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Il glutine non fa il celiaco

Giacomo Astrua

La celiachia è una cosa seria. Se andate in giro a professarvi celiaci e non lo siete vi frusto con le spighe di grano! Leggete glutinofobi

In tanti, troppi, si sono espressi su tale argomento, proprio per questo ci tengo a dire le mia, perché sono troppe le false affermazioni e le banalità che vengono dette riguardo alla celiachia e al glutine.

 

Se togliete il glutine e il vostro intestino sta meglio è perché siete probabilmente celiaci o “intolleranti al glutine”? Assolutamente no! Innanzitutto bisogna sapere cos’è il glutine e cos’è la celiachia per poterne parlare. Il glutine è una frazione proteica presente in alcuni cereali, formata prevalentemente da glutenina e gliadina (remember!). La celiachia o malattia celiaca (MC) è un’enteropatia autoimmune permanente scatenata dall’ingestione del glutine in soggetti geneticamente predisposti. Vi si sono crepati i neuroni? Mi spiego.

 

Per avere diagnosi di celiachia occorre:

1) La predisposizione genetica, cioè la presenza del genotipo DQ2 o DQ8. Ciò non basta per fare diagnosi, perché questi geni sono presenti in circa il 30% della popolazione caucasica, ma non vuol dire che siano tutti celiaci.

2) L' ingestione del glutine, cioè mangio roba con glutine.

3) La risposta immunitaria contro la gliadina (do u remember?) e soprattutto la risposta autoimmune con produzione di anticorpi contro l’enzima che elabora la gliadina (transglutaminasi tissutale, per gli amici tTG) e contro l’endomisio, tessuto connettivo intestinale. Tutto ciò provoca una reazione distruttiva nei tessuti che contengono l’enzima tTG: mucosa intestinale, sistema nervoso, cute, denti, fegato, pancreas.

STOP.(anche perché mi sto annoiando pure io)

 

Se succede questo è celiachia altrimenti NO. (Bhe… per uno 0,3% dei casi di celiachia potrebbe non esserci predisposizione genetica a dire la verità).

 

Come si fa diagnosi di celiachia?

Si può fare diagnosi di malattia celiaca solo in pazienti sottoposti a duodenoscopia con prelievo e analisi istologica di frammenti della mucosa intestinale e conseguente riscontro delle tipiche lesioni di tale patologia. A tale procedura vengono inviati pazienti con sospetta diagnosi dopo aver effettuato specifici esami del sangue in cui si vanno a dosare alcuni tipi di anticorpi.

 

Un semplice mal di pancia o il riscontro di un beneficio gastro-intestinale in seguito all’esclusione del glutine non possono dare diagnosi di celiachia. La storia è molto più lunga e complessa, inoltre per tutta la durata degli esami necessari, NON si deve escludere glutine, altrimenti si rischiano falsi negativi.

 

Allora perché proviamo benefici dall’esclusione del glutine? Il glutine è in sé e per sé una sostanza difficile da elaborare per il nostro organismo, la sua digestione è a suo modo “infiammatoria”, e quindi, a parità di alimenti, magiare senza glutine consente di avere una digestione più facile e di sentirci più “leggeri”, meno “gonfi” o “appesantiti”. Bisogna eliminare il glutine dalla nostra dieta? Assolutamente no. Il problema è che abbiamo un’alimentazione industrializzata che ci porta ad un eccessivo consumo di glutine. Ormai lo troviamo in una serie di alimenti che non lo conterrebbero naturalmente e che non sono o non contengono cereali con glutine: salumi, marmellate, carne precotta, yogurt, succhi, gelati, patate, budini, dado da brodo, cioccolato, salse, formaggi fusi. Questo perché l’industria si avvale del glutine per le sue proprietà tecnologiche. Perciò consumiamo “100” di glutine 365 giorni all’anno, quando il nostro corpo ne sopporterebbe “10”.
Se iniziassimo a mangiare più prodotti freschi e a limitare al minimo gli alimenti confezionati, la “sintomatologia da troppo glutine” diminuirebbe. Otterremmo lo stesso risultato imparando a variare i cereali. Ci siamo ridotti a consumare quasi solo frumento! Dannati pastofili! Ma esistono molti altri cereali, con glutine (in diverse percentuali) e anche senza. Non ho voglia di fare il bravo dietista e dirvi quali sono. Andate a cercarveli, sfaticati pseudoceliaci!

 

Con questo mio intervento non pretendo di porre fine all’argomento celiachia, ma di mettere in chiaro ciò che realmente si sa ed è corretto seguire attualmente. Su questa malattia c’è ancora molto da indagare. È evidente che ormai i fattori ambientali hanno un ruolo fondamentale nello scatenarsi o meno della patologia, fattori come la precoce introduzione del glutine, l’allattamento al seno (protettivo), alcune infezioni virali, il fumo, alcuni farmaci etc. Inoltre si stanno sperimentando nuove terapie, perché per ora l’unica ed esclusiva terapia è la dieta senza glutine. Ad esempio, la molecola AT1001 pare avere degli effetti sulla permeabilità intestinale, si studiano enzimi per la predigestione del glutine ed esistono “vaccini” per la celiachia in fase di sperimentazione. Si inizia a parlare, in maniera sempre più scientifica, anche di gluten sensivity, una sorta di ipersensibilità al glutine su cui però non oso ancora esprimermi.

 

C’è tanto da scoprire e fra non troppi anni i nostri nipoti sorrideranno pensando alle difficoltà che abbiamo avuto nell’affrontare questa malattia. Nel frattempo è meglio informarsi e limitare le celiacate da allarmisti pseudoscientifici. E cara amica con la pancia gonfia... magnatelo sto spaghetto! Magari integrale e con un buon ragù di verdure! Probabilmente era la panna e la salsiccia a crearti quella fastidiosissima pesantezza gastrica.

 
Buona mangiata a tutti.

 

PS: Grazie Lucia Bioletti per i tuoi insegnamenti.