Tre vocine dicono che il destino dell'Ospedale Galeazzi potrebbe non essere all'ex Expo

Al gruppo Rotelli potrebbe interessare insediarsi sull’ex area Falck di Sesto, accanto al futuro Istituto dei tumori, al neurologico Besta e forse a Scuole ad alta specialità di medicina dell’Università Statale

La prima vocina alla Festa del Pd allo scalo Farini, poi una all’ultimo piano del Pirellone, a margine della conferenza stampa sull’Ema con Gentiloni, Maroni e Sala. La terza vocina nei corridoi del Comune di Sesto. Una telefonata al neo vicesindaco Giampaolo Caponi, leader di una lista civica da 24 per cento di voti, protagonista assoluto della campagna elettorale che ha consegnato la città al centrodestra. Caponi, il Galeazzi non va più sull’area ex Expo, ma potrebbe finire nella Città della salute, area ex Falck… Le ne sa qualcos’altro? “E’ un’ipotesi. Sarebbe fantastico”.

 

Sì, le cose potrebbero cambiare, chissà. E pensare che proprio nei giorni scorsi  il direttore sanitario del Gruppo San Donato, Fabrizio Pregliasco, durante un evento pubblico a Rho organizzato dall’onorevole Vinicio Peluffo, Pd, aveva anticipato l’eventualità di realizzare  sull’area Expo un ospedale di 18 piani, il più alto d’Europa. Progetti non ne esistono, né il gruppo San Donato ha mai ufficializzato il trasferimento del Galeazzi, di cui pure si parla da tempo.

 

L’ipotesi di un ospedale progettato in altezza è, invece, credibile anche perché lo stesso ad di Arexpo, Giuseppe Bonomi, aveva anticipato che parte dello sviluppo dell’area sarebbe stato in verticale. Del resto, il San Donato ha presentato un’offerta non revocabile  il 12 maggio scorso e da qui era partita una procedura di evidenza pubblica per accertare che non ci fossero altri soggetti interessati. Nel progetto presentato sono stati messi sul piatto 25 milioni di euro per acquistare 50 mila metri quadrati di superficie. Sembrava, dunque, cosa fatta. Invece tre voci e una mezza conferma riaprono il trasferimento dell’Istituto ortopedico Galeazzi in una sede diversa. Forse sono solo contatti. Ma al gruppo Rotelli potrebbe interessare insediarsi sull’ex area Falck, accanto al futuro Istituto dei tumori, al neurologico Besta e forse a Scuole ad alta specialità di medicina dell’Università  Statale. Tanta roba. Certo, tanta roba anche sull’area Expo: la prima pietra dello Human Technopole verrà posata quest’estate. L’ultima nel 2024, e poi il polo biotech che sorgerà a Rho-Pero, nel primo hinterland milanese, in una parte dell’area di Expo2015, e sarà operativo e a pieno regime per i 1.500 ricercatori e addetti che ci lavoreranno, con l’obiettivo di farlo diventare il più grande hub italiano della scienza. Sarà proprio il progetto del polo scientifico a “condizionare” poi l’intero masterplan di tutta l’area, un milione di metri quadri in cui sorgerà anche il campus scientifico della Statale e per il quale alcuni colossi come Bayer, Roche, Nokia, nonché i laboratori della Scala hanno dimostrato il loro interesse.  Interesse mostrato anche da Paolo Rotelli, il giovane presidente del Gruppo San Donato. Ma sembra diventata appetibile anche la Città della Salute a Sesto San Giovanni.  Chissà se i cambiamenti elettorali, alla fine, incidono davvero sulle grandi scelte.

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