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Marion-Zemmour, ovvero il sogno di “rassembler la famille” della destra francese

Mauro Zanon

La convention a fine mese e le ambizioni della nipotina Le Pen

Parigi. Una convention per “festeggiare l’autunno del macronismo” e “riarmare intellettualmente la destra”: il 28 settembre, alla Palmeraie, centro congressi a sud di Parigi, andrà in scena la “Convention de la droite”, il meeting alla destra della destra di cui si mormorava da settimane. “Sarà la prima grande convention della destra e aspira a diventare un appuntamento imprescindibile dei dibattiti filosofici e politici di domani”, si legge nel comunicato molto ambizioso pubblicato dall’Incorrect, mensile del marionismo e regista dell’evento assieme ai collettivi Racines d’avenir e Audace. Le “star”, come le presentano gli organizzatori, saranno appunto Marion Maréchal, ex deputata del Front national con tanta voglia di tornare al centro della scena politica, ed Eric Zemmour, giornalista-polemista del Figaro e autore del bestseller declinista “Le suicide français”. Il primo passo verso le presidenziali del 2022? Senza alcun dubbio, nonostante la prudenza della cerchia ristretta di Marion. Quest’ultima, secondo le informazioni del Figaro, parlerà soltanto quindici minuti, Zemmour, invece, avrà il compito di introdurre la giornata, promossa con la volontà di “rassembler la famille”, riunire la famiglia della destra conservatrice. I relatori, una trentina – tra gli altri, Gilbert Collard, eurodeputato del Rassemblement national, Paul-Marie Coûteaux, intellettuale conservatore, Robert Ménard, sindaco di Béziers, e Alexandre Del Valle, saggista e politologo con buone entrature nei salotti del sovranismo francese e italiano –, terranno interventi sotto forma di “Ted Talk” per stimolare riflessioni su “un’alternativa al progressismo incarnato da Emmanuel Macron”. Secondo quanto rivelato dal Monde, sarà presente anche il filosofo Raphaël Enthoven, con posizioni di sinistra e vicine al macronismo, che prenderà la parola per una “critica della critica delle élite” nei panni di “leale avversario”, stando alle sue parole, della destra sovranista.

 

Per alcuni osservatori, il nome dell’evento, “Convention de la droite”, suona come una provocazione nei confronti dei Républicains (Lr), il partito della destra gollista entrato in depressione dopo lo schiaffo elettorale alle elezioni europee. In realtà è soltanto la continuazione di una strategia che parte da lontano e che mira a inglobare la destra che fu di Nicolas Sarkozy in un nuovo contenitore capace di attrarre la grande borghesia conservatrice e le classi popolari. C’è infatti una formula che i sostenitori di Marion ripetono senza sosta: “Union des droites”. Un’unione impossibile per alcuni (la minoranza), l’unica via d’uscita al macronismo per gli altri (la maggioranza). Lo scorso 25 giugno, Marion Maréchal ha cenato discretamente con tre membri influenti dei Républicains, al fine di creare una corrente marionista all’interno del partito gollista. Pochi giorni fa il Parisien ha confermato che i tre sveleranno a breve il nome della struttura Marion-compatibile, la quale sarà aperta a tutti i membri di Lr che si riconosceranno nell’iniziativa. Intanto, dicono i marionisti, bisogna concentrarsi sul meeting del 28 settembre. “L’obiettivo è creare un ecosistema d’avanguardia capace di dare una svolta, far emergere nuove idee, nuovi talenti e, perché no, un’alternativa credibile a Macron nel 2022”, ha detto al Figaro Eric Tegnér di Racines d’avenir. Secondo quanto riportato dal quotidiano parigino, l’idea di organizzare questa convention politica e intellettuale è germogliata a febbraio, a un anno dall’intervento molto mediatizzato di Marion Maréchal al Conservative Political Action Conference (Cpac), il grande rendez-vous dei conservatori americani. “Nonostante una diversità politica a destra ancor più marcata rispetto a noi, tutti amavano dibattere e confrontarsi in maniera molto libera. Ci siamo detti che volevamo creare le condizioni per poter far sì che questi dibattiti e scambi di opinioni si svolgessero anche in Francia”, ha spiegato al Figaro François de Voyer, che aveva accompagnato Marion nel suo viaggio oltreoceano. Per la destra marionista, c’è un modello americano da seguire, insomma. O modello Bannon, per essere più precisi, dato che era stato proprio lui, l’ex consigliere ombra di Trump, a benedire per primo la nipotina di casa Le Pen e a sfiduciare indirettamente la zia Marine. La “Convention de la droite” si iscrive in un progetto politico e metapolitico iniziato con la fondazione dell’Issep, la scuola di scienze politiche attraverso cui Marion punta a formare la futura classe dirigente sovranista.

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