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A Napoli "fatti gravi", ma il Csm non interviene sul caso Consip

Annalisa Chirico

Il supremo organo di autogoverno della magistratura si è espresso: va tutto bene

Roma. Il supremo organo di autogoverno della magistratura si è espresso: va tutto bene, madama la marchesa. Non esiste problema alcuno, beaucoup de bruit pour rien. Dopo che il Guardasigilli Orlando ha chiarito che “non tocca al Csm intervenire”, dopo che il presidente dell’Anm Albamonte sulle pagine di Repubblica ha lanciato il suo monito, “il Csm non intervenga”, dopo che il pm partenopeo Woodcock, sempre su Rep, ha definito il collega Paolo Ielo un “amico”… finalmente il Csm, attraverso il suo comitato di presidenza, rassicura tutti: nessuna pratica verrà aperta sul presunto scontro tra le procure di Roma e Napoli nel caso Consip. “E’ evidente – dichiara il vicepresidente del Csm Legnini – che qualcosa non è andato a Napoli, tant’è che la procura di Roma indaga su fatti che si sono verificati lì”, si tratta di “fatti molto gravi” ma… c’è sempre un ma.

 

Come ricorderete, la procura capitolina revoca la delega delle indagini al Noe per bloccare le fughe di notizie, il capitano del Noe – che dovrebbe occuparsi di reati ambientali ma a Napoli è impiegato per indagini su appalti e corruzione – finisce sotto inchiesta per aver manipolato atti di indagine riguardanti il padre dell’allora presidente del Consiglio; interrogato dai pm romani, l’ufficiale si avvale della facoltà di non rispondere. La procura di Napoli conferma la fiducia al Noe subito dopo che i colleghi romani hanno revocato la delega allo stesso reparto. Lo scontro non c’è, figurarsi, basta una intervista a Rep per placare gli animi, o nascondere la polvere sotto il tappeto. “La estrema delicatezza del tema – commenta il consigliere laico Zanettin che ha richiesto l’apertura di una pratica – avrebbe domandato ben altra sollecitudine da parte del Csm, proprio a tutela dell’immagine e del prestigio di una magistratura che non si chiude a riccio ma dimostra di avere l’autorevolezza e la serenità necessarie per affrontare e dirimere uno dei più controversi casi di interferenza giudiziaria sugli equilibri democratici della storia del paese”. Solo in un altro caso il comitato di presidenza ha respinto una analoga richiesta di approfondimento avanzata da Zanettin: inchiesta Expo, tenuta nel cassetto da Bruti Liberati e risorta per avocazione della procura generale di Milano.