Florian Philippot (foto LaPresse)

In Francia è nato un nuovo partito per la “Frexit”

Mauro Zanon

Les Patriotes è la creatura di Florian Philippot, ex braccio destro di Marine Le Pen che vuole raccogliere i voti dei delusi dal Front. Con un obiettivo: uscire dall’Ue e recuperare la sovranità di Francia

Parigi. A due giorni dal suo abituale pellegrinaggio a Colombey-les-deux-Eglises, nelle terre del generale de Gaulle, Florian Philippot, ex numero 2 del Front national (Fn) ha presentato la sua “charte des patriotes”: un documento programmatico, declinato in 26 punti, che vale come il primo manifesto elettorale del suo nuovo partito, Les Patriotes. L’ex braccio destro di Marine Le Pen, che ha strappato la tessera del Fn soltanto un mese fa, è già pronto a fare concorrenza alla sua vecchia famiglia politica, e con questa carta, disponibile sul sito internet dei Patriotes, è convinto di poter radunare in breve tempo i delusi del partito frontista, spaesati dopo la scelta della Le Pen di rinunciare all’uscita dell’euro, e allergici ai toni radicali della figlia di Jean-Marie.

 

“I Patriotes propongono a tutti i francesi, superando il clivage tra destra e sinistra, di riconciliarsi per l’indipendenza nazionale, il progresso sociale, la solidarietà e la promozione del modello culturale francese, nella piena applicazione dei princìpi della Repubblica. I Patriotes pensano che il patriottismo sia un’idea aperta, moderna e generosa, la miglior chiave per rispondere alle sfide del Ventunesimo secolo: le sfide ambientali, tecnologiche, di società, culturali, economiche, sociali… Contrariamente alle ideologie, il patriottismo è pragmatico perché fa leva sulla nazione, la sola realtà che permette alla democrazia, al progresso e alla solidarietà collettiva di realizzarsi. La Repubblica garantisce ad ognuno le condizioni materiali e intellettuali necessarie alla propria emancipazione”, si legge nell’introduzione della carta. “Non è un progetto, è una filosofia. La carta fissa dei grandi princìpi, a partire dai quali saranno costruiti i grandi progetti”, ha spiegato Philippot all’Afp.

 

Ma l’asse portante del suo programma è già ben definita: si chiama “Frexit”, ossia l’uscita del suo paese dall’Unione europea, perché soltanto in questo modo, secondo Philippot, “il popolo potrà ritrovare la sua libertà e la Francia la sua sovranità”. Già al Fn, il sovranista cresciuto nella file di Jean-Pierre Chevènement aveva indicato la “Frexit” come tema prioritario. Ma in nessun momento, nemmeno durante la campagna presidenziale, era riuscito a imporlo. “Liberandosi dall’Unione europea, la Francia potrà nuovamente cooperare con tutte le nazioni del mondo”, recita la carta dei Patriotes. Che si differenzia dall’approccio del partito frontista anche sui temi di società. Nel documento curato dai sovranisti guidati da Philippot, viene espressa una linea di “apertura” nei confronti del “mariage pour tous”, ossia i matrimoni omosessuali consentiti dalla legge Taubira. “Il governo deve concentrarsi sui grandi problemi della nazione e lasciare alla società il compito di definire il proprio modello di società (…). Secondo questa filosofia, i Patrioti rispettano le ultime scelte di società come il matrimonio per tutti”, si legge.

 

La questione dell’immigrazione, tema cardine del Fn fin dai tempi di Jean-Marie Le Pen, è affrontata soltanto al 21esimo punto, dopo l’uguaglianza tra uomini e donne, l’ecologia e i diritti degli animali. “Abbiamo parlato in maniera molto seria dell’immigrazione. Bisogna ridurre l’immigrazione di massa in modo considerevole, ma non c’è bisogno di eccessi verbali”, ha dichiarato Philippot a Rtl, lanciando una chiara frecciata alla sua ex famiglia politica.

 

Il tema religioso, secondo il sovranista francese, è “troppo presente” nella società. “E’ schiacciante, è faticoso, è soffocante. Penso che la religione debba essere una questione personale. Credere, può essere magnifico, ma è una questione personale, e lo Stato deve organizzare le relazioni sociali, le relazioni politiche tra i cittadini nel quadro della laicità”, ha spiegato Philippot, prima di aggiungere che bisogna “liberare i nostri compatrioti musulmani”, ossia permettere loro di praticare la propria religione, senza incorrere nel rischio di essere assimilati all’estremismo. “Vogliamo essere connessi con la Francia del 2017”, riassume in una formula il presidente dei Patriotes. Il progetto dettagliato verrà presentato “nel corso del primo trimestre del 2018”, in occasione del congresso fondatore del partito.

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