Pasticche per (procurarsi) il diabete (foto di louise eltringham-Smith via Flickr)

Perché gli alimenti per diabetici non sono una soluzione

Giacomo Astrua

Siete malati e pensavate che bastasse acquistare biscotti per diabetici? Vi stanno fregando, e lo fanno sulla vostra salute. Nessuno vi addolcirà la pillola oggi

Il diabete è la malattia del nostro secolo. Abbiamo più di 4 milioni di diabetici italiani, 52 milioni di europei e 342 milioni in tutto il mondo, ed è in netta e rapida espansione. Possiamo quindi parlare di una vera e propria epidemia: la rapida diffusione di una malattia su una popolazione ben definita, in questo caso l’umanità intera.

 

Ovviamente un bacino così ampio e in crescita di utenti ha attirato chi di profitto se ne intende e ha portato alla creazione di nuovi prodotti per questi pazienti, tra cui gli “alimenti per diabetici”. Sarò chiaro e categorico: IL CIBO PER DIABETICI NON ESISTE. Partiamo dalla malattia per capire come mai questi alimenti non hanno senso.

 

Il diabete è un’incapacità del corpo a mantenere i livelli di zucchero nel sangue (glicemia) nel loro corretto range. Si distingue tra diabete di tipo 1, carenza insulinica assoluta per la distruzione autoimmune delle beta-cellule, e diabete di tipo 2 (90 per cento dei diabetici), deficit parziale di insulina scaturito solitamente da un’insulino-resistenza a causa multifattoriale (principalmente ambientale). L’insulina è un ormone che il corpo rilascia in seguito all’aumento della glicemia che, come la chiave di una porta, apre determinati canali attraverso cui gli zuccheri passano dal sangue ai tessuti. Al fine di mantenere una glicemia corretta un diabetico deve solitamente rispettare una terapia farmacologica prescritta dal Diabetologo, che consiste genericamente nelle iniezioni di insulina, se il soggetto ne ha una carenza totale o quasi, e l’utilizzo di farmaci o ipoglicemizzanti.

 

Tutti questi farmaci entrano in simbiosi con lo stile di vita del paziente e le sue abitudini alimentari. Questi due aspetti sono le colonne portanti su cui si struttura una terapia farmacologica. Perché? Il cibo influisce direttamente sulla glicemia: in base alla quantità, qualità e interazione dei carboidrati con gli altri alimenti, la glicemia si alza in maniera differente. L’attività fisica, dalla camminata allo sport agonistico di vario genere, influenza positivamente la sensibilità insulinica, permettendo al corpo di una persona allenata di avere una migliore risposta ai farmaci e rallentare la progressione della malattia. In pratica, è necessario mantenere una buona sensibilità all’insulina e mangiare in modo da non fare alzare troppo la glicemia. Come fare?

 

Un alimento alza la glicemia in base a, come detto, tre fattori. Il contenuto di carboidrati: più sono più aumenta la glicemia. La tipologia di carboidrati: ci sono carboidrati rapidi da assorbire che alzano più velocemente la glicemia chiamati “semplici”e altri aventi una struttura più articolata e lenta da assorbire detti “complessi”. La quantità di fibra (e altre sostanze) assunta nel pasto: la fibra rallenta l’assorbimento intrappolando tra i suoi filamenti i nutrienti. Su questi principi le industrie alimentari/farmacologiche hanno deciso di inventare alimenti e venderli come miracoloso cibo per diabetici. Ovviamente vanno alla grande, chiaro, se avessi una malattia e mi dicessero che c’è un cibo fatto apposta per il mio problema lo acquisterei. Peccato che esisteva già e non occorreva inventarselo. Hanno solo inventato un prodotto in più a cui poter affibiare una funzione terapeutica. Cosa dovrebbe davvero mangiare un diabetico? Quello che dovremmo mangiare tutti.

 

Un diabetico deve privilegiare farine integrali e assumere grandi quantità di verdura ai pasti per aumentare il contenuto di fibre giornaliero. Deve assumere una quantità maggiore di carboidrati a colazione e pranzo e ridurli a cena, in quanto a riposo il corpo consuma meno carboidrati e la glicemia più facilmente si alza. Deve evitare di utilizzare dolcificanti nelle bevande (zucchero, miele e dolcificanti artificiali, anche questi possono alzare i livelli di insulina e favorire l'insulino-resistenza). Deve evitare i fuori pasto che potrebbero causare inutili rialzi glicemici, se vuole degli spuntini meglio frutta secca in guscio o uno yogurt naturale. Deve evitare il consumo quotidiano di dolci e prodotti da forno, entrambi ad alto indice glicemico o comunque ricchi di grassi, e il sovrappeso aumenta l’insulino-resistenza.

 

Sembra banale? Lo sarebbe se fossimo ancora abituati a mangiare così, ma non lo siamo. Mangiamo quasi solo cibo confezionato, farine bianche, dolcifichiamo tutto, consumiamo dolci fuori pasto, assumiamo pochissime fibre. Fate un’autoanalisi: riuscite a mangiare per una giornata intera in maniera corretta e semplicemente naturale? Senza questi alimenti? Sì?! Siete in pochi, perché invece i dati dicono che il diabete aumenta e che le cause maggiori sono ambientali. Mangiamo troppi zuccheri, grassi e poca fibra. Tralasciamo l’attività fisica, perché qui c’è da mettersi le mani nei capelli. Abbiamo un sistema fisico-meccanico dotato di 4 arti in grado di farci compiere prodezze straordinarie e lo utilizziamo al massimo per mantenerci in equilibrio sulla metropolitana. Mi fermo a questa semplice osservazione anche se su questo tema si apre un mondo di insensatezze (come le sole 2 ore settimanali di attività fisica previste a scuola).

 

Ci tengo a specificare che non sto parlando di fitness e "benessere". Parlo di una malattia con dei costi diretti e indiretti che rasentano i 30 miliardi di euro annuali solo in Italia, una malattia con effetti cardiovascolari mortali, una malattia di cui più della metà degli affetti non ne conosce il significato, la terapia e tanto meno i rischi.

  

Si potrebbe fare tantissimo. Si potrebbero abbassare i prezzi dei farinacei integrali, favorire il consumo di alimenti freschi, aumentare l’attività fisica durante tutto il periodo scolastico e introdurla in università e magari al lavoro. Ma non si fa nulla, non perché ci sia qualche complotto, ma solo per ignoranza! Spero. Forse esagero, forse vedere in aumento bambini di dieci anni che sviluppano diabete senile o quarantenni in cui si scatena il diabete autoimmune non è così grave, forse non siamo messi così male, e poi dai..ci sono gli alimenti per diabetici a risolvere il problema.

 

Buona mangiata a tutti.