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Pronostici da ubriachi per Italia-Svezia

Piero Vietti
Al Bar Sport del Foglio non siamo superstiziosi, sia detto, altrimenti avremmo smesso di scrivere articoli sul calcio da molto tempo.

Al Bar Sport del Foglio non siamo superstiziosi, sia detto, altrimenti avremmo smesso di scrivere articoli sul calcio da molto tempo. Non siamo solo maestri di narrazione pallonara, ritrattisti sopraffini  ancorché umili di campioni, ma inanzitutto tifosi della Nazionale italiana (anche se qualche stronzo che tifa contro gli Azzurri a prescindere c’è sempre). Sicuri che due sfighe si annullano a vicenda, abbiamo lanciato il dibattito su quanto farà l’Italia di Antonio Conte oggi contro la Svezia di Ibrahimovic, tranquilli per il fatto che oltre alle nostre previsioni è anche venerdì 17. E dato che al Bar Sport servono dell’ottimo vino, questa volta si è aggiunto anche un nuovo avventore, l’Elefantino Giuliano Ferrara. E dunque, quanto finisce Italia-Svezia? Il primo a biascicare parola è Antonucci, il quale ha tra le mani la foto delle due signorine che vedete in questa pagina: “Chiedo venia, commenterò non appena mi sarò ripreso da queste due tifose albanesi”, dice, subito rimbrottato da una pimpante Valensise: “Emes, mi dispiace per Dritan T, ma le tue albanesi sono cozze”, sentenzia, non prima di avere piazzato la sua scommessa: “Che bello, c’è anche l’Elefantino! Italia Svezia 2 a 1. Immobile, Candreva, Pellè. Conte uberalles. Molto sudore e sangue, ma anche molta grinta latina e terronica, che non guasta. Gnagnera a casa, o in panchina”. “Marina – fa notare qualcuno – hai detto che l’Italia fa due gol ma hai fatto tre nomi, Pellè farà autogol?”.

 

La domanda cade nel vuoto, ci pensa Battistuzzi a rianimare l’ambiente, con un intervento sintetico dei suoi: “Essendo tradizione tipicamente italica quella di complicarsi la vita e di dover aspettare l’ultima partita per essere sicuri della qualificazione, ovviamente per far aumentare lo share alla Rai, finirà con un pareggio. La cosa buona è che in ogni caso ci qualificheremo dato il buon cuore della Uefa che ha fatto in modo che chiunque abbia una squadra quasi decente possa arrivare agli ottavi”. E’ pur sempre mattina, e Rizzini non ce la può fare: “No vabbè, io veramente a quest’ora e in vista della riunione stavo ancora pensando a Raggi-Giachetti. Comunque, avendo visto l’altra volta solo metà partita dico: 1 a 0 per noi nel primo tempo. E dopo 2 a 0 per noi. Segna due volte questo povero Pellè col padre-padrone che da piccolo gli faceva fare le gare di ballo e poi l’ha buttato in campo (se ho capito bene leggendo di sguincio un titolo sul Corriere)”. Passa Crippa, che già non ne può più dei racconti sulla resurrezione dell’Ungheria e sgancia qualche pillola: “Vecchi bei film francesi da rivedere: Eric Rohmer, La mia notte con Maud”. Timida, ma decisa, Francesca Parodi tenta la carta dell’originalità: “Il calore mediterraneo vincerà sul gelo nordico! Solo una domanda: noi siamo quelli con la maglia azzurra, vero?”. Praticamente è pronta per la Rai.

 

Brambilla ha l’idea migliore di tutti: “Non si beve mai troppo. Brindisi all’Elefantino! Metto le mani avanti: date le mie infime competenze, il mio pronostico verrà smentito. Ibra è un simpatico figlio di puttana (in campo e fuori), ma siccome gli svedesi hanno solo lui ce la possiamo cavare bene. Confido in Giaccherini perché è un ‘diversamente-alto’ come me. Su su Ermes concentrati sulla palla… e ordina da bere”. Inizia il giro. Ancora Battistuzzi: “Brindisi all’Elefantino anche di prima mattina e a Brambilla per il cauto ottimismo. Il giallo della maglia degli svedesi ricorda quello del M5s: arrivano sempre tre. Forza Italia si può ancora dire?”. Che domande. Antonucci si è ripreso: “Per esprimermi sul pronostico proporrei, come fa la Raggi, un sondaggio sul sito di Grillo o in alternativa (molto modesta) su quello della presidenza della Repubblica. Ma non si può, allora mi butto. L’Italia non è diventata improvvisamente un gigante, né Ibrahimovic una pippa: 1-1, Candreva e Ibra”. Pompili romantica: “Dopo le prime partite, io ho deciso di essere dalemiana. Sostengo l’Italia, ma tifo l’Islanda dei non-professionisti calciatori improvvisati con molto culo”.

 

E’ il momento di Ferrara: “Bevo anch’io elefantino ai miei amici e amiche. Come nel romanzo di De Silva ‘Mia suocera beve’. Dunque Ibra. Su di lui la maledizione della Francia, che si è fidato di definire ‘un paese di merda’. Giaccherini e gli altri sono i nuovi prussiani del calcio. Alta orologeria. Speriamo nel cucù”.  Valensise sbotta: “Julien: quelle vulgarité…”. Pompili ritratta subito: “Su suggerimento di Marina (che mi ha scritto in privato: ‘Giulia… ti prego, capirei il Giappone o la Corea, ma l’Islanda???? con quel freddo, e tutto quel fumo…”) e dopo che ho notato che oggi Severgnini esalta le squadre sfigate… ho improvvisamente cambiato idea. Ritratto tutto. Forza Italia”. Lo Prete apotropaico: “Sarà vittoria per la Svezia, 2-1. Ma la previsione va letta come ogni previsione del Foglio. A buon intenditor…”. Gambardella cinico: “Finisce con uno scialbo 1-1. Così, tanto per il gusto di leggere i commenti mortificanti del giorno dopo sulla Gazzetta: dalla copertina di ‘Bastardi senza gloria’, al titolo ‘Mai una gioia’…”. Matzuzzi rincara: “Finisce male. Così Sconcerti potrà finalmente dire ‘ve l’avevo detto’. Pare non aspetti altro”. Il Bar sta per chiudere, quando Valensise ha un colpo di genio, e scrive, testuale: ???????
Dopo questo messaggio criptato, vinciamo sicuro. O, come dice Merlo, “vinciamo poi”.

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  • Piero Vietti
  • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.