La Triennale con gli occhi di Clarice Pecori Giraldi, numero uno non per caso

Paola Bulbarelli

Grande impegno della Triennale è ora la XXII Esposizione Internazionale in programma dal 1° marzo al 1° settembre 2019, intitolata “Broken nature: design takes on human survival”

La strada è quella segnata da Claudio De Albertis, parola chiave: internazionalizzazione. Perché alla chiusura di Expo si diceva che la Triennale, istituzione culturale nata a Monza nel 1923, ne fosse la naturale prosecuzione e una sbornia di mondialità di quel genere non poteva che convogliarsi nella sua sede più ovvia. Non tutto è andato in quella direzione, e il presidente De Albertis è purtroppo mancato. Ma un anno dopo Expo lo stesso presidente fu costretto a riconoscere che i livelli non erano quelli attesi. Poi un cambio al vertice che si tinge di rosa e gli subentra Clarice Pecori Giraldi, nome nobile fiorentino (un Maresciallo d’Italia nella storia araldica), quasi senza identità geografica avendo vissuto in tante città estere. In pratica una garanzia sul lascito di De Albertis. Anche la sua vice, che assume tutte le funzioni del presidente pur rimanendo vice, punta lì. A quell’aprirsi a differenti orizzonti, dare spazio al nuovo oltre i confini. La ex managing director per Christie’s, con precedenti anche in Sotheby’s Italia, nuova regional director di Phillips per il paese nonché presidente dell’advisory board del Fai s’è buttata anima e corpo nell’avventura della Triennale, nomina a vice voluta a tutti i costi da Pisapia sindaco, e continuata con forza ora che ne è il numero uno. Già, perché fino al 17 gennaio 2018, data forse fatidica, Clarice Pecori Giraldi è il conductor della Triennale.

 

La data è la scadenza dell’attuale cda composto da Gianluca, rettore della Statale, nominato dalla Regione, Lorenza Cristiana Bravetta in sostituzione di Giovanni Azzone scelto dal ministero dei Beni culturali e Carlo Edoardo Valli in rappresentanza del Collegio dei partecipanti della Fondazione. Mentre nessuno ha preso il posto di De Albertis, scelto dalla Camera di Commercio di Milano. “Quattro anni fa –racconta Pecori Giraldi – fui nominata con un preciso obiettivo: verificare che l’offerta culturale fosse alta in particolare nelle arti visive, mettendo a disposizione il mio know how ma puntando anche su architettura e design, temi qualificanti per Triennale. Questi dodici mesi sono stati di sostituzione, ma non mi sono mai autorizzata a sentirmi una tappabuchi, anche se qualcuno ci ha provato. Sento molto la responsabilità di chi lavora in Triennale dove c’è un team eccezionale, di persone che lavorano con grande impegno. Molto bravo è il direttore generale Andrea Cancellato, qui da quindici anni. Tenendo anche conto che il Maxxi di Roma riceve un contributo dal ministero di 5 milioni rispetto all’1,2 destinato a Triennale”. Da De Albertis ha ereditato l’inclusione “nel senso che era un uomo che esternava raccogliendo tutti gli impulsi che arrivavano dall’esterno. Quando gli venivano proposte mostre che rischiavano di non avere un grande riscontro di pubblico ascoltava, cercava di capire, si faceva spiegare i perché prima di decidere. Certo De Albertis garantiva l’istituzionalità della Triennale, troppo immersa nella realtà milanese e italiana per poter dire chissenefrega dei rapporti politici”. Ovviamente girano voci sul possibile futuro presidente. “Penso che il presidente perfetto debba essere una persona super partes con un network di rapporti istituzionali e politici solido ma nello stesso tempo non uno specialista in un determinato settore, viste le molteplici ramificazioni della Triennale e fuori da logiche di lobby. E un cda fatto solo di tecnici o politici sarebbe sbilanciato proprio perché il cda nomina a sua volta il comitato scientifico composto dai curatori del teatro, della fotografia, delle arti visive, della moda, del design, dell’architettura”. Un comitato scientifico ora composto da Silvana Annicchiarico (Design, Industria e Artigianato), Edoardo Bonaspetti ( Arti visive e Nuovi media), Alberto Ferlenga ( Architettura e Territorio) Eleonora Fiorani, (Moda). “Se fossi nominata presidente per prima cosa allargherei e rafforzerei il comitato scientifico puntando anche su nomi internazionali. Durante questi quattro anni sono stati inaugurati il Mast a Bologna, il Museo Golinelli, le Officine a Torino, aperture di realtà multidisciplinari come la Triennale: bisogna quindi fare lunghi passi in avanti”.

 

Grande impegno della Triennale è ora la XXII Esposizione Internazionale in programma dal 1° marzo al 1° settembre 2019, intitolata “Broken nature: design takes on human survival”, importante appuntamento internazionale, rilanciato nel 2016 dopo vent’anni di silenzio nonostante fosse uno degli appuntamenti più importanti per l’architettura e il design e unica manifestazione culturale al mondo riconosciuta in via permanente dal Bureau international des expositions fin dai suoi esordi. “La soddisfazione è aver affidato la curatela a Paola Antonelli, curatrice per l’architettura e il design al Moma di New York. Sarà un’occasione per riflettere su come il design possa offrire nuove chiavi di lettura rispetto a temi cruciali del nostro tempo, interpretandone i cambiamenti e le sfide. Mi piace il tema e che sia una donna di professionalità indiscussa a tenere le redini dell’evento. Un tema scelto ancora con De Albertis”.

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