In collaborazione con curdi e Fbi

I Ros vanno ad arrestare una jihadista italiana in Siria, lei è "felicissima"

Daniele Raineri

A febbraio Alice Brignoli parlava da fanatica, adesso dice ai carabinieri: "Non pensavo che l'Italia sarebbe venuta fin qui per portarmi via". Abbandona con i quattro figli il campo di al Hol, dove le condizioni sono terribili. Il cedimento ideologico che indebolisce i terroristi (assieme ai raid aerei)

I carabinieri del Ros sono andati in Siria e hanno arrestato Alice Brignoli, 42 anni, di Lecco, con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale. Si era unita allo Stato islamico nel 2015 assieme al marito di origini marocchine e ai figli. Il marito è morto assieme a migliaia di altri terroristi durante il collasso territoriale del gruppo, lei e i quattro figli sono finiti nel campo di al Hol, gestito dai curdi e ora saranno rimpatriati in Italia. “La parte più complessa è stata localizzarla dentro al campo, una tendopoli che ha la stessa grandezza di Imola – dice al Foglio il tenente colonnello Andrea Leo comandante del Ros di Milano, rientrato dalla Siria ieri notte – ci siamo appoggiati all’Fbi americana, che lì ha una presenza più stabile. Con me c’era un altro tenente colonnello del Ros, Federico Palmieri della Prima sezione antiterrorismo di Roma, una dottoressa e un’altra donna, entrambe dei carabinieri, per rendere più facili le operazioni con la prigioniera. Lei ci ha detto: non credevo che l’Italia avrebbe fatto lo sforzo di venire fin qui a portarmi via”. Ai carabinieri ha detto di essere “felicissima”, anche se sa di essere diretta verso la cella di una prigione. E questo ci racconta molto di come può finire questa aberrazione maligna che è lo Stato islamico, l’ideologia jihadista più feroce e più di successo mai apparsa sul pianeta. Finisce con le bombe guidate, che sono l’arma imprescindibile che prima ha bloccato l’avanzata dello Stato islamico e poi l’ha distrutto, e finisce con queste capitolazioni personali – che fanno meno rumore ma contano altrettanto. Il crepuscolo dello Stato islamico avviene così, quando i suoi fanatici si sottraggono e ammettono che non vale più la pena resistere, e quando i giovani lo troveranno ridicolo. Siamo ancora lontani da quel punto, ma ne vediamo anticipazioni. 


Avevo incontrato Alice Brignoli a metà febbraio, durante una visita al cosiddetto Annex del campo di al Hol, che è il sottocampo dove sono state sistemate le donne e i bambini dello Stato islamico. Facevano un po’ di gradi sotto lo zero e il fango scrocchiava sotto le scarpe perché era gelato. Al Hol è un campo largo chilometri, d’inverno è fango freddo e d’estate è polvere a cinquanta gradi senza nulla che possa dare un po’ di sollievo. Avevo cercato “l’italiana” tenda dopo tenda e avevo ricevuto soltanto scrollate di spalle e bambini che guardavano fisso verso punti imprecisati per non parlare con l’infedele, cioè con me. Però è chiaro che la voce era circolata, perché proprio al momento di uscire era arrivata caracollando una donna che come tutte le altre era completamente coperta dalla veste nera e le si vedevano soltanto gli occhi. Ma parlava in italiano. Aveva raggiunto me, il fotografo Alessio Romenzi e una scorta curda – non si entra nell’Annex da soli, ci sono state decine di accoltellamenti mortali (le donne fanatiche nascondono sotto il velo i coltelli da cucina che sono la prima cosa sparita dalle cucine del campo). E poi era iniziata una conversazione fitta in italiano e molto lontani dalle altre donne, con la guardia che non poteva capire nulla, anche se lei ogni tanto senza accorgersene buttava in mezzo alle frasi parole in inglese e in arabo perché le venivano più veloci di quelle italiane dopo quattro anni passati fuori. E continuava a dire che lei sarebbe rimasta al campo perché soltanto Dio sa come andranno le cose, e lo Stato islamico tornerà, e gli uomini del Califfato non abbandoneranno le donne al loro destino e pazienza se questo voleva dire aspettare ancora in quel luogo disgraziato assieme ai figli – i figli di pochi anni in un luogo che non augureresti a nessuno (centinaia di bambini sono morti ad al Hol per le condizioni molto dure). E quindi a parole ancora ci credeva e quando diceva che soltanto Dio sa come andranno le cose intendeva dire che prima o poi sarebbe arrivato il momento della riscossa e la situazione si sarebbe ribaltata di nuovo, gli infedeli (come noi) prigionieri e i fanatici a dominare. Ma quella sua corsa a raggiungerci mentre stavamo uscendo diceva invece il contrario, era un bengala sparato nella notte. Esisto, sono qui con i miei figli, mi ricordo che un tempo vivevo in Italia. La differenza fra le parole che uscivano dalla sua bocca e il fatto che, al dunque, con quella corsetta all’ultimo momento sapeva benissimo di essersi fatta trovare e di stare lanciando un segnale spiegava che non c’era davvero tutta questa convinzione. Anche il suo non voler rivelare il nome era poco più di un vezzo, era ovvio chi fosse.

Adesso finisce in una cella di prigione italiana, un lusso che non hanno le decine di migliaia di persone pacifiche che vivevano in medio oriente e altrove e sono state uccise dal fanatismo dello Stato islamico. Gli yazidi massacrati e gettati nelle fosse comuni. I civili uccisi dalle autobomba nei mercati di Baghdad. I preti uccisi in Siria. I parigini macellati al Bataclan. Le ragazzine dilaniate a Manchester. E molte donne come lei, che finiscono ammazzate dalle fanatiche dentro al Hol soltanto perché ammettono di voler abbandonare lo Stato islamico. Ma per alcune che capitolano, come lei, altre escono dal campo di al Hol, che non è a tenuta stagna, e si uniscono di nuovo allo Stato islamico. In questi giorni circolava la foto di una donna di al Hol che adesso grazie a complici esterni è rispuntata in libertà nella regione siriana di Idlib. 
 

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  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)