentare questo curioso episodio dicendo che nel commando che doveva rapire Lapo c’erano: Justin Bieber, John Travolta, Dottor House (chi lo interpreta), Jessica Parker. Tutti scelti da Lapo per fare questa stronzata, o vogliamo dire questa campagna pubblicitaria a costo zero. Lapo comunque per me ha fatto bene. Chi non ricorda Totò e Peppino che spaventano Tina Pica? L’unica preoccupazione è che in Italia tanti giovani vedono Lapo come un modello da imitare: non vorrei ci fosse un’impennata di finti sequestri per spillare soldi ai genitori. Poi succede che non si distingue più quando avviene un vero sequestro, come quello che stiamo organizzando noi ai danni di un noto astronauta della Nasa (obiettivo: fargli confessare che l’uomo non è mai stato sulla Luna).

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